n inglese, l’opposto di “Smart” è “Stupid” e molto probabilmente questo nome meglio si attaglia al sistema informatico che l’INL ha messo in uso da qualche mese. Un sistema teoricamente creato per rendere più celere e intelligente l’attività ispettiva e che invece finisce per imbrigliarla e rallentarla. Da ultimo, ci risultano enormi problemi sulle tabelle di missione del personale ispettivo. A questo punto, non sarebbe meglio dare una indicazione univoca nel senso di non usare momentaneamente il sistema e redigere le tabelle su cartaceo, fino a risoluzione definitiva dei problemi? Certo è che non si può pensare di mettere in uso un applicativo senza averlo prima testato in maniera adeguata e senza aver fatto una formazione a chi dovrà usarlo quotidianamente. Invece, come da sempre, i lavoratori sono usati come “cavie” per verificare le criticità e devono formarsi sulla propria pelle, escogitando soluzioni fai da te per affrontare problemi. Non si può continuare con questo modo approssimativo di gestire le attività che hanno un impatto sulla vita quotidiana dei lavoratori. Soprattutto se si tratta di attività che implicano l’uso di danaro pubblico. A tal proposito, un dubbio atroce c’assale: col rientro al Ministero del Lavoro che succederà degli applicativi messi in uso, considerato che, ad esempio, il Ministero ha già un suo programma di gestione del personale? E dei milioni di euro (circa quaranta) finora usati per rendere autonomo l’INL dal Ministero (per poi riportarlo indietro al Ministero)? E degli oltre 26 milioni di euro stanziati nel bilancio preventivo 2023 sempre allo stesso fine? Senza considerare i finanziamenti da progettazione comunitaria sempre destinati all’informatica.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano