Pubblichiamo la nota con la quale ancora una volta, si ribadisce la necessità di affrontare le problematiche del settore Nautico
“Bene l’Anci su assunzioni e semplificazioni dei concorsi ma basta col precariato”. Ad affermarlo è la Fp Cgil, che precisa: “Condividiamo l’analisi dell’Anci in merito a molti dei mali che affliggono le assunzioni degli enti locali e che li hanno portati al non inviabile primato di aver perso un quarto degli addetti in meno di 12 anni. Fa bene l’associazione presieduta da Decaro a ricordare che il 2020 è stato un anno drammatico per le assunzioni e che senza una drastica semplificazione delle procedure e delle norme che vincolano la spesa del personale il settore non è assolutamente in grado di riprendersi e arrivare puntuale all’appuntamento con le risorse del Recovery Plan”.
Per la Funzione Pubblica Cgil, “sbaglia però l’Anci a credere che una risposta possa arrivare da ulteriori assunzioni precarie, il cui costo, peraltro, non è inferiore a quello del personale a tempo indeterminato. Servono assunzioni stabili che vadano ben oltre le 60 mila in cinque anni auspicate dalI’Anci. Seguendo questo trend al 2027 a stento si potrebbe coprire il massiccio deflusso verso il pensionamento che si prevede nei prossimi anni. Non solo occorre svincolare la spesa investendo in assunzioni a tempo indeterminato, ma occorre concentrare le assunzioni in settori strategici rispetto al mandato europeo: nei settori tecnici, in primo luogo, ma anche nei servizi educativi, in quelli per la cultura e nei servizi sociali”.
Gli strumenti e le risorse, osserva il sindacato, “possono e debbono essere trovati. Lo dimostrano i trasferimenti strutturali previsti dall’ultima legge di bilancio che, per la prima volta, aprono una prospettiva di sostegno permanente all’occupazione negli enti in settori come i servizi sociali e quelli educativi. Si tratta di risorse ancora insufficienti e di norma che non riescono a raggiungere tutti gli enti, soprattutto quelli che più necessitano di supporto, ma che stanno lì a dimostrare che con un adeguato sostegno da parte dello Stato gli enti possono invertire la tendenza all’invecchiamento e alla riduzione del proprio personale. Anci e Ministero della Pa, anche in vista dell’incontro del prossimo 8 marzo, ascoltino finalmente le proposte che da tempo stiamo facendo sul piano straordinario per l’occupazione e la semplificazione delle assunzioni nel pubblico impiego”, conclude la Fp Cgil.
Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito le proposte e le osservazioni riguardo il decreto sulle Posizioni Organizzative
MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE – PIANO ORGANIZZATIVO DEL LAVORO AGILE
Prosecuzione del confronto sul sistema di misurazione e valutazione della performance (SMVP) e interlocuzione con l’Amministrazione sulla bozza di Piano Organizzativo del Lavoro Agile (non avevamo partecipato al primo incontro su quest’ultimo argomento per protesta nei confronti dei Vertici INPS causa la mancata adozione della delibera di approvazione delle graduatorie definitive sulle progressioni verticali poi intervenuta giorno 24 febbraio anche grazie alla nostra netta presa di posizione sul punto) sono stati i due temi discussi in occasione delle riunioni del 1° e del 2 marzo in sede di Tavolo nazionale di confronto e di Organismo Paritetico per l’Innovazione.
Sul primo tema abbiamo ribadito, checché ne dicano altri, già pronti dalle prime battute del confronto nelle scorse settimane a sacrificare i titolari di posizione organizzativa sull’altare del sistema di misurazione e valutazione della performance proposto dall’Amministrazione (sic!) che nelle loro intenzioni si sarebbe dovuto applicare in via sperimentale esclusivamente ai responsabili di p.o., la nostra netta contrarietà all’applicazione integrale del meccanismo di misurazione e valutazione della performance individuale del personale delle aree, avendo proposto, sin dalla precedente riunione del 10 febbraio scorso, di circoscriverne gli effetti alle sole risorse incrementali del Fondo per il salario accessorio.
