Nella riunione del 4 febbraio è stato presentato alle OO.SS. il piano aziendale 2010-2012, da cui scaturirà il piano delle attività per i prossimi anni. Il piano illustrato è una serie di affermazioni generiche che nascondono la reale volontà dell’autorità politica di non combattere l’evasione fiscale. Un piano virtuale da utilizzare nelle conferenze stampa e negli spot politici propagandistici.
L’affermazione “L’economia italiana, pur relativamente meno esposta ai rischi specifici della crisi globale rispetto a quella degli altri Paesi europei, ha risentito comunque dei riflessi della crisi stessa”[pag.12] è quanto sostiene il ministro Tremonti nel tentativo maldestro di mascherare la drammaticità della crisi stessa. Purtroppo l’aumento delle ore di cassa integrazione, della disoccupazione, dei licenziamenti sono la dimostrazione di una economia reale in grossa difficoltà, negata dai dati diffusi dal governo. Economia reale contro economia virtuale.
E’ credibile l’affermazione “l’esercizio del potere legislativo e di giustizia da parte dell’Autorità politica influenza il comportamento del contribuente” [ pag.5 ] quando tutte le recenti normative fiscali vanno in senso contrario? Come si concilia la nefandezza dello scudo fiscale con il sostenere [pag. 7]che “il contribuente dovrebbe trovare conveniente assolvere all’obbligo tributario piuttosto che perseguire l’illecito”? Non ritiene l’Agenzia che l’obbligo, soppresso dal ministro Tremonti con la legge 112 del 2008, di allegare alla dichiarazione dei redditi l’elenco fornitori clienti era uno strumento valido per contrastare il fenomeno fraudolento delle compensazioni IVA?
Il piano aziendale affronta anche il nodo della riorganizzazione ribadendo che “nella fase iniziale la redistribuzione (sic) del personale avverrà esclusivamente su base volontaria”[pag.22]. E’ la premessa di una futura mobilità obbligatoria per “assicurare la piena operatività delle strutture in relazione ai risultati da conseguire”[pag.22]. Inserita nel piano aziendale è l’affermazione della reale volontà dell’Agenzia. Lombardia docet.
Per quanto riguarda la politica del personale le distanze sono siderali.
Consideriamo offensivo per tutti i colleghi l’affermazione che “per adempiere al meglio ai compiti ad essa istituzionalmente attribuiti, l’Agenzia deve poter contare su personale altamente qualificato ed adeguatamente motivato”[pag.11]. Crediamo che il decreto Brunetta renderà ciò difficilmente attuabile. La divisione del personale in tre fasce di merito è altamente demotivante: per legge si afferma che nell’Agenzia ci sono circa 8000 lavoratori non meritevoli di salario di produttività prescindendo dai risultati ottenuti. I percorsi di carriera avverranno per legge, sottratti alla contrattazione, impedendo nei fatti la realizzazione “del riconoscimento dei meriti e la possibilità di carriera”. Tanti bravi verificatori, accertatori in possesso del diploma, non avranno più la possibilità di veder riconosciute le loro aspirazioni professionali con il passaggio alla terza area, essendo questa riservata esclusivamente al personale laureato.
I lavoratori dell’Agenzia sono chiamati quotidianamente ad un compito immane, utilizzando tutta la loro professionalità e dedizione per prosciugare la palude dell’evasione fiscale con un secchiello bucato.
Infatti il Ministro Tremonti ha recentemente affermato: “le regole o sono politiche o non sono, le regole tecniche sono un caso in cui l’aggettivo cancella il sostantivo.”
Nel corso della riunione è stato firmato l’accordo per FPS 2008. Un accordo che non ci soddisfa pienamente, dal momento che non sono state accolte alcune delle richieste da noi avanzate. L’aver eliminato il livello di contrattazione regionale (previsto dal CCNI), ed assegnato i fondi direttamente agli uffici locali, alcuni soppressi in seguito alla attivazione delle Direzioni Provinciali, impedirà una eventuale ridistribuzione delle risorse, necessaria per contemperare realtà territoriali le cui differenze sono difficilmente individuabili a livello nazionale. Avevamo chiesto anche di rivedere la griglia delle attività ed i relativi parametri per uniformare gli importi tra uffici centrali e uffici locali. Anche il tentativo di vietare il cumulo delle indennità per una più equa distribuzione del salario accessorio non ha prodotto nessun effetto positivo. Manca la volontà, da parte dell’Amministrazione, di rivedere i criteri di distribuzione del salario accessorio per introdurre criteri più equi.
Abbiamo firmato solamente per senso di responsabilità, viste le difficoltà economiche dei lavoratori, e considerato che nel 2010 stiamo ancora discutendo del fps 2008.
Roma, 8 febbraio 2010
FP CGIL Nazionlae
Comparto Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini