In occasione del 15° anniversario dalla sua scomparsa, ci giunge dalla Lombardia, e volentieri lo pubblichiamo, il ricordo di Alessandro Ferrari. Siamo certi che farà piacere a chi lo ha conosciuto ed ha avuto la fortuna di condividere con lui vicende umane, professionali e sindacali, ma siamo altrettanto certi che anche chi non ha avuto questa fortuna potrà sicuramente trarre esempio dalla sua profonda umanità, dal grande attaccamento al Corpo dei Vigili del Fuoco, dalla grande disponibilità, serietà e coerenza che ne hanno sempre distinto il suo lungo e proficuo impegno sindacale.
Grazie Alessandro
Bruno Gallinotti un Vigile del Fuoco, un compagno della Fp Cgil che ha sempre lottato per migliorare le condizioni di lavoro delle donne e degli uomini del Corpo.
Alla famiglia, ai cari, agli amici ai colleghi e ai compagni va la vicinanza di tutto il Coordinamento nazionale.
Grazie compagno per quello che hai dato alla Cgil, grazie per averci sempre sostenuti.
Ciao Bruno
È quasi un anno che lo smart working è entrato prepotentemente nella vita dei lavoratori, per adesso il bilancio non è straordinariamente positivo.
Come Fp Cgil abbiamo sempre sostenuto che lo smart working usato come strumento emergenziale in pandemia fosse una misura necessaria ma profondamente da modificare una volta trasformato a regime come modalità di esecuzione del lavoro da remoto nelle pubbliche amministrazioni.
Non è solo un problema di performance individuale bensì un problema che rimanda all’organizzazione del lavoro.
Non è un caso, infatti, che le Amministrazioni non siano state in grado di rispettare la scadenza di presentazione dei Pola (Piani organizzativi lavoro agile) previste per lo scorso 31 gennaio e che difatti sono state prorogate fino al 30 aprile 2021 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 23 del 29 gennaio 2021 decreto 20 gennaio 2021).
Vengono di fatto confermate le modalità organizzative, i criteri e i principi in materia di flessibilità del lavoro pubblico ma le difficoltà emerse già nella fase di prima sperimentazione e messa a regime nella seconda fase di pandemia non trovano ancora risposta, né tantomeno si affrontano i nodi relativi alla qualità, regolazione e riconoscimento del lavoro attraverso la contrattazione.
Ricordiamo che nei Pola ciascuna Amministrazione dovrà prevedere la possibilità di collocare in modalità lavorativa agile almeno il 60% dei dipendenti per le attività che possono essere svolte in smart working, mentre nel caso non lo adotti dovrà garantire l’applicazione del lavoro agile almeno al 30% dei lavoratori “ove lo richiedano”. In entrambe le ipotesi resta ferma la volontarietà dell’adesione a tale strumento da parte dei lavoratori.
Lo smart working ha cambiato il modo di lavorare dei dipendenti ma non sempre ha modificato i modelli organizzativi delle amministrazioni che sembrano in attesa che tutto torni come prima.
Di fronte alla sfida della digitalizzazione e innovazione prevista dal PNRR e ai dati forniti dal Dipartimento di Funzione Pubblica si ha la conferma che senza un serio investimento nella formazione e nella riforma della pubblica amministrazione, la sola introduzione del lavoro agile non può rappresentare l’unico elemento di cambiamento.
Digitalizzare il lavoro nella pubblica amministrazione non vuol dire automaticamente rendere maggiormente accessibili i servizi per i cittadini né più aperta e trasparente l’attività amministrativa.
Dallo studio pubblicato dal dipartimento di Funzione Pubblica, il 70% delle amministrazioni dichiara che il principale vantaggio derivante dall’adozione del lavoro agile è l’aumento nelle competenze digitali dei dipendenti. Così come le stesse amministrazioni ritengono un vantaggio i risparmi derivanti dal lavoro da remoto, non preoccupandosi degli effettivi esiti e di strutturare programmi di formazione e sostegno agli smart worker.
Tra i dati messi a disposizione dal Dipartimento, tuttavia, non c’è il numero complessivo di quanti siano i lavoratori in tutta la Pa, ad oggi, coinvolti dallo smart working, né tantomeno un’analisi della diversa condizione nelle quali si trovano a riorganizzare l’attività da remoto le amministrazioni centrali e quelle locali e tutte le altre amministrazioni, dalla sicurezza alla sanità, che seppur in piccola parte ne hanno fatto ricorso e che hanno bisogno di strumenti e risorse per rendere efficace la riconversione del lavoro da presenza a remoto e viceversa.