La nostra proposta, supportata anche dall’articolo 76, comma 4, del CCNL FF.CC. 2016/2018 che contempla la possibilità di aumentare il Fondo di Ente con le risorse derivanti dall’applicazione di specifiche norme di legge indicate dallo stesso CCNL, se accolta consentirebbe di “mettere in sicurezza” l’attuale parte variabile dello stesso Fondo, lasciando alle sole risorse incrementali la possibilità di sperimentare il sistema di misurazione e valutazione proposto dall’Amministrazione. Su questo punto abbiamo registrato un primo passo in avanti da parte dell’Amministrazione che ha sostenuto la riconducibilità del TEP all’attuale SMVP (delibera CdA INPS n.75 del 5 novembre 2020), con ciò riconoscendo la bontà di quanto da noi sostenuto, sin dalle prime battute, circa la validità dell’attuale SMVP che già contempla in sé il meccanismo di valutazione individuale tarato sui coefficienti di merito contrattualizzati dal lontano 2001 e recepiti nei successivi contratti integrativi. La materia oggetto di confronto dovrà essere necessariamente affrontata in sede di CCNI 2020, contratto integrativo per il quale chiediamo da tempo l’avvio della discussione dopo la riunione introduttiva del 4 dicembre scorso, in quanto riteniamo che sia quello l’ambito negoziale naturale nel quale decidere le forme di utilizzo delle risorse del Fondo e la loro distribuzione.
Sul tema del lavoro agile e del relativo piano organizzativo, che sarà parte integrante del piano della performance 2021 dell’INPS, vi è stata ieri la riunione specifica dell’Organismo
Paritetico per l’Innovazione. In premessa abbiamo ribadito la necessità, rafforzata dal perdurare dello stato di emergenza sanitaria che ha modificato la configurazione del lavoro agile per il quale ancora oggi si prescinde dall’accordo individuale e dagli obblighi informativi posti a carico del datore di lavoro pubblico, di addivenire ad un accordo che regoli aspetti normo-economici dello smart working “emergenziale” (buono pasto, diritto alla disconnessione, fasce di contattabilità, lavoro straordinario ecc.) la cui disciplina è diventata, alla luce delle prospettive della pandemia, ormai indifferibile come ci insegna l’esempio di altre amministrazioni pubbliche intervenute con specifici accordi sindacali.
Nel merito del documento consegnato abbiamo rappresentato una serie di richieste riassumibili nei seguenti punti:
● estensione, da 8 a 12, dei giorni di smart working su base mensile con possibilità di ulteriori deroghe non solo a tutela della genitorialità e dei soggetti considerati fragili, ma anche per particolari categorie, si pensi al personale informatico, di colleghi la cui attività potrebbe essere svolta h24 in remoto;
● eliminazione della preclusione di accesso allo smart working per i colleghi destinatari di qualsiasi forma di sanzione disciplinare (nel documento si esclude dal lavoro agile il personale destinatario delle sanzioni disciplinari superiori alla multa);
● eliminazione della discrezionalità dirigenza nell’individuazione del personale;
● ampliamento delle attività lavorabili da remoto, con impegno vincolante dell’amministrazione a digitalizzare tutti gli adempimenti ed informatizzare tutti le attività di tutti i processi lavorativi;
● previsione della consecutività dei giorni di lavoro agile così come previsto già oggi da un messaggio Hermes del 14/6/2020 che concerne la fase emergenziale;
● riconoscimento del buono pasto che, per ammissione della stessa Amministrazione nel POLA, sarebbe legato all’introduzione di specifici strumenti tecnici (dimostrazione della piena conciliabilità tra lavoro agile e buono pasto da noi sempre sostenuta anche dopo il 15 settembre 2020!);
● riconoscimento di indennità/rimborso per le spese a carico del lavoratore (linea internet, energia elettrica ecc.)
