Sovraffollamento.
Uno dei grandi problemi della realtà del carcere in Italia è il suo sovraffollamento. Ci sono, ad oggi, circa 60 mila detenuti in strutture che hanno una capienza di 50 mila posti. 10 mila detenuti sopra la soglia consentita.
Carenza di personale.
D’altra parte il numero di poliziotti penitenziari non è sufficiente e l’età media molto elevata. Infatti, a fronte di una dotazione organica di circa 41 mila unità, quelle in realtà presenti sono 37 mila. Mancano dunque all’appello ben 4 mila poliziotti penitenziari. Questo, spesso, comporta turni di lavoro fino a 16 ore in un giorno. E situazioni di lavoro pericolose in cui un unico agente può dover gestire da solo anche 100/120 detenuti. E la carenza di personale non investe solo i poliziotti ma anche assistenti sociali ed educatori che operano all’interno del carcere.
Strutture fatiscenti.
Non ultimo le strutture fatiscenti.
Suicidi.
Le condizioni critiche non permettono né a detenuti né al personale di vivere l’ambiente del carcere in un clima adatto. Non è un caso che negli ultimi 5 anni si sono suicidati ben 230 detenuti (oltre 5 al mese), e 35 poliziotti. Solo negli ultimi 9 mesi, da gennaio 2019, sono 7 i poliziotti che si son tolti la vita.
Rebibbia, Roma (9 febbraio 2016)
Poggioreale, Napoli (16 febbraio 2016)
San Vittore, Milano (29 febbraio 2016)
Sollicciano, Firenze (17 maggio 2016)
Regina Coeli, Roma (5 aprile 2017)