Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Nicola Preiti, coord. naz.le FPCGIL Medici Medicina Generale
Lo stupro e la rapina della collega che svolgeva il turno di notte nella guardia medica di Scicli, in provincia di Ragusa, è un ulteriore episodio drammatico che viene dopo diversi altri.
Più volte abbiamo denunciato i pericoli legati a questa attività che vede il medico isolato in sedi disagiate, ed ancora di più le dottoresse spesso costrette a farsi accompagnare da una persona di fiducia.
La nostra immediata solidarietà non basta più. Vanno subito messe in sicurezza tutte le sedi di guardia medica e va garantita almeno l’incolumità dei professionisti, esposti a rischi eccessivi e intollerabili, non più professionalmente gratificati e utilizzati anche in modo inappropriato, con spreco di risorse.
E’ tempo di mettere la parola fine a questa modalità di lavoro, un’ attività ormai inadeguata ai tempi e in condizioni di arretratezza.
Le sedi che devono garantire l’assistenza continuativa nelle 24 ore sul territorio devono vedere più operatori sanitari in rete ed in collaborazione, dai medici di medicina generale agli specialisti ambulatoriali, dagli infermieri alle altre diverse figure professionali.
Il cittadino deve sapere che in quelle sedi può trovare risposte ai bisogni di salute, il delinquente che non troverà più una dottoressa abbandonata a se stessa.