In riferimento all’incontro tenutosi oggi tra il Ministro della