Ricerca: Fp e Nidil Cgil lanciano petizione per stabilizzazione precari Ircss e Izs

24 Maggio 2017

COMUNICATO STAMPA FP CGIL – NIDIL CGIL

Roma, 24 maggio – “Sottopagati, privi di diritti e tutele, con contratti a singhiozzo ma estremamente produttivi”. Queste le parole con cui la Funzione Pubblica e Nidil Cgil descrivono le condizioni lavorative del personale precario degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) e Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs) e lanciano una petizione affinché si proceda a un percorso di stabilizzazione dei lavoratori protagonisti della Ricerca sanitaria in Italia.
Blocco delle assunzioni e ricorso sempre più frequente a contratti precari, a basso costo e con scarse tutele. Sono circa 3.500 i ricercatori precari che lavorano con contratti co.co.co, borse di studio, partite Iva, nei 21 Ircss pubblici, nei 10 Izs e nelle loro 90 sezioni. L’anzianità media dei lavoratori èdi circa 10 anni, in alcuni casi si superano i 20, ma al momento nessuna traccia di possibili stabilizzazioni.
Personale altamente qualificato (medici, veterinari, biologi, ingegneri, fisici, chimici, agronomi, ecc) che fornisce un contributo fondamentale per la collocazione della Ricerca sanitaria italiana ai primi posti delle classifiche mondiali, nonostante le quote del Pil investite in ricerca siano notevolmente inferiori alla media Ocse. “Rappresentano il presente e il futuro della Ricerca sanitaria in Italia  – puntualizzano i sindacati –  ma il loro avvenire è caratterizzato da una perenne incertezza”.

Per la Fp e il Nidil Cgil “da troppi anni questi lavoratori sono tenuti fuori da un percorso di stabilizzazione” e per questo lanciano il loro appello al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, alla ministra della Pa, Marianna Madia, e al Parlamento “perché, una volta per tutte, si ascolti la voce dei protagonisti della Ricerca Sanitaria in Italia”. Per questo Fp e NIdiL Cgil chiedono con l’appello l’apertura di un confronto per determinare “le modalità, i correttivi e i tempi con cui intervenire per darne piena applicazione, includendo nel percorso di stabilizzazione anche queste lavoratrici e questi lavoratori”.

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