Al termine di
una lunga riunione ieri siamo giunti alla definizione del nuovo accordo sulla
mobilità volontaria, che vi alleghiamo. L’accordo presenta significative novità
rispetto al precedente, così riassumibili:
è stata
unificata la procedura per la mobilità urbana ed extraurbana. Questo passaggio,
peraltro richiesto a gran voce da molti lavoratori, si è reso a nostro avviso
necessario proprio in relazione alle caratteristiche di questa nuova fase di
riorganizzazione, ovvero la ricomposizione degli uffici su basi territoriali
differenti rapportata alla necessità di copertura della tutela sul territorio;
è stata ridotta
ad una la scelta della destinazione e contestualmente è previsto lo scorrimento
della graduatoria in caso di rinuncia del lavoratore, diritto che viene
mantenuto. Tale scelta è stata indirizzata a semplificare la procedura e a
consentire il mantenimento della graduatoria aperta, ai fino della graduale
copertura delle posizioni scoperte negli organici degli Uffici;
è stata
sostanziata la corsia preferenziale, in caso di mobilità extraurbana, per i
titolari di legge 104 in condizioni di gravità, ai quali viene offerta una
doppia possibilità. Ovvero di partecipare al processo di mobilità, alle
condizioni date dallo stesso, fruendo del diritto di precedenza e di poter avere
in alternativa il distacco solo sulla base della tutela prevista dalla legge.
Nel primo caso il trasferimento è definitivo, nel secondo soggiace alle regole
previste, ovvero c’è un distacco condizionato dal permanere delle condizioni
che hanno determinato il riconoscimento di questa tutela sociale;
viene riconosciuto un punteggio
aggiuntivo a chi si trova in Uffici ove si riscontrano posizioni soprannumerarie
e un punteggio aggiuntivo a coloro che non sono stati vincitori nelle fasi
precedenti di mobilità;
vengono
rimodulati i punteggi attribuiti ai criteri prescelti in modo da garantire pari
opportunità nell’accesso alle due mobilità;
nel caso in cui
la dotazione organica prevede un numero inferiore a 4 unità, la percentuale da
garantire si riduce dal 70 al 50%. Su questo punto abbiamo tentato inutilmente
di elevare questo numero.
Come notazione
critica all’accordo registriamo la mancata volontà di inserire nel criterio
relativo all’anzianità di servizio anche i periodi a tempo determinato. Ci pare
in questo caso incomprensibile: i periodi di lavoro a tempo determinato hanno
caratterizzato per lungo tempo la condizione lavorativa di molti lavoratori
provenienti dal bacino LSU e Giubilari, ci pare particolarmente penalizzante
la decisione di non conteggiarli sulla base di una motivazione del tutto
discutibile in quanto questi periodi, per la stragrande maggioranza dei
lavoratori, sono facilmente rintracciabili. Sul punto chiederemo ancora una
modifica nelle more del perfezionamento dell’accordo. I lavoratori comunque
parteciperanno con istanze che dovranno tener conto della loro collocazione
precedenti alle singolari assegnazioni provvisorie a cui abbiamo assistito.
A parte questo
noi giudichiamo questo accordo in modo positivo: riteniamo di avere messo in
campo uno strumento più efficace, agile e garantista rispetto ai precedenti
accordi e naturalmente vigileremo per il puntuale rispetto della clausole ivi
contenute.
Per quanto
riguarda la fase ancora non conclusa della mobilità extraurbana riferita al
vecchi accordo, ieri ci hanno comunicato che il termine di presa servizio dei
lavoratori vincitori slitta al primo ottobre. Al riguardo, ci scusiamo con i
lavoratori interessati per avere confermato, nell’ultimo comunicato, la
precedente data prevista, considerato però che non ci era giunta nessuna
comunicazione di rinvio da parte dell’Amministrazione. Abbiamo pertanto
sollecitato l’Amministrazione a fare in fretta: questi trasferimenti incidono
in maniera particolare sull’organizzazione della vita dei lavoratori coinvolti
(disdetta fitti abitazione, iscrizione dei figli a scuola, ecc) e pertanto
occorre che vengano rispettate le date indicate e, nel caso in cui questo non
sia possibile, è sempre opportuno che ci siano comunicazioni tempestive.
Esattamente il contrario di ciò che è avvenuto.
L’attuale
accordo sulla mobilità volontaria risolverà tutte le criticità presenti nella
nuova distribuzione degli organici? No. In alcuni territori sicuramente
permarranno condizioni soprannumerarie in alcuni profili su base regionale.