● previsione di forme di co-working, da sviluppare in sinergia con soggetti pubblici e privati, al fine di aumentare l’osmosi tra professionalità diverse ed di agevolare l’accesso al lavoro agile non solo per i colleghi privi di luoghi e spazi adatti in cui svolgere la propria attività, ma anche per coloro i quali operano in aree geografiche del Paese prive di un’adeguata infrastruttura di rete.
Roma, 03 marzo 2021
FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Roma, 02 marzo 2021
Al Capo D.A.P.
dott. Bernardo PETRALIA
Roma
Oggetto: morti sul luogo di lavoro
Pregiato Presidente,
gli istituti penitenziari sono da sempre un luogo poco sicuro per chi vi lavora sia per i compiti propriamente istituzionali che gli operatori penitenziari sono chiamati a svolgere, sia per le condizioni di stress a cui è sottoposto i l personale, basta contare il numero dei suicidi . Oggi a questi, si aggiunge anche un problema di carattere sanitario strettamente legato alla gestione della pandemia in corso.
Nell’istituto penitenziario di Carinola sono stati contagiati quasi 30 operatori penitenziari di cui tre sono morti . Morti che gravano sulla coscienza di una gestione poco attenta delle prescrizioni sanitarie disposte a vari livelli dal Mini stero della salute, dal DAP e dai protocolli anti COVID 19 locali discussi con le organizzazioni sindacali.
In data 28 gennaio u.s. una delegazione in visita sui luoghi di lavoro della scrivente organizzazione sindacale è stata rassicurata sulla distribuzione dei DPI e circa l’ attenzione prestata alle procedure previste dai protocolli anti COVID 19, ma oggi ascoltando le testimonianze di chi presta servizio nel penitenziario casertano, sembrerebbe che i dispositivi individuali di protezione non siano mai stati regolarmente distribuiti al personale, così come non siano mai stati fatti tamponi rapidi anti Covid 19 per la detection di eventuali positivi , così come non siano mai state messe in atto le procedure di sanificazione dei locali.
Ma c’è dell’altro, sembrerebbe che sia stata istituita un’ ulteriore sezione COVID, dove il personale ivi in servizio non aveva a propria disposizione neanche il bagno o peggio poteva sfruttare i servizi sanitari presenti in altri locali della struttura con il grande rischio di poter diffondere il virus anche ai colleghi in servizio in altre sezioni e non muniti di DPI .
Per questo, c i stringiamo al dolore dei famigliari degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria morti per COVID 19 in seguito al focolaio scaturito nell’istituto.
Per quanto sopra esposto, le chiediamo di appurare quanto accaduto nell’istituto in questione e di fornirci chiarimenti a riguardo, così come prendere provvedimenti tesi ad evitare il ripetersi di tali situazioni.
Coordinatore Nazionale FP CGIL
Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI
Quanto è impari la cittadinanza delle donne nella vita lavorativa, nella vita pubblica e sociale e in quella istituzionale? Leadership femminile e gender gap sono le questioni da affrontare, consapevoli che non si tratta di aspetti marginali per lo sviluppo del paese, ma di una priorità.
In Italia le donne occupate in posizioni dirigenziali sono appena il 18%, con una crescita negli ultimi 10 anni dello 0,3%. I pochi ruoli manageriali delle donne, inoltre, fanno emergere un altro dato su cui è necessario lavorare: qui troviamo le maggiori differenze retributive di genere. Un uomo dirigente guadagna molto di più di una donna dirigente.
Eppure è dimostrato che l’equilibrio di genere fa aumentare il fatturato delle aziende e fa crescere il PIL. Le imprese con governance mista, equamente distribuita tra uomini e donne, sono più competitive e reagiscono meglio nei contesti di crisi.
