POLA : Piano Operativo Lavoro Agile
Valutazioni e o sservazioni sul documento programmatico

In data 15 febbraio 2021 si è svolta una riunione dell’OPI dell’area Funzioni Centrali sul Piano Operativo Lavoro Agile, del quale l’Amministrazione ha inviato una bozza alle OO.SS.
Il POLA, che diventa una sezione del Piano della Performance, è un documento di valenza triennale nel cui ambito il lavoro agile viene messo a regime e non viene più legato ad una fase transitoria ed emergenziale, andando a rappresentare una cornice perimetrale di quelli che devono essere i contenuti e gli istituti giuridici ed economici che troveranno la loro disciplina nel corso della fase negoziale.
Nell’apprezzare il lavoro svolto e come si intenderà rappresentare, in Istituto, il Piano Organizzativo del Lavoro Agile nel prossimo futuro, è stato condiviso il concetto di “fiducia” su cui lo stesso si impernia; laddove il processo fiduciario tra dirigenza e il personale, di qualsiasi area o ruolo di appartenenza, è il focus su cui attrarre tutto il sistema di valorizzazione del Progetto stesso.

Tuttavia, abbiamo evidenziato che non può essere esaltata solo la visione manageriale ed organizzativa del Piano, collegandolo al solo Reassessment organizzativo e al SMVP, che da solo andrebbe espunto se non correttamente bilanciato. Va, infatti, sviluppata, in modo parallelo, una parte che metta in risalto gli obiettivi di miglioramento del Benessere Organizzativo e della gestione dello Stress da Lavoro correlato, considerato che questa nuova modalità lavorativa e organizzativa è complementare a quella svolta in presenza; c’è inoltre necessità di armonizzare le linee di intervento organizzativo progettate da parte datoriale con aspetti inerenti la disciplina del rapporto di lavoro e gli istituti applicabili che sono oggetto di contrattazione collettiva.

Necessita, inoltre, un maggior approfondimento la presentazione dei contenuti inseriti nel capito della “Salute e la Sicurezza sul lavoro”: al riguardo potrebbe essere potenziata questa sezione facendo riferimento alle questioni/proposte emergenti, finalizzate alla comprensione degli effetti dello smart working sul benessere dei lavoratori, anche allo scopo di calibrare meglio la sua implementazione. Tale, ultimo, rilievo ha trovato concorde l’Amministrazione su una formulazione di questo tipo.
La telematizzazione e la digitalizzazione devono rappresentare il viatico necessario e imprescindibile per supportare il lavoro agile, in quanto indispensabili per la realizzazione degli obiettivi che i lavoratori sono chiamati a garantire responsabilmente nell’ambito di quel “rapporto fiduciario e di delega” più volte richiamato nel Documento stesso e da Noi condiviso.

Interessante, poi, la prospettiva di valorizzazione e crescita del ruolo della dirigenza, da vedersi come un ” passaggio chiave” per il successo del Piano, che non deve essere considerato un mero adempimento di legge ma strumento per il cambiamento culturale dell’organizzazione del lavoro dell’Istituto in un’ottica di valorizzazione del lavoro agile.
E’ per questo che un ruolo centrale di supporto, oltre che di indirizzo, alla dirigenza dovrà essere fornito dalle Direzioni competenti in materia di gestione del personale, della formazione e dell’organizzazione, in modo da poter fungere da “cabina di regia” al processo di cambiamento prospettato.

Nell’ambito della riunione abbiamo, inoltre, presentato diverse osservazioni e proposte:

FORMAZIONE: si è rimarcata l’importanza assoluta e primaria di una Formazione che, volta a tutto il personale, fornisca strumenti conoscitivi e totalmente condivisi rispetto agli obiettivi prefigurati dal POLA, ancor prima che i contenuti e gli istituti giuridici ed economici trovino la loro conclusione negoziale. Inoltre, con specifico riguardo ai professionisti, è stata contestata la limitazione della formazione ai soli coordinatori, ritenendo presupposto imprescindibile una formazione “tout court” di tutta l’Area professionale.

LIMITE GIORNI MENSILI: Non condividendo la previsione di un limite di otto giorni mensili, abbiamo ritenuto non convincente ancorare il contingentamento giornaliero alle direttive della Funzione Pubblica, del tutto antecedenti al nuovo processo evolutivo del POLA, attualmente normato. In realtà il vigente quadro normativo spinge l’adozione a misure più innovative, configurando che almeno il 60% dei dipendenti sia in SW. Abbiamo chiesto una previsione di almeno 10/12 giorni al mese “smartabili”.