Da tempo avevamo avanzato alcuni punti sui quali concentrare l’azione regolativa attraverso la contrattazione a partire dall’individuazione delle attività e le fasi di lavorazione che possono essere svolte da remoto e che devono essere individuate attraverso gli strumenti della partecipazione sindacale e delle rappresentanze dei lavoratori, sia a livello centrale sia a livello di posto di lavoro; dalla definizione delle platee di lavoratrici e lavoratori a cui dare priorità poiché lavorare da remoto è anche un’opportunità per conciliare il lavoro con particolari condizioni individuali: lavoratori “fragili”, titolari di legge 104, lavoratrici in gravidanza ed ulteriori criteri di priorità come ad esempio la tutela della genitorialità o l’abbattimento dell’impatto ambientale degli spostamenti da/per i luoghi di lavoro a forte conurbazione; normare attraverso la contrattazione il diritto alla disconnessione per il lavoratore e una organizzazione del lavoro in Smart Working che individui, dove necessario, le fasce orarie di contattabilità in virtù della tipologia di lavoro svolto; un confronto sul tema della strumentazione che le amministrazioni dovranno progressivamente fornire ai lavoratori in Smart Working la necessaria dotazione informatica hardware e software, colmando quella sperequazione fotografata ad oggi tra amministrazioni ricche che hanno fornito i device ai dipendenti e quelle che non hanno potuto far altro che imporre ai dipendenti l’utilizzo di risorse proprie; alla necessità di una formazione continua dei dipendenti pubblici che li aiuti nella transizione tecnologica e aumenti le competenze diffuse in modo sistematico e non scaricandole sui percorsi di autoformazione troppo spesso delegati alla buona volontà dei singoli o alla lungimiranza di qualche dirigente.
Riteniamo che debba essere normata per via contrattuale la casistica relativa a giornate in cui si renda necessaria una prestazione “mista” (giornate lavorate parzialmente in ufficio e in parte in modalità agile) in modo da garantire al lavoratore il pieno riconoscimento del lavoro svolto e prevedere un adeguato preavviso nel caso in cui il datore di lavoro richieda la presenza in ufficio per parte della giornata prevista da remoto; nonché una definizione contrattuale omogenea degli istituti previsti dai CCNL vigenti che vedono il lavoratori trattato con un doppio regime: nel giorno in presenza con la regolazione contrattuale, il giorno in smart working con la regolazione normativa.
Diritti dei lavoratori e servizi ai cittadini non possono poggiarsi sulla inadeguatezza organizzativa delle amministrazioni e sull’incertezza regolativa che sta creando caos, disfunzioni, e rischia di compromettere l’efficacia del ricorso al lavoro agile come strumento di una parte di innovazione della pubblica amministrazione.
Ci auguriamo che questo possa essere uno dei temi di confronto che si affronti al più presto con Governo, Regioni e Autonomie Locali insieme a quei necessari processi riformatori, tra cui la riforma del sistema di classificazione professionale, delle pubbliche amministrazioni che sono precondizione per vincere la scommessa dell’innovazione e di un sistema pubblico più rispondente ai bisogni del Paese.
Pubblichiamo il comunicato stampa della segreteria territoriale Fp Cgil e della struttura Fp Cgil VVF in merito alla sorveglianza sanitaria per l’emergenza sanitaria in atto
Pubblichiamo la nota inviata ai vertici del Corpo dove si chiede la temporanea sospensione delle disposizioni impartite nella nota della DCF.
Per l’ennesima volta l’Amministrazione intende cambiare le regole avvalendosi di tavoli non autorizzati e non legittimati a farlo. La formazione è allo sbando, l’incapacità dell’Amministrazione a garantire le corrette relazioni sindacali a volte evidenzia l’inadeguatezza della dirigenza.
Purtroppo a spese del personale, in barba alle norme, i soliti buontemponi si ritagliano spazi e tempi per interessi di bassa lega che hanno solo lo scopo di depotenziare l’azione di chi rappresenta i lavoratori.
Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, con la quale si evidenzia una solerte e quanto mai necessaria programmazione assunzionale per il Corpo.
