Le sottoscritte OO.SS. alla luce dei rientri in presenza dal 1 Novembre 2021 e dopo innumerevoli sollecitazioni verso la DGROSIB ed il Segretariato Generale prendono atto che non vi è stato nessun aggiornamento della circolare del 13 Ottobre 2021 che potesse chiarire meglio numeri e giornate sui rientri in presenza.
Apprendiamo comunque, da quanto si evince nella nota pubblicata sulla Intranet, che l’indicazione di calcolo dovrà essere fatta non sulle “teste” ma sulle giornate.
Ci giungono notizie anche che la DGROSIB sta informando i vari centri di costo di calcolare le giornate di lavoro agile a partire dal 15% calcolando tutto il personale presente compresi i dirigenti.
Da questi andranno tolti i telelavoristi e i lavoratori fragili così da avere un numero di giornate di smart working da distribuire a chi ne farà richiesta, comportando percentuali più alte di lavoratrici e lavoratori che potranno accedere allo smartworking.
Ci auguriamo che questo calcolo possa soddisfare tutte le richieste che perverranno.
Non possiamo però esimerci nel criticare fortemente il metodo e la non tempestività di comunicazione, dopo i ripetuti appelli a tornare a confrontarci ufficialmente con l’Amministrazione in modo da rendere agevole e ordinato il rientro alla data del 1 novembre.
Già nell’ultimo confronto avevamo chiesto di rivedere la circolare alla luce delle linee guide che stanno per essere emanate dalla Funzione Pubblica dopo il definitivo confronto con le OO:SS di categoria. Linee guida che non parlano di percentuali così come non ne parla il DM Brunetta e che aprono a maggiori possibilità di accedere al lavoro agile stante l’organizzazione da parte delle Amministrazioni di connessioni sicure e degli strumenti per poter lavorare da remoto.
Pertanto solleciteremo l’Amministrazione di trovarci entro la prima metà di Novembre su un tavolo di vero Confronto su tutte le tematiche relative allo smart working.anche nelle more del nuovo Contratto Nazionale in discussione in questi giorni all’Aran.
Nel frattempo chiederemo un monitoraggio già dalla prossima settimana di come si siano organizzati realmente gli Uffici e quale sarà il fenomeno dei rientri anche in percentuale, tenuto conto che ancora siamo in fase emergenziale e che anche l’occupazione degli spazi in presenza dovrà avvenire con sicurezza.
Inoltre abbiamo già più volte sollecitato l’aggiornamento del Protocollo per la sicurezza, in quanto questa fase, ancora emergenziale, non esime dalle responsabilità sulla sicurezza dei lavoratori, così come indicato nel dl 81, e che questa ricade sui loro datori di lavoro, compresi i dirigenti i quali sono tenuti ad assicurare aldilà delle giornate in presenza gli adeguati spazi, i relativi distanziamenti e tutte le misura per la prevenzione dei contagi così come prevista sia dal DPCM del consiglio dei Ministri che dal Decreto Brunetta stesso. Riteniamo infine, come evidenziato più volte nelle nostre note, che in assenza di una aggiornamento siano vigenti tutte le previsioni dell’ultimo Protollo comprese le regole per la quarantena propria o per i figli minori che sono per questo costretti alla dad.
Non siamo ancora fuori del tutto dalla pandemia, stiamo osservando proprio in questi giorni un aumento dei contagi ,e non vorremmo trovarci ad intervenire senza fare sconti su problematiche, e ci auguriamo di no, che possano ledere la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero.
