Raccomandazione della Commissione agli stati Membri a riconoscere il COVID-19 come malattia professionale

29 Novembre 2022

Nella giornata di ieri la Commissione Europea ha emanato una raccomandazione in cui si raccomanda di riconoscere il COVID-19 come malattia professionale se contratta dai lavoratori: nella prevenzione delle malattie, nell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, nell’assistenza domiciliare o (durante una pandemia) in altri settori in cui è presente un focolaio e in cui è stato dimostrato un rischio di infezione.

La Commissione sottolinea inoltre l’importanza di sostenere i lavoratori infettati dal COVID-19 e le famiglie che hanno perso dei membri a causa dell’esposizione lavorativa alla malattia. L’obiettivo è rafforzare la protezione dei lavoratori e incoraggiare un approccio coerente in tutta l’UE. Spetterà agli Stati membri dare seguito alla raccomandazione e definirne i dettagli nella legislazione nazionale. La raccomandazione fa seguito all’accordo tripartito raggiunto nel maggio 2022 da Stati membri, lavoratori e datori di lavoro in seno al Comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul lavoro (ACSH) sulla necessità di riconoscere la COVID-19 come malattia professionale. La raccomandazione contribuisce inoltre all’attuazione del quadro strategico dell’UE per la salute e la sicurezza sul lavoro 2021-2027, che ha annunciato questo aggiornamento. Il riconoscimento e la compensazione delle malattie professionali sono di competenza nazionale. Mentre la maggior parte degli Stati membri riconosce già la COVID-19 come malattia professionale o infortunio sul lavoro, l’aggiornamento odierno mira a incoraggiare ulteriormente la convergenza e il riconoscimento della COVID-19 come malattia professionale in tutta l’UE.

Ci sembra un primo passo importante ma non è abbastanza pertanto riteniamo che siano ancora del tutto valide le motivazioni della manifestazione del 9 dicembre a Bruxelles, anche alla luce della mancanza di finanziamenti nella Legge di Bilancio italiana per il sistema sociosanitario.

Pubblichiamo in allegato la raccomandazione scritta in lingua originale.

Nicoletta Grieco

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