ATTIVITA’ NON SMARTABILI: con riferimento alla loro “declinazione” (contenuta nel documento), ci si è soffermati sul passaggio in cui la seguente dicitura “Andranno adeguatamente considerate le necessità di presidio dirigenziale” va a calarsi nel contesto del Piano, sollevando diverse valutazioni di non congrua contestualizzazione del concetto. Tale asserzione è apparsa, per molti di noi, eccessivamente vaga, per alcuni addirittura pericolosa rispetto alle possibili applicazioni distorte; tanto da richiederne la rimozione da parte di alcuni e, comunque, da Tutti la sua puntuale declinazione, tenendo conto della differente articolazione delle funzioni dirigenziali sul territorio.

Il superamento di una diversa considerazione del tema dovrà concentrarsi sulla necessità di evitare discriminazioni di trattamento nella progettazione dei piani di Lavoro Agile, indipendentemente dalla qualifica dirigenziale, di professionista o di funzionario appartenente alle aree A-B-C, mitigando la concettualizzazione del cosiddetto ” adeguato presidio dirigenziale sul territorio” con modalità organizzative e funzionali che, a monte, ne garantiscano la strutturazione e la relativa valutazione di congruità

E’stato altresì chiesto di chiarire se l’elenco delle attività indicate, non svolgibili in SW, sia vincolante. L’Amministrazione ha dichiarato che tutte le attività hanno un segmento svolgibile in SW e che l’elenco può essere rivisto.

LIMITAZIONI AL RICORSO ALLO SMART WORKING: Si è fatto osservare che le limitazioni allo SW per i dipendenti con a carico delle sanzioni disciplinari, più gravi della multa o della sanzione pecuniaria, non sono previste da alcuna norma o direttiva e che una tale articolazione sarebbe ulteriormente penalizzante per il dipendente. L’Amministrazione ha giustificato tale “riferimento”, in quanto lo ritiene strettamente correlato al venir meno del rapporto fiduciario, presupposto essenziale per svolgimento delle attività in modalità agile. La motivazione è stata ritenuta, generalmente, poco convincente.

ISTITUTI CONTRATTUALI LEGATI ALL’ATTESTAZIONE DI UN ORARIO DI LAVORO E’ stato contestato il punto dove si prevede che “la mancata attestazione di un orario di lavoro ha come conseguenza diretta l’impossibilità della fruizione degli istituti contrattuali legati proprio alla rilevazione oraria”. L’Amministrazione ha puntualizzato che essendo il Pubblico Impiego fondato sull’orario di lavoro, attualmente “così è”, pertanto l’argomento richiede meccanismi di adattamento evolutivo; questa risposta può considerarsi poco soddisfacente, trattandosi di un documento programmatico.

Per quanto riguarda nello specifico l’area dei professionisti è stata evidenziata la necessità
· di rimettere, nel rispetto dell’autonomia professionale, la gestione del lavoro agile da parte del Supporto Amministrativo degli uffici legali e medico legali e dei professionisti stessi ai coordinatori d’intesa con i dirigenti delle singole Strutture;
· di adeguare repentinamente il SMVP dei professionisti, attualmente, del tutto inidoneo a misurare la performance professionale e men che meno la performance per le attività svolte in smart working.
A latere dell’incontro, è stato richiesto alla delegazione trattante per l’Amministrazione di preannunciare l’imminente insediamento di un tavolo tecnico sul tema dei criteri di valutazione della performance dell’area professionale.

Roma, 17 febbraio 2021

 

FP CGIL                     CISL FP                  UIL PA                     DIRSTAT-FIALP                    CIDA
Fabrizio Innaimi           Paola De Vita    Salvatore De Falco      Francesco Viola             Lucio Paladino
Paola Massafra                                             Tuminelli Maria         Donato Genchi

Corona virus

Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per la Prevenzione  e la Sicurezza Tecnica in merito alla fabbricazione di mascherine presso i propri laboratori. DPI da destinare al personale del Corpo per le esigenze legate all’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo la nota del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF, nel quale richiama l’attenzione al pagamento delle ore straordinarie prestate dal personale durante l’emergenza epidemiologica COVID 19

Pubblichiamo l’informativa emanata dalla Direzione Centrale per l’Emergenza , il soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito al programma di attuazione del Piano di mobilitazione nazionale  previsto dalla Circolare EM 1/2020 per l’anno 2021.