FPCGIL CISL FP UIL PA
Roberto Copioli Carlo Filacchioni Stefano Fricano
“La triste conta quotidiana dei morti caduti sul lavoro ha compreso ieri un lavoratore impegnato nella manutenzione del Parco della Reggia di Caserta. Un lavoratore di una ditta esterna colpito da un ramo potato da un collega. Un terribile incidente sulle cui cause sta indagando la magistratura ma che ancora una volta pone drammaticamente in risalto tutte le problematiche connesse alla sicurezza del lavoro. Una media di tre morti al giorno in quest’anno pone con drammatica priorità i temi della prevenzione e dei controlli. Servono interventi immediati per rafforzare i servizi pubblici dedicati e occorre sempre più coltivare la cultura della prevenzione. Un lavoratore che è morto lavorando per assicurare la fruizione del nostro patrimonio culturale in uno dei suoi siti più significativi, impegnato nella cura di un Parco centenario con un patrimonio botanico unico. E il mondo dei beni culturali inizia a pagare un dazio pesante agli incidenti sul lavoro, nessuno potrà dimenticare i due lavoratori morti nell’Archivio di Stato di Arezzo. Alla famiglia della vittima la nostra più affettuosa vicinanza”. Così in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa sull’operaio morto ieri nel parco della Reggia di Caserta, dove era impegnato in attività di manutenzione.
Pubblichiamo l’interpello della Direzione Centrale per le Risorse umane in merito l’Art 42 del DPR 42 del 2012 per il personale del ruolo Drettivo Sanitario
Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per la Formazione in merito la nuova organizzazione del corso Capo Squadra decorrenza 2020 a 5 settimane
A seguito del decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione il Dipartimento ha emanato le modalità per il rientro in servizio e il lavoro agile
Pubblichiamo l’informativa della Direzione centrale per le RisorseUmane in merito i criteri di scrutinio per il triennio 2021 -’23 riguardo i Primi Dirigenti e Direttivi con funzioni operativi, Medici e Ginnico Sportivi
APPLICAZIONE SMART WORKING
Pubblichiamo tutte le circolari ufficiali relative alle modalità applicative che regoleranno lo svolgimento del lavoro agile nei prossimi mesi.
Per rispondere alle molte richieste di chiarimento pervenute, come avuto modo di precisare, il presente accordo rappresenta una soluzione transitoria, la cui durata è prevista almeno fin al 31.01.2022 in attesa delle Linee Guida del Ministro della Funzione Pubblica, e del nuovo contratto di lavoro in discussione all’Aran.
Inoltre il lavoro agile torna ad essere disciplinato dalla legge 81/2017, che prevede la stipula di contratti individuali secondo precise condizionalità, superata la fase emergenziale dell’attività lavorativa in smart working dovuta alla pandemia.
L’attività in presenza dovrà essere prevalente, ma nel corso del confronto, siamo comunque riusciti ad ottenere 8 e non 5 giorni di smart come proposto dall’amministrazione nella bozza presentata.
La soluzione individuata ci consente di arrivare, con più tranquillità, alla pubblicazione delle linee guida, e del CCNL che regolerà in maniera compiuta e strutturale lo smart working e di attendere la definizione dei Piani integrati di attività e organizzazione (PIAO) di cui le Amministrazioni dovranno dotarsi entro il 31/01/2022 .
Pertanto in questa fase di passaggio regoliamo l’attività con gli accordi individuali che l’amministrazione dovrà predisporre, e che rispondono a precise condizionalità, a cui vi chiediamo da dare massima attenzione, pur nella valutazione positiva per il risultato raggiunto, che ha di fatto rimesso in discussione le decisioni prese da molti dirigenti di rientro in presenza generalizzato da subito di tutti i lavoratori.
Dalla prossima settimana anche per i dirigenti inizia una fase di maggiore consapevolezza, in cui dovranno responsabilmente individuare le condizioni per la definizione degli accordi individuali, identificando soluzioni per eventuali carenze organizzative e funzionali dell’ufficio di cui sono responsabili.
Si apre una fase nuova, tutta da costruire, ma che siamo certi contribuirà al miglioramento del benessere organizzativo e ad una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di tutti i lavoratori.
