“Letta la legge di Bilancio e ascoltate le linee programmatiche possiamo dire che le risposte sono inadeguate di fronte alle emergenze che stanno dilaniando le pubbliche amministrazioni. In attesa che decida di confrontarsi con le organizzazioni sindacali, i primi provvedimenti in legge di Bilancio e le linee programmatiche ascoltate oggi, indicano la direzione di marcia: non investire sul personale della Pa. Mancano infatti risorse per occupazioni, contratti, valorizzazione professionale”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, dopo le dichiarazioni programmatiche del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi al Senato.
“Basta, infatti, – prosegue – leggere ciò che il governo ha scritto nero su bianco nella legge di Bilancio e cioè che i redditi da lavoro dipendente (stipendi) rimarranno costanti nei prossimi anni, che ad inflazione galoppante vorrà dire perdere salario, e che la spesa per il personale decresce, quindi niente assunzioni. Oltretutto, questi temi sono mancati anche nel discorso del ministro oggi al Senato. Anzi, tornando alla legge di Bilancio, scopriamo che si introduce un fantasioso ‘emolumento accessorio una tantum’ che scomparirà nel 2024 e ammonta a pochi euro al mese. Alla faccia di quella che il ministro chiama attenzione ai lavoratori pubblici. Valorizzare il lavoro di qualità, oltre il concetto di merito, le competenze e la professionalità sono obbiettivi prima di tutto dei dipendenti, mortificati dalla propaganda dei fannulloni prima, da quella degli eroi poi e oggi di nuovo dal Governo che nega le priorità : salari e assunzioni”.
Nel suo annunciato tour nelle amministrazioni locali, osserva la dirigente sindacale, “forse il ministro si renderà conto delle gravi carenze occupazionali, specie in quei comuni, sempre più numerosi, dove compaiono cartelli tipo ‘i servizi si erogano su prenotazione perché manca il personale’. Forse allora rivedrà le sue affermazioni relative al fatto che non ci sia bisogno di un piano straordinario di assunzioni. Per noi un piano di assunzioni è una priorità e su questo ci mobiliteremo, anche per contrastare l’evidente disegno che da un lato vede la privatizzazione dei servizi pubblici con i fondi Pnrr e dall’altro l’aumento della precarietà”.
Inoltre, prosegue Sorrentino, “il ministro Zangrillo sulla contrattazione integrativa parla di una realtà che non esiste: ‘soldi a pioggia nella Pa”, come ha affermato il ministro, non si danno proprio grazie alle norme contrattuali, dica quali accordi pone sotto osservazione perché ci sono decine migliaia di Rsu elette nel settore pubblico che si misurano con la contrattazione decentrata ogni giorno e che meritano rispetto, non di essere per l’ennesima volta sotto accusa. Ricordo, inoltre, al ministro Zangrillo che gli accordi li firmano le amministrazioni, quindi c’è un triplo controllo: la contrattazione, l’amministrazione e gli organi ispettivi. Caso mai il problema sono i tetti di spesa e i vincoli che esistono per legge e che limitano la contrattazione ad essere il freno allo sviluppo della contrattazione decentrata, che chiediamo di superare da quando furono introdotti nel 2016 e che neanche in questa legge di bilancio sono superati”.
Per quanto riguarda il tema digitalizzazione e smart working, osserva la dirigente sindacale, “abbiamo contrattualizzato, e siamo il paese che ha le norme più avanzate, il lavoro agile e quello da remoto andando anche a distinguere le tipologie. Se il ministro Zangrillo vuole veramente far funzionare lo smart working si rivolga soprattutto ai dirigenti. Infine, bene il tema della concentrazione dei concorsi sul portale InPa ma la recente esperienza relativa alle nuove procedure concorsusali ci indica che va cambiata la modalità di selezione del personale. Non si possono selezionare profili indistinti di competenze che non rispondono a quelle che sono le esigenze dei fabbisogni professionali indicati dalle singole amministrazioni. C’è bisogno di un ulteriore intervento sulle procedure di reclutamento, ma soprattutto c’è bisogno di far coincidere i piani dei fabbisogni con i nuovi profili professionali scritti all’interno dei contratti collettivi di lavoro”.
In conclusione, “se queste sono le linee programmatiche, il settore pubblico rischia di finire su un binario morto, le amministrazioni pubbliche sono tante e diverse hanno bisogno di personale, risorse e strumenti organizzativi per governare innovazione e digitalizzazione. Lo dica il ministro ai lavoratori che gli stipendi attuali sono ‘attrattivi’ per le competenze avanzate, quelle che ci sono dentro le amministrazioni e che meritano rispetto perché fanno funzionare il sistema Paese, quelle che aspirano a mettere la propria professionalità a disposizione dell’amministrazione pubblica e che però non trovano valorizzazione nella Pa. Propongo al ministro Zangrillo un confronto con i delegati delle diverse amministrazioni pubbliche, magari nel confronto e nell’ascolto comprenderà che chi non investe sul settore pubblico si assume la responsabilità di indebolire l’architettura fondamentale del nostro paese, per questo la legge di bilancio sul capitolo lavoro pubblico va cambiata”, conclude Sorrentino.