Pubblichiamo la nota della struttura territoriale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia le difficoltà nella sostituzione dei DPI per il personale

covid

Fin dai primi giorni della diffusione dell’epidemia, poi divenuta pandemia, la Fp Cgil ha acceso un faro sulla questione della necessità di tutelare lavoratrici e lavoratori dal contagio da SARS COV 2, comunemente detto COVID-19.

L’adozione dei protocolli sottoscritti tra Cgil Cisl Uil e Governo, quali (a titolo di esempio) quello del 14 Marzo (misure di contrasto e contenimento della diffusione negli ambienti di lavoro, integrato il 24 Aprile), 24 Marzo (misure per Sanità, Socio Sanitario, Socio Assistenziale), 3 Aprile (misure per la tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti pubblici), 24 Luglio (rientro in sicurezza) ha permesso di intervenire in modo determinante su aspetti tecnico/organizzativi nel contrasto al Virus.

La revisione del Documento di Valutazione dei Rischi con tutto il portato in materia di prevenzione, ha coinvolto tutte le figure di rappresentanza dei lavoratori: rls, rsu, delegati, funzionari, e su questa partita abbiamo consolidato il concetto di necessità di monitoraggio costante dell’efficacia ed efficienza delle azioni.

Stiamo facendo un lavoro fondamentale per il mondo del lavoro pubblico. Stiamo cercando di tutelare la salute delle lavoratrici, dei lavoratori, di donne e uomini, bambini ed anziani.

La nostra battaglia prosegue. Abbiamo bisogno di eradicare questa minaccia globale, che attacca le persone sia sul lato della salute che su quello dell’economia. Abbiamo bisogno di intensificare gli sforzi per uscire il prima possibile da questo triste momento, in attesa che la migliore delle armi in nostro possesso, il vaccino, possa ridare a tutti gli esseri umani la capacità di tornare ad una normalità di vita.

“Nei lavori di assistenza alla persona è necessario innalzare il livello di protezione”

È indubbio che in molte attività lavorative che riguardano settori che si occupano di assistenza alla persona il tema del distanziamento tra persone (che come sappiamo è uno degli elementi di prevenzione a maggior efficacia nella trasmissione del Virus) va declinato diversamente innalzando il livello di protezione. Particolare attenzione va posta sui Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), i quali devono essere idonei ed efficaci.

Tale sottolineatura è importantissima dal punto di vista pratico. Con una posizione indotta dalla carenza di FFP2, l’OMS già ad inizio Marzo 2020 ha reso idonee le mascherine chirurgiche assimilandole ad un DPI, sebbene nascano come dispositivi medici (con diverse varianti a seconda delle caratteristiche di impermeabilità, stratificazione dei filtranti, ecc), quindi a tutela del paziente, più che dell’operatore.

“Le varianti sembrano avere una trasmissibilità maggiore. È necessario l’utilizzo delle ffp2”

Questo poteva avere un senso quando la “barriera” doveva essere efficace contro il “droplet” (le goccioline espulse con tosse, starnuti, per semplificare al massimo il concetto). Oggi però le varianti sembrano avere una capacità di trasmissibilità maggiore e quindi è supponibile che la capacità del virus di circolare si sia modificata (cfr. BMJ 2021; 372: n230; BMJ 2021;372:n288). Ad oggi quindi non è chiaro, sebbene supponibile, se la trasmissione possa avvenire air-borne (molto più invasivo rispetto al droplets) ed in assenza di questa chiarezza deve valere il principio di precauzione che vedrebbe necessario perlomeno l’utilizzo delle mascherine ffp2.

In data 9 Settembre 2020 il British Medicine Journal (BMJ2020;370:m3526) ha pubblicato uno studio in cui è evidenziato che il personale operante nelle terapie intensive veniva infettato meno del personale operante nelle medicine. Cosa significhi è chiaro. Nelle terapie intensive vengono indossati DPI di categoria superiore (maggiore livello di protezione) e questi proteggono perfino in ambienti ad altissimo rischio.