Come sempre vigileremo sull’attuazione delle indicazioni date, consapevoli che tutti i nuovi processi organizzativi hanno bisogno di tempo per adeguarsi alle realtà lavorative, ma certi che indietro non torneremo e che lo smart working è una nuova modalità lavorativa che non cancelleremo.
Adelaide Benvenuto
Coordinatrice Nazionale
Fp CGIL Ministero Interno
Al Vice Ministro dell’Economia e Finanze
On.le Laura Castelli
e, p.c. Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini
Gentile Vice Ministro Castelli,
le Scriventi OO.SS. ritengono che le sfide future che il Paese si appresta ad affrontare rappresentino anche un’opportunità di sviluppo per tutto il sistema Paese e che, in questo contesto, un ruolo molto importante sarà ricoperto anche dalle lavoratrici e dai lavoratori delle Agenzie fiscali.
Per questo sarà fondamentale prevedere e condividere percorsi di valorizzazione del personale dell’Agenzia delle Entrate.
È con questa prospettiva propositiva che le Scriventi, in piena sinergia con il massimo vertice dell’Agenzia, Le chiedono l’apertura di un confronto atto a individuare possibili percorsi di potenziamento dell’Agenzia e di incentivazione dell’importante “capitale” professionale costituito dal personale dipendente.
L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.
Roma, 29 ottobre 2021
FP CGIL CISL FP UILPA
Oliverio Marinelli Romano
Gamberini De Caro-De Rosa Cavallaro
Al Capo Dipartimento
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Al Direttore Generale Direzione organizzazione Giudiziaria
Dott. Alessandro Leopizzi
Egregi,
il 15 luglio 2020 codesta Amministrazione ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali un
accordo che disciplina la mobilità delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ministero.
Purtroppo, ancora una volta, ci tocca denunciare il ritardo con cui l’Amministrazione sta
procedendo alla sua applicazione. Infatti, ad eccezione di tre interpelli di assestamento (ovvero
quelli riservati alle figure professionali per le quali sono previste nuove assunzioni), non sono stati
ancora pubblicati i rimanenti interpelli di cui all’accordo, quello ordinario nazionale (la
pubblicazione era prevista entro il 15 dicembre 2020), e quello di sede (la pubblicazione era
prevista entro il 31 luglio 2021), né quello finalizzato alla stabilizzazione dei distaccati (la
pubblicazione era prevista entro il 1 giugno 2021).
Apprezziamo l’impegno organizzativo messo in campo per ultimare l’importante piano
assunzionale, per permettere di coprire in parte la grave carenza di personale in cui versano da
decenni gli uffici giudiziari, in particolare quelli del Nord. Le ultime assunzioni sono state fatte in
questi giorni.
Un piano assunzionale importante che assicura la funzionalità degli uffici. Adesso non ci sono più
scuse, si deve procedere altrettanto celermente con gli interpelli e consentire alle lavoratrici e ai
lavoratori, che aspettano da almeno 20 anni, di spostarsi, di avvicinarsi alle proprie famiglie.
La Fp Cgil chiede di mettere in campo lo stesso impegno e sforzo organizzativo per recuperare il
ritardo accumulato, chiede di mantenere gli impegni con i dipendenti di questo Ministero attraverso
i loro rappresentanti sindacali.
Sig. Direttore Generale, solo qualche giorno fa, nel corso di un’intervista, ha detto che sarà
pubblicato a breve l’interpello per cancellieri e a seguire quello dei funzionari: non si smentisca.
Le lavoratrici e i lavoratori di questo Ministero danno il massimo per garantire il servizio giustizia ai
cittadini, nonostante le carenze, i pochi mezzi a disposizione, e in un periodo così difficile, a causa
dell’emergenza sanitaria. Ora è tempo di ricevere e tocca a Voi soddisfare la legittima
aspettativa di chi chiede di potersi spostare in un’altra sede o città, visto che ci sono tutte
le condizioni.
LA MOBILITAZIONE CONTINUA NON ACCETTEREMO ULTERIORI RITARDI, ORA BASTA .