Nelle istituzioni, nella vita pubblica e sociale la possibilità di espressione delle capacità femminili sono ancora ridotte a pochi spazi, faticosamente raggiunti. Decisioni e strategie politiche di genere vengono ancora maturate in ambienti politici a componente maggioritaria maschile, le donne fanno ancora fatica – a 60 anni dalla legge che attribuisce loro il diritto all’elettorato attivo – ad accedere ai ruoli istituzionali.
Nonostante si stia facendo un percorso per scardinare una mentalità retrograda che vede la donna come maggiore (se non unica) addetta alla cura della casa e della famiglia, nei fatti e nelle idee questa rimane una visione fin troppo radicata – delle volte consapevolmente, altre inconsapevolmente – e ancora da superare. E’ quindi necessaria una rilettura dei ruoli tradizionali di cura, anche attraverso una redistribuzione dei carichi fuori dagli stereotipi di genere.
Oltre alla necessità di sradicare alla base queste visioni maschiliste e retrograde, ci sono anche altre strade da percorrere in questa stessa direzione, come quella di procedere ad un potenziamento dei servizi pubblici come asili nido e scuole dell’infanzia o servizi per l’assistenza agli anziani, per liberare le donne, dando loro maggiore libertà di scelta lavorativa e di carriera.
L’Italia ha messo al centro della sua presidenza del G20 il tema dell’empowerment femminile e ora deve assolutamente agganciare gli stanziamenti del NextGenerationEU per colmare il gender gap e dare una spinta decisiva di sviluppo al Paese e, attraverso la giusta rappresentanza nei ruoli chiave, dare un senso vero e tangibile alla parità di genere.
Ne parliamo insieme l’8 marzo, in diretta Facebook su @fpcgilnazionale, dalle ore 16.30.
Interverranno:
Modera Giorgio Sbordoni, giornalista di Collettiva
Quello che è certo è che non potete non risponderci.
Riassunto delle puntate precedenti:
1) In data 20 gennaio scorso tutte le OO.SS. chiedono un incontro al Ministro o al Capo di Gabinetto sulla questione relativa alla valutazione dei Dirigenti del Mit;
2) l’incontro si svolge il 4 febbraio, alla presenza dei due capi dipartimento, all’uopo delegati, i quali si dicono d’accordo con le osservazioni prodotte dalle OO.SS., tanto è vero che, nel frattempo, hanno prodotto una nota in tal senso al Ministro;
3) crisi di governo e cambio di Ministro; le OO.SS. scrivono al nuovo Ministro e al Capo di Gabinetto (che, nel frattempo viene confermato essere il Dott. Stancanelli), per avere un incontro urgente al fine di conoscere quali siano le determinazioni finali dell’Amministrazione.
A tutt’oggi, non abbiamo ricevuto alcuna convocazione, né sappiamo se il neo ministro abbia contezza della questione. Per quanto ci riguarda, continuiamo a pensare che il sistema di valutazione relativo ai Dirigenti, basato sul criterio della cosiddetta deviazione standard, sia un errore clamoroso. Lo abbiamo detto. Lo abbiamo ribadito. Ne siamo convinti.
Vorremmo conoscere il pensiero dell’Amministrazione: in modo certo ed inequivocabile.
Quello che non è possibile è pensare che il trascorrere del tempo sia la migliore risoluzione dei problemi. Potete dirci che siete d’accordo con noi e, allora, bisognerà procedere di conseguenza.
Potete anche dirci che non siete d’accordo con noi: ne prenderemo atto e decideremo le nostre iniziative sindacali, per porre rimedio a questa che è una vera e propria assurdità.
Una sola cosa non vi è consentita: non potete non risponderci. Per questo vi chiediamo di essere convocati urgentemente.
Lo dovete a noi, lo dovete ai lavoratori che rappresentiamo.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFINTESA CONFSAL UNSA FLP USB
UNADIS CIDA
Al Dott. Marcello Minenna
Direttore dell’Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli
OGGETTO: Richiesta di inserimento del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel Piano strategico per la vaccinazione anti Sars-Cov2-Covid 19 quale categoria a rischio.