Seve conoscere i dati nel rispetto della donne e gli uomini che quotidianamente svolgono l’attività di assistenza per l’intera cittadinanza
Resoconto sul tavolo tecnico dedicato alla stabilizzazione dei distaccati
Oggi si è svolto un tavolo tecnico specificamente dedicato alla materia della stabilizzazione dei
distaccati, come preventivamente stabilito all’interno del cronoprogramma condiviso con
l’Amministrazione. Ricorderete che il tema è propedeutico all’avvio della mobilità nazionale
volontaria.
La base di partenza è costituita dalle procedure già utilizzate nel 2018, che hanno consentito la
stabilizzazione di quasi 2000 unità. I vincoli sono due: 1) l’impossibilità di coinvolgere i neoassunti
(a qualsiasi titolo), per via di una ferrea disposizione di legge; 2) l’obbligo di rientrare nella sede di
assegnazione – alla data di scadenza del provvedimento di distacco – organica qualora non si
intenda permanere nella sede di effettivo servizio.
Per il resto, nulla è mutato, soprattutto per quanto riguarda i distacchi per tutele sociali. Abbiamo
elaborato alcune proposte migliorative, che verranno vagliate dal tavolo e che, se non interviene
alcun impedimento particolare, ci consentiranno di chiudere l’accordo il prossimo venerdì. Resta
inteso che la vigenza dell’accordo sarà subordinata alla conclusione delle procedure di registrazione
del DM inerente alla nuova dotazione organica (il Ministro lo ha firmato lo scorso 13 gennaio), poiché
le stabilizzazioni intervengono sugli organici dei singoli Istituti.
Queste, in sintesi, le proposte:
– Equiparazione del distacco alla assegnazione temporanea, poiché hanno la stessa natura
giuridica
– La permanenza nella sede di effettivo servizio anche in soprannumero, per esigenze legate
al COVID e al contenimento del contagio e per specifiche esigenze di servizio
– Un monitoraggio della consistenza numerica dei distacchi entro il prossimo 30 giugno (data
entro cui potrà essere rivisto il DM sugli organici) e la possibilità di una ulteriore
stabilizzazione, soprattutto in presenza di specifiche esigenze degli Istituti legate alle attività
svolte da taluni profili professionali.
Ci auguriamo si possa chiudere il prima possibile l’accordo, onde consentirci di proseguire gli incontri
del tavolo e pervenire quanto prima alla mobilità volontaria nazionale. Sono benvenute eventuali
proposte emendative o migliorative purché ci pervengano entro giovedì prossimo mediante posta
elettronica.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Nolè-Di Stefano Trastulli
Continua l’informazione su salute e sicurezza della Fp Cgil VVF con la rubrica n° 21 della Particella Pazza, lo studio di DPI idonei e il riconoscimento delle malattie professionali sono fondamentali per la sicurezza, la salute e il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo
Pubblichiamo la nota della struttura territoriale Fp Cgil VVF, con la quale ancora una volta evidenzia come il dispositivo di soccorso sia svolto in condizioni di difficoltà a causa di carenze di automezzi.
PERFORMANCE: PROSEGUE IL CONFRONTO
Nella giornata odierna è proseguito il confronto sul Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMVP) dell’INL.
Nell’attesa di predisporre un documento più articolato e condiviso con CISL e UIL, da inviare all’Amministrazione dopo che questa ci avrà fornito un documento aggiornato, evidenziamo rapidamente di seguito alcune criticità che abbiamo colto nella proposta dell’Amministrazione.
Tra le modifiche proposte non abbiamo condiviso che nell’ambito degli obiettivi individuali si faccia riferimento solo incidentale agli obiettivi del gruppo di cui il lavoratore è parte. Questo, a nostro parere, si pone in contraddizione con l’organizzazione del lavoro in processi e teams che, in teoria, dovrebbe esistere in INL e per questo abbiamo chiesto che si dia coerenza all’intero impianto, dando maggior peso agli obiettivi di gruppo.
Riguardo ai comportamenti, abbiamo evidenziato la necessità che essi siano più concretamente declinati considerando situazioni specifiche, così da ridurre la discrezionalità nel processo di valutazione e da mettere in grado sia valutatore che valutato di comprendere bene cosa debba essere oggetto di valutazione.
Abbiamo poi chiesto che si introducano forme di partecipazione dei lavoratori, ad esempio prevedendo forme di autovalutazione da parte degli stessi lavoratori, così da attuarne il preventivo coinvolgimento e ridurre un possibile contenzioso.
Riguardo alla performance organizzativa, abbiamo chiesto che sia inserito – come previsto dalla normativa – il raggiungimento degli obiettivi di promozione delle pari opportunità, ricordando che questa è materia su cui INL ha precise competenze istituzionali e responsabilità.
Il sistema presentatoci replica forse un po’ troppo pedissequamente lo schema “brunettiano” nella valutazione, e per questo si prevede che essa andrà a incidere su: progressioni economiche e di carriera, accesso alle PO, accesso a percorsi di alta formazione, bonus eccellenze e istituzione di un premio per l’innovazione. Non riteniamo che tutto questo sia un percorso obbligato, tanto più se consideriamo che le risorse per concretizzarlo si rinvengono nel FRD, il cui importo è esiguo.
Perché, invece, non fare riferimento ad altre possibilità, ad esempio favorire l’accesso ai percorsi di alta formazione, ma nell’ambito delle risorse disponibili di ciascuna Amministrazione (art. 26, D.Lgs. 150/09) ovvero l’istituzione di un premio di efficienza, ma nell’ambito dei risparmi sui costi di funzionamento derivanti da processi di ristrutturazione, riorganizzazione e innovazione (art. 27, D.Lgs. 150/09), così da non gravare sul FRD, ma sulle risorse dell’Ente?
In buona sostanza, abbiamo ribadito che la valutazione non deve essere un’arma discrezionale per creare demotivazione, conflitti tra lavoratori e conseguenti problemi per tutta la macchina. Proprio per questo, abbiamo anche chiesto che l’introduzione di questo SMVP – il primo dell’INL, è bene ricordarlo! – sia preceduta da una fase di formazione seria, fatta anzitutto ai dirigenti ma anche al resto del personale, che possa far comprendere il processo in atto e uniformare le valutazioni, finora eseguite in maniera difforme da struttura a struttura.
Il confronto sull’argomento proseguirà il 15 febbraio.
Roma, 4 febbraio 2021
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale si chiede all’Amministrazione informazioni in merito al ritardo nell’emanazione del bando del concorso a Capo Squadra, decorrenza 2020
Quanta confusione! Un po’ di memoria …
Forse approfittando del tempo trascorso dalla sottoscrizione dalla dell’accordo sul FRD 2018 e di una normativa stratificata c’è chi ancora una volta alimenta malcontento tra i lavoratori. La FP CGIL sottoscrisse l’accordo FRD 2018 per consentire l’erogazione delle somme pur evidenziando la genericità dell’indicazione relativa alla determinazione dei compensi individuali in riferimento alla valutazione dell’apporto individuale. Il sistema di valutazione è previsto dal CCNL Funzioni Centrali, sottoscritto da tutte le Organizzazioni sindacali, ed è necessario per poter procedere alla liquidazione degli importi individuali. Per il 2018, primo anno di applicazione, l’Amministrazione – anche per abbreviare i tempi della liquidazione – ha ritenuto di introdurre il sistema di autovalutazione da parte del dipendente e utilizzare le presenze per valutare i c.d. “migliori”. La firma del FRD 2018, quindi, non ha introdotto nulla di nuovo con il consenso delle Organizzazioni sindacali firmatarie. Tutto si è svolto secondo le regole negoziali previste dal CCNL sottoscritto da tutti: il “confronto” (e non contrattazione) sui criteri generali del sistema di valutazione che ha consentito, tra altre migliorie di innalzare la c.d. “franchigia” da 36 a 45 giorni. Certamente ci lascia nel complesso freddi… e non solleva il fatto che l’algoritmo è oggetto di verifica da parte del MEF a seguito delle segnalazioni ricevute dalla organizzazioni sindacali. Come spesso accade già l’attenzione si sposta: essere inseriti negli elenchi dei “migliori” in quanto poco assenti rappresenterà di per sé un vantaggio in tema di progressioni economiche e per i passaggi di area il cui percorso dovrà essere attivato entro aprile? No, perché la norma non prevede questo. Prevede una valutazione positiva nel triennio (e i colleghi del MEF si sono in larghissima parte autovalutati positivamente) e rimette alla contrattazione (quindi alla necessità che Amministrazione e Organizzazioni sindacali si accordino su uno stesso testo) in merito ai criteri per la definizione delle procedure delle progressioni.
03 Febbraio 2021
FP CGIL Nazionale -MEF
Daniele Gamberini