08.01.2007 – BOLOGNA – Prima l’esplosione di San Benedetto del Querceto – nella quale hanno perso la vita cinque persone, tra cui il collega Simone Messina, mentre il collega Luigi Mezzini è rimasto gravemente ferito – poi il rogo di via Siepelunga, nel quale ha perso la vita un altro cittadino. Due tragici eventi a cui si sono associate evitabili polemiche sull’operato dei Vigili del Fuoco, un giorno promossi a ruolo di eroi, quello successivo retrocessi a quello di incompetenti. I compagni del Coordinamento Provinciale FP–CGIL VVF di Bologna, lasciato passare responsabilmente il momento emozionale, hanno voluto puntualizzare con garbo ed equilibrio. Condividiamo il loro pensiero e ci associamo alla solidarietà nei confronti delle famiglie dei colleghi e dei cittadini tragicamente colpiti dalle disgrazie succitate. Nel contempo, oltre a pubblicare, di seguito, il loro documento, aggiungiamo sommessamente anche la nostra opinione, espressa, purtroppo, ogni qualvolta un collega ha perso la vita sul lavoro: la inaccettabile retorica del “Pompiere eroe, votato all’estremo sacrificio” tende a giustificare le disgrazie come un inevitabile tributo dovuto ad una professione rischiosa, una sorta di destino inoppugnabile, impossibile da contrastare. Non è così, anzi, a maggior ragione, a questi lavoratori, professionisti del soccorso, non servono elogi alla memoria, tanto meno inutili polemiche, ma andrebbero garantiti – anche grazie alla pressione dell’Opinione Pubblica e degli Organi di Informazione – tutti gli strumenti necessari, (si tratti di organici, mezzi, attrezzature, formazione), per fornire al cittadino quel servizio puntuale, efficiente ed efficace a cui ha legittimamente diritto.
(Adriano Forgione)