Le scriventi, in adesione alle numerose iniziative territoriali unitarie rivolte alle istituzioni regionali per l’inserimento del personale dell’Agenzia nel piano vaccinale in quanto categoria a maggior rischio, con la presente sono a richiederLe di voler assumere ogni iniziativa utile, anche verso il Ministero della Salute, affinché per i dipendenti si possa procedere alla somministrazione del vaccino in oggetto su base volontaria.
Tale necessità si sostanzia non solo per l’attività e le funzioni tipiche delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia, ma anche per i possibili ulteriori rischi – come accaduto negli ultimi giorni in particolare presso porti ed aeroporti – correlati a varianti del virus, in ultimo quella cosiddetta “sudafricana”.
In attesa di un Suo riscontro porgono distinti saluti
Roma 1 marzo 2021
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino De Caro – Fanfani Procopio
Pubblichiamo la risposta della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito al quesito sulla liquidazione banca ore per periodi antecedenti al 31.12.2019
In allegato la nota unitaria, firmata dai segretari Generali di FPCGIL, CISL FP, UILPA e UIL FPL, inviata oggi al Ministro dell’Economia sull’approvazione del country-by-country reporting pubblico, cioè l’obbligo per le multinazionali di rendicontare pubblicamente, e non solo a beneficio delle autorità, le proprie attività Paese per Paese. Con il dettaglio su dove realizzano i profitti e dove pagano le tasse.
Buon lavoro.
Nicoletta Grieco
Head of International Department FPCGIL
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Roma, 1 marzo 2021
Al Ministro dell’Economia e
delle Finanze
Dott. Daniele Franco
Oggetto: Riunione COMPET del 25 febbraio e rendicontazione pubblica Paese-per-Paese (CBCR)
Egregio Ministro,
il 25 febbraio il Consiglio Competitività dell’UE (COMPET) ha discusso l’annosa proposta di direttiva sulla rendicontazione pubblica Paese per-Paese (CBCR). Questa importante misura di trasparenza obbligherebbe le imprese multinazionali a riferire pubblicamente sulle loro attività nelle giurisdizioni in cui operano. A nome di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, UIL PA, membri della Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (EPSU), sosteniamo pienamente il principio della trasparenza pubblica delle imprese. Siamo lieti che il Governo italiano sostenga il provvedimento e che abbia votato a favore della CBCR pubblica nella riunione del COMPET.
Per il movimento sindacale la CBCR pubblica fornirebbe informazioni inestimabili, permettendoci di negoziare con i datori di lavoro in modo più efficace, di proteggere i salari e gli standard di vita dei lavoratori e di salvaguardare il finanziamento dei nostri servizi pubblici. Tuttavia, l’attuale progetto di proposta è una misura relativamente modesta. Per essere veramente efficace diverse scappatoie devono essere eliminate dalla proposta pubblica CBCR attualmente all’esame del Consiglio.
In primo luogo, le multinazionali devono riferire per tutti i Paesi in cui operano. Altrimenti i dati saranno di uso limitato e, paradossalmente, le aziende potrebbero essere incentivate a rafforzare il loro comportamento di evasione fiscale in quei Paesi per i quali non devono fare rapporto. Questo è un aspetto critico anche per i Paesi in cui le amministrazioni fiscali hanno ancora meno risorse materiali e umane di quelle dell’UE.
In secondo luogo, i piani per permettere alle aziende di ritardare o omettere dati specifici o giurisdizioni specifiche devono essere abbandonati (questi includono le scappatoie per i dati “commercialmente sensibili” e la clausola comply-or-explain). Questo vanificherebbe lo scopo di stabilire un campo di gioco uniforme nell’UE e oltre.
In terzo luogo, il Consiglio dovrebbe richiedere che le regole pubbliche CBCR si applichino a tutte le aziende che si qualificano come una “grande impresa” secondo la direttiva contabile dell’UE, invece di introdurre un’altra definizione nella legge UE relativa alla misura arbitraria di 750.000.000 euro di fatturato medio annuo per due anni. Basarsi su un’unica definizione di “grande impresa” sarebbe anche in linea con il principio della buona amministrazione e del legiferare.
I nostri iscritti sono in prima linea in questa crisi economico-sanitaria senza precedenti causata dal Covid19. Ogni giorno fanno enormi sacrifici fisici, psicologici e finanziari per mantenere la nostra società al sicuro. Tutto quello che chiediamo è che anche le multinazionali facciano la loro parte, pagando la loro parte e non approfittando della crisi.
Se l’UE non agisce ora, rischiamo di rimanere indietro. Fino ad oggi lo stallo in Consiglio ha impedito all’UE di progredire su importanti riforme della trasparenza come la CBCR pubblica, ma il suo valore nel rafforzare la trasparenza aziendale ha portato a sviluppi significativi in altre regioni. Il Congresso degli Stati Uniti sta considerando una proposta legislativa per introdurre la rendicontazione pubblica paese per paese, una mossa che probabilmente guadagnerà slancio sotto la nuova amministrazione.
Inoltre, anche le comunità degli affari e degli investitori hanno offerto il loro sostegno alla CBCR pubblica, con molte grandi aziende che pubblicano volontariamente queste informazioni e gli investitori istituzionali con circa 90.000 miliardi di dollari in attività che sostengono la CBCR pubblica come un passo importante verso una maggiore parità di condizioni, una maggiore trasparenza e un migliore sostegno pubblico. Il settore dei servizi finanziari è già tenuto a rendere pubbliche le informazioni Paese-per-Paese, e con un numero crescente di aziende che adottano la misura volontariamente, gli argomenti per renderla un requisito legale per tutte le aziende sono più forti che mai.
I nostri iscritti del Ministero Economia e Finanze credono che il loro lavoro sarebbe facilitato, non ostacolato, da una CBCR pubblica. Dare ai giornalisti, ai sindacati e alla società civile l’accesso a questi dati garantirebbe che le scappatoie e gli abusi nel nostro sistema fiscale siano affrontati in modo più rapido ed efficiente. Aumenterebbe anche la fiducia del pubblico nel nostro sistema fiscale e costruirebbe un sostegno politico per il lavoro della nostra amministrazione fiscale.
È raro che il movimento sindacale e le ONG di giustizia sociale e fiscale, gli investitori e alcune multinazionali siano d’accordo su una proposta legislativa concreta e ben avanzata come questa. L’ampiezza del sostegno testimonia l’urgenza di introdurre la CBCR pubblica. Con lo slancio dietro la proposta, sarebbe un errore sprecare l’opportunità e non spingere per la direttiva più efficace e completa possibile.
Con una maggioranza qualificata ora a sostegno della CBCR pubblica, speriamo che Lei colga l’opportunità di considerare la sua posizione sulle suddette disposizioni della direttiva. Solo un reporting pubblico Paese-perPaese per tutte le multinazionali, che comprenda tutte le giurisdizioni in cui operano, senza clausole di uscita, sarà all’altezza dell’urgenza della crisi attuale.
Distinti saluti
Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario Generale
FP CGIL CISL FP UIL FPL UIL PA
Serena Sorrentino Maurizio Petriccioli Michelangelo Librandi Sandro Colombi
Pubblichiamo la bozza di circolare TAS che sarà trattata durante l’incontro al Tavolo per la Formazione,il 04 marzo 2021
Pubblichiamo il bollettino ufficiale di riferimento il bando di concorso interno, per titoli ed esami per la copertura di n. 313 posti per l’accesso alla qualifica di Ispettore antincendi e di n. 6 posti per l’accesso alla qualifica di Ispettore Antincendi AIB e relativo manuale utente.