“Le mascherine chirurgiche possono risultare del tutto inadeguate”

Questa mutata condizione ci induce a pensare con ancor più convinzione, che si possa verificare anche un problema di saturazione ambientale in molti contesti chiusi, e che le valutazioni debbano tenere conto della capacità di ricambi d’aria dei vari luoghi di lavoro e che le mascherine chirurgiche possano risultare del tutto inadeguate.

Sarebbe pertanto di buon senso, oltre che fondato su evidenze scientifiche, l’utilizzo diffuso delle FFp2 che peraltro oggi sono comunemente reperibili sul mercato. Sebbene i costi siano giudicati elevati per molti datori di lavoro, rimane prioritario in questo momento comprendere che la spesa per la corretta ed efficacia prevenzione in questa fase è non solo un risparmio per la gestione complessiva dell’emergenza sanitaria ma aiuta ad accelerare l’efficacia delle misure di contrasto all’emergenza economica e sociale.

Al lavoro Sicuri, per garantire la Sicurezza di tutti.

The Italian Firefighters presents their contractual platform. “A path of dignity out of corruption”, which aims to give back dignity and rights to all firefighters through Collective bargaining.

Assunzioni dei 1000 operatori giudiziari e situazione vertenza tirocinanti: facciamo il punto.

Si sta concludendo in questi giorni l’iter del bando per i 1000 operatori giudiziari a tempo determinato biennale con la scelta delle sedi per i 950 attuali vincitori ed il prossimo inserimento degli ulteriori 50 all’esito del contenzioso giudiziario in atto e conseguente all’esclusione preventiva di alcuni potenziali concorrenti. Un bando che segue quello dei 616 operatori assunti tramite i CPI, che peraltro deve ancora concludersi in alcune significative Regioni. A cui aggiungere la selezione per 109 autisti e lo scorrimento previsto, a partire da giugno prossimo ed entro gennaio 2022, dalla legge di stabilità per ulteriori 1080 posizioni per un tempo determinato annuale che con ogni probabilità attingerà alla graduatoria degli idonei al bando dei 1000. Tutti questi bandi hanno interessato principalmente il bacino dei lavoratori tirocinanti assorbendone buona parte e per tale motivo non possiamo che esprimere una prima soddisfazione per un passo in avanti assai significativo, anche se certamente non risolutivo.

Un processo che purtroppo non è stato privo di grandi difficoltà ed anche di errori commessi nella identificazione del percorso più utile a garantire un risultato soddisfacente, tramite la scelta iniziale di utilizzare le selezioni tramite CPI, che ha portato ad ulteriori ritardi rispetto a quelli paradossali determinati dal prolungamento dei tirocini senza prospettive vere. A cui si aggiunge l’ulteriore mancanza di sensibilità che l’Amministrazione sta dimostrando nell’allocazione di questo personale negli Uffici Giudiziari. A noi sembrava una operazione di buon senso non operare grandi spostamenti sul territorio, semplicemente perché non sono assegnazioni a lungo termine. Le assegnazioni definitive, infatti, potranno avvenire solo a seguito della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato mediante apposito concorso. In tal caso si metteranno a concorso le sedi solo sulla base della carenza effettiva degli organici e ciò a differenza delle assegnazioni a tempo determinato che possono essere anche soprannumerarie. Nella modalità prescelta dall’amministrazione i lavoratori saranno con ogni probabilità costretti a spostarsi sul territorio nazionale almeno due volte e non ci pare una bella cosa nei confronti di persone che da dieci anni operano all’interno degli Uffici Giudiziari a 400 euro al mese. E la cui permanenza è stata espressamente richiesta dai Capi degli Uffici interessati.

Questa scelta richiede da parte nostra un ulteriore impegno per la stabilizzazione e per limitare al massimo gli spostamenti sul territorio. Intanto diamo il benvenuto ai lavoratori, invitandoli a contattare le nostre strutture territoriali ed i nostri delegati per ogni opportuno supporto nella fase di inserimento al lavoro.

Proseguiremo il nostro lavoro che è quello di valutare lo stato di avanzamento della vertenza e porre le basi per i passi successivi. Sulla base di uno scenario delineato dalla legge di stabilità, che prevede ulteriori 3000 assunzioni a partire dal 2023, di cui 1500 nella qualifica di operatore. Che non può essere considerato uno scenario conclusivo, ma un punto di riferimento temporale rispetto alle prospettive date allo stato, che necessita comunque di opportuni approfondimenti sulle strade migliori da percorrere che non possono che mirare all’applicazione della legge Madia in materia di riserva concorsuale e che, da subito, ci deve porre il problema della proroga di questi rapporti poiché il tempo passa in fretta.

