Nel corso di questi mesi, più volte abbiamo constatato la totale assenza di gestione economica e contabile da parte dell’Ispettorato.
Andiamo con ordine, per rimettere in fila una serie (non esaustiva) di significativi episodi:
Nel corso dei mesi passati, più volte noi e il resto del tavolo sindacale abbiamo chiesto di sapere che fine avessero fatto i soldi del Decreto Incentivi destinati – nel corso degli anni – all’acquisto di beni strumentali. Risposte? Zero.
Lo scorso 18 luglio è stata firmata l’ipotesi di accordo di FRD. Da allora, come di consueto, l’ipotesi doveva passare prima al vaglio degli organi interni di controllo e poi a quelli esterni. Veniamo informati che solo a metà settembre il collegio dei revisori ha avuto il tempo (bontà loro! Vuoi che qualcuno debba sprecare un giorno di ferie piuttosto che occuparsi di questa verifica?) di riunirsi per dare il via libera all’ipotesi e mandarla a MEF e Funzione Pubblica; quindi, solo da allora, sono decorsi i 60 giorni necessari per il rientro dell’ipotesi. Nel frattempo, nessuno si è degnato di dare notizie al tavolo sindacale e ai lavoratori per aggiornare sulla situazione, né sappiamo se gli organi di controllo – interni ed esterni – siano mai stati sollecitati. Vista la situazione, si può almeno ipotizzare che ai lavoratori sia dato un anticipo sulle spettanze del FRD, così da evitare che tutte le somme vengano erogate nel 2023 e possano far cumulo con i redditi, così provocando un ulteriore danno a lavoratrici e lavoratori? Dobbiamo chiedere un deferente e fantozziano permesso agli organi di controllo anche per questo o c’è qualcuno capace di farsi valere per tutelare i propri dipendenti?
Abbiamo avviato la discussione sulle famiglie professionali e, alla richiesta del tavolo sindacale, di sapere se sia stata fatta una quantificazione del famoso 0.55% previsto per le progressioni verticali in deroga, abbiamo ricevuto risposta che si sta aspettando il MEF. Ora, vero che il MEF deve certificare queste somme, ma un’idea di quest’importo qualcuno l’avrà pure, magari semplicemente andando sul sito della Ragioneria Generale dello Stato e facendo le verifiche del caso? O è troppo complesso?
Nelle scorse settimane pare sia stata emanata – dalla Direzione Centrale competente – una nota agli uffici del territorio in cui si invitava a limitare allo stretto indispensabile alcuni capitoli di spesa, come quelli relativi a: carta e cancelleria; spese postali; spese di condominio; carburanti; materiale informatico; manutenzione ordinaria e riparazione di impianti e macchinari o di beni immobili. In sostanza, se in un ufficio non ci sono più risme di carta per verbali, ordinanze, etc. problemi loro. Se in un ufficio non ci sono più soldi per riparare un bagno rotto, problemi loro. Complimenti. Davvero.
Tutto ciò è inaudito e inaccettabile. Chiediamo che di questa inefficienza di cui fanno le spese le lavoratrici e i lavoratori qualcuno sia chiamato a renderne conto, come dovrebbe accadere in un Paese normale.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |