Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Nicola Preiti, coord. naz.le FP CGIL Medici Medicina Generale
E’ arrivato febbraio 2010 e i lavoratori pubblici e privati sono ancora costretti a far pervenire personalmente i certificati di malattia alle proprie amministrazioni o ad inviarli per posta all’Inps.
Eppure il ministro Brunetta li aveva annunciati da gennaio 2010 – la legge li prevedeva fin dal dicembre 2009 – ma era solo una delle sue solite promesse da marinaio, o meglio da gondoliere.
Ai medici non sono state date le necessarie risorse per poter inviare direttamente on line i certificati all’Inps e nell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione si vuole perfino scaricare sugli stessi medici l’onere di tutte le attività informatiche.
Ma la legge del Ministro Brunetta – Dlgs 150/09 già in vigore – parla chiaro: i medici che in modo reiterato non ottemperano agli obblighi di trasmissione telematica sono licenziati. E se non sono in grado per motivi che non dipendono da loro ?
Il buon senso, fino ad oggi, ha prevalso perché le sanzioni del Ministro non possono naturalmente trovare applicazione da parte di Regioni e Aziende Sanitarie.
C’è però un altro gravissimo vulnus: anche per tutte le assenze brevi la legge impone il riscontro di dati clinici direttamente riscontrati e/o oggettivamente documentati, pena per il medico licenziamento e carcere. E se, ad esempio, viene riferita una cefalea ?
Annunci e punizioni non funzionano, come già da noi inutilmente denunciato fin dalla uscita della legge. Il Ministro Brunetta cambi registro e adegui le norme per il condiviso obbiettivo di rendere più efficace ed efficiente l’amministrazione pubblica, ricostruendo un clima di fiducia tra medici, cittadini e istituzioni.