La Coordinatrice nazionale Fp Cgil
Felicia Russo
Esplode l’esternalizzazione degli asili nido, con sempre più amministrazioni che scelgono di dismettere la gestione diretta dei nidi e delle scuole dell’infanzia. Si moltiplicano, infatti, in tutto il territorio nazionale, i casi di comuni che privatizzano parte dell’offerta del servizio educativo scolastico integrato 0-6, principalmente per aggirare i vincoli alla spesa del personale, ma anche per “sopperire” alla carenza di personale. A lanciare l’allarme è la Fp Cgil Nazionale nel lanciare la campagna ‘Servizi educativi beni in comune: Stop alle esternalizzazioni’, che vedrà oggi (venerdì 29 ottobre) una giornata di mobilitazione nazionale, con raccolta di firme a sostegno di una petizione promossa per bloccare le sempre più frequenti esternalizzazioni, davanti a nidi e scuole dell’infanzia su tutto il territorio nazionale. Petizione che ha registrato anche il sostegno di Psi, la Federazione Internazionale dei Sindacati dei Servizi Pubblici.
La categoria che rappresenta le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici della Cgil denuncia infatti come i servizi educativi e scolastici vengano sempre di più esternalizzati da parte delle amministrazioni. “Sono decine i casi – fa sapere il sindacato – che si annoverano lungo il territorio nazionale. Procedure di esternalizzazione degli asili nido comunali si sono registrate in città come Biella, Cagliari, Chieti, Livorno, Modena, in provincia di Novara, Pavia, Scandicci, Siena, Sondrio, Taranto, Venezia e tante altre ancora”. Una pratica, osserva la Fp Cgil, “che ha riflessi di bilancio per le casse dei comuni: esternalizzando infatti cambia natura la voce ‘costi del personale’ che, di fatto, non vengono più qualificati come spesa diretta per il personale ma come spesa del servizio in concessione”.
Una scelta che non solo mette a rischio la gestione comunale del sistema integrato 0-6 ma che, senza una inversione di tendenza, peggiorerà alla luce degli investimenti previsti dal Pnrr che destinano 4,6 miliardi al Piano asili nidi, servizi integrati e scuole di infanzia. Quelli del Pnrr, infatti, spiega la Funzione Pubblica Cgil, “sono investimenti volti all’implementazione dell’offerta non all’incremento dell’occupazione. Ci sarà quindi bisogno, perché nidi e finanzia non siano esternalizzati dai comuni, di un piano straordinario di assunzioni nei servizi 0-6 di almeno 20 mila unità. Di fatti, senza ingenti novi ingressi le esternalizzazioni saranno destinate a crescere data l’età media molto alta del personale comunale. Senza contare poi gli effetti negativi che questo processo di progressiva esternalizzazione ha sullo sviluppo dei bambini, minando in molti casi la continuità di relazione tra scuola, bambino e famiglia”.
C’è poi un ulteriore elemento da considerare, denuncia la Fp Cgil, legato alla qualità del lavoro. “Nei bandi di gara – spiega il sindacato – per la concessione del servizio educativo, fatti al massimo ribasso, c’è una inevitabile compressione del trattamento economico personale: chi subentra nel servizio, infatti, spesso applica contratti meno remunerativi, rispetto a quello delle Funzioni Locali, con lavoratrici e lavoratori pagati di meno rispetto agli educatori di asilo comunali. Determinando, infine, un paradosso per le casse dei comuni, non per quelle dei lavoratori, perché a conti fatti raramente il costo della concessione è più vantaggioso della gestione diretta”.
Focus su alcuni dei casi di esternalizzazione:
Cagliari ha visto azzerarsi l’offerta pubblica di asili nido nel giro di pochi mesi, passati da tre lo scorso anno a zero di quest’anno. “A fronte di personale che usciva per andare in pensione, la scelta del comune, per evitare nuove assunzioni, è stato quello di integrare il servizio dandolo in appalto, attraverso la totale estenralizzazione”, racconta Euguenio Meloni, della Fp Cgil al comune di Cagliari, che aggiunge: “A luglio l’amministrazione ha di fatti scelto e perseguito la totale esternalizzazione, ricollocando le 16 dipendenti comunali adibite al servizio in altre mansioni”. L’esternalizzazione, attraverso servizio in appalto, ha poi determinato problemi di natura contrattuale: “Da trattamenti economici peggiorativi, per effetti di contratti meno remunerativi, che arrivano a pesare anche a tremila euro lordi in meno all’anno, nonché di non corretta applicazione della clausola sociale”, denuncia ancora Meloni.
“A Scandicci ‘con coraggio si va verso l’ignoto’, come ci ha detto il sindaco, presentandoci la scelta fatta di privatizzare il sistema educativo comunale attraverso appalti alle cooperative”, racconta Marco Rizzi della Fp Cgil del comune alle porte di Firenze. “A novembre dello scorso anno – prosegue Rizzi – ci hanno comunicato la chiusura in due anni della scuola d’infanzia Makarenko. E già da quest’anno una sezione della scuola è stata esternalizzata alla scuola annessa, la Girandola, con il risultato che adesso abbiamo una struttura in parte pubblica e in parte privata, che sta generando diversi problem: ai lavoratori, a partire dalle differenze contrattuali, e agli utenti. Al momento, infatti, abbiamo 152 famiglie in lista di attesa e la giunta è stata costretta ad approvare una richiesta di finanziamento ai privati perché l’offerta pubblica non è, ovviamente, adeguata”.
A Modena si tentò agli inizi del duemila di aggirare il blocco assunzionale attraverso la costituzione della Fondazione Cresci@mo, una realtà privata anche se partecipata interamente dal Comune di Modena. Nel corso degli anni i passaggi dalla gestione diretta del servizio educativo alla Fondazione sono cresciuti, per arrivare a giugno dove ben due scuole dell’infanzia sono transitate in questa gestione. “Siamo una realtà che può contare ancora una forte gestione diretta del servizio ma è bene che si interrompa questo processo che vede transitare strutture pubbliche verso la fondazione”, denuncia Monica Castaldi, Rsu Fp Cgil al comune di Modena.
A Venezia si sono vissuti a giugno giorni di forte tensione. La giunta del comune lagunare il primo giugno deliberava infatti la privatizzazione dell’asilo nido comunale ‘Millecolori’. Una struttura, situata a Mestre, che accoglie quasi 60 bambini e bambine, di età compresa tra i tre mesi e i tre anni, e che dà lavoro a dieci educatrici, cinque ausiliarie e due cuochi. “Una scelta che ha visto la netta contrarietà dei sindacati tutti, nonché dei genitori, e una petizione che ha raccolto migliaia di firme. Ma l’amministrazione guidata dal sindaco Brugnaro ha eretto un muro contro le richieste di confronto da parte del sindacato. Il processo di esternalizzazione del servizio va avanti, un primo passo per privatizzare il servizio”, racconta Sabina Anesin della Fp Cgil Venezia Servizi Educativi.
A Taranto si registra una progressiva diminuzione delle strutture pubbliche: i nidi si sono ristretti, in anni recenti, da 9 a 6, con una progressiva diminuzione del personale, che peggiorerà per effetto dei pensionamenti. “Siamo in una bolla di confusione con l’assessora e il dirigente che da oltre un anno e mezzo si rifiutano di aprire un confronto serio”, denuncia Anna Marra, segretaria aziendale Fp Cgil Taranto, che aggiunge: “Abbiamo circa 45 dipendenti e due sole coordinatrici, abbiamo problemi di gestione e le assunzioni previste, cinque in totale, non sono sufficienti. L’amministrazione nega la volontà di procedere verso esternalizzazioni ma il rischio può esserci”.