Questo è il nostro impegno per il prossimo futuro: per sostenere al meglio queste istanze, insieme a quelle che riguardano i gravi ritardi e le inadempienze che registriamo su tutte le problematiche inerenti il personale di ruolo, abbiamo necessità di avere l’appoggio e l’adesione dei lavoratori, mantenendo e rafforzando la nostra presenza nei luoghi di lavoro ed il clima di partecipazione, mobilitazione e condivisione che ci ha accompagnato nei lunghi anni di questa complessa vertenza.

Fraterni saluti

 

 

Felicia Russo                                                              Claudio Meloni

Coordinamento Nazionale FP CGIL                        Giustizia FP CGIL Nazionale

SIAMO ALLA FARSA!

Con il nostro comunicato dello scorso 15 febbraio avevamo dato la notizia dell’approvazione in via definitiva da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, in seduta straordinaria, del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2020/2022 che rappresentava il presupposto per la successiva approvazione delle graduatorie definitive delle progressioni verticali che sarebbe dovuta avvenire oggi in occasione di un’ulteriore seduta dell’Organo di vertice dell’INPS.
Usiamo il condizionale “sarebbe” in quanto abbiamo appreso, informalmente, nel corso della serata di ieri che quella famosa riunione non ci sarà più e ne ignoriamo ufficialmente le ragioni anche se la versione più accreditata negli ambienti della Direzione generale parla della necessità di un’ulteriore presa d’atto da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in ordine alla delibera del CdA di approvazione definitiva del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2020/2022, atto rispetto al quale il 9 febbraio l’allora Ministro Sen. Nunzia Catalfo aveva già espresso un via libera approvando la deliberazione n.3 del 4 maggio 2020 con la quale in prima battuta, sempre il CdA dell’INPS, aveva approvato il citato Piano.
Ora ignoriamo, a meno che non sia in atto un gioco al ping pong tra via Ciro il Grande e via Veneto, un gioco che però si svolge sulla pelle di centinaia di colleghi direttamente interessati al buon esito della procedura selettiva, quale debba essere la presa d’atto ministeriale di una deliberazione i cui contenuti sono già passati al vaglio del MEF/Ragioneria Generale dello Stato e del Ministero della Funzione Pubblica, ministeri noti, anche in passato, per il rigore manifestato nei confronti dell’azione amministrativa dell’INPS.
Cosa ci deve dire il Ministero del Lavoro? Che la delibera è conforme alla legislazione vigente? Lo ha già messo nero su bianco con la nota del 9 febbraio scorso nella quale è testualmente scritto che “Al riguardo questo Ministero, verificata la conformità alla legislazione vigente e considerato l’avviso favorevole espresso … approva la deliberazione n.3 del 4 maggio 2020, di concerto con le predette Amministrazioni, ai sensi dell’articolo 53, comma 3, del DPR 30 aprile 1970 n.639”. Sulla scorta di quella nota il CdA dell’INPS, composto da persone non certo sprovvedute, ha deliberato la scorsa settimana l’approvazione definitiva del Piano, ragion per cui per cui facciamo fatica a comprendere quale ulteriore passaggio amministrativo sia necessario, a meno che non si voglia portare alle calende greche la chiusura definitiva di un iter avviato 10 mesi fa!
Questo ulteriore rinvio, al quale si sarebbe potuto ovviare usando un po’ di buon senso, lo interpretiamo come una presa in giro verso i colleghi e ci induce ad interrompere le relazioni sindacali a partire già dal confronto previsto giorno 18 febbraio p.v. in sede di Organismo Paritetico per l’Innovazione sul tema del P.O.L.A. (Piano Organizzativo del Lavoro Agile): fino a quando non avremo l’atto formale di approvazione definitiva delle graduatorie sulle progressioni verticali da parte del CdA, non parteciperemo alle riunioni convocate dall’Amministrazione e lasceremo ad altri l’onore di tale interlocuzione.

Roma, 17 febbraio 2021

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione, con la quale convoca e organizza le selezioni per gli aspiranti formatori per patenti terrestri VF

A seguito dell’incontro con il Dipartimento sull’emergenza sanitaria in atto, pubblichiamo il resoconto unitario delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF

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