Quindi andranno valutati altri strumenti come ulteriori passaggi orizzontali e
una valutazione sul medio periodo (5 anni) rispetto alle uscite per
pensionamento. Quello che non siamo disposti a valutare è la mobilità di
ufficio, deve essere chiaro.
Tali questioni
saranno trattate nell’ambito del tavolo di monitoraggio sulla riorganizzazione,
che si attiverà nei prossimi giorni, il cui compito delicato sarà quello di
monitorare tutte le criticità che il nuovo quadro organizzativo offre, e sono
tante. Per oggi ci è stata annunciata la firma del Ministro sul nuovo DM
organici: questo decreto seguirà un iter che può vedere, nei primi mesi
dell’anno prossimo possibili aggiustamenti e modifiche. Ci attende quindi un
lavoro delicato che comporterà il mantenimento di un forte intreccio
organizzativo con i territori, in particolare con quelli maggiormente colpiti
dai processi di composizione/scomposizione degli Uffici.
Valutazione dei
dirigenti e applicazione discriminatoria del Codice Etico.
In allegato a
questo comunicato troverete inoltre 2 note inviate nei giorni scorsi
all’Amministrazione:
la prima
riguarda le nostre osservazioni al sistema di misurazione del grado di
raggiungimento degli obiettivi dei dirigenti. Noi abbiamo prodotto una
osservazione di sistema, ovvero riferita alla totale inefficacia dell’attuale
meccanismo, prevalentemente basato su criteri meramente quantitativi e auto
valutativi, e pertanto la necessità, anche alla luce delle recenti modifiche
normative, di una profonda revisione dei criteri stessi che consentano una
identificazione congrua rispetto ai parametri qualitativi di valutazione
dell’azione dei dirigenti.
La seconda invece ha chiesto una modifica dei
criteri riferiti al parametro della qualità delle relazioni sindacali, che
nella versione originaria erano ancorati esclusivamente alle verifiche
ispettive interne. Noi invece abbiamo chiesto che come parametro vengano
utilizzate le clausole contenute nel contratto integrativo in particolare
quelle relative ai processi di composizione dei conflitti.
La seconda
invece riguarda una vicenda che ha visto una nostra delegata RSU del Polo
Museale privata della funzione di coordinatrice delle turnazioni del personale
di vigilanza per una presenta incompatibilità derivante dalla sua carica
sindacale. Questo su sollecitazione di altre OO.SS. e dietro l’emanazione di
un parere rilasciato dalla DG Musei.
Nell’esprimere la nostra piena solidarietà
alla nostra compagna colpita da un provvedimento illiberale e discriminatorio,
abbiamo ritenuto di richiamare i nostri colleghi ad una maggiore coerenza con
le posizioni che tutti abbiamo espresso sul tavolo nazionale rispetto al Codice
Etico, in particolare agli aspetti che oggettivamente limitano le prerogative
sindacali sulla base di una interpretazione estranea alla stessa norma di legge
che declina le incompatibilità, limitandole alle sole funzioni di direzione del
personale. Abbiamo scoperto che qualche organizzazione sindacale la pensa
diversamente da noi, giudicando positivamente un atto del tutto illegittimo. Ce
ne faremo una ragione: ci auguriamo che se la facciano pure i lavoratori.
L’idea di regolare i conti sindacali sul territorio utilizzando impropriamente
il Codice Etico l’abbiamo già verificata in altri territori, ad esempio la
Basilicata e la Campania. Ci pare una idea del tutto balzana, grottesca e del
tutto controproducente. Motivarla con una altrettanto singolare interpretazione
che vorrebbe escludere dalle procedure di composizione dei conflitti previste
dal Contratto Integrativo le OO.SS. che non ritengono di attivare il conflitto
ci pare quasi una aggravante. Ma a noi interessa particolarmente il
comportamento dell’Amministrazione: ci chiediamo a quale titolo la DG Musei
interviene su una materia che riguarda le relazioni sindacali al posto della DG
titolare, ovvero quella Organizzazione. E riteniamo che quel provvedimento
debba essere immediatamente revocato dal Dirigente del Polo Museale
piemontese, altrimenti ci rivolgeremo ad un giudice chiedendo di sanzionare
questo comportamento palesemente antisindacale. Abbiamo seri problemi al
MIBACT, li stiamo affrontando con serietà e partecipazione, pur non
condividendo le riforme di Franceschini. Ma nessuno pensi di indebolire il
Sindacato, altrimenti avrà le opportune risposte.
Roma, 14 Settembre 2016
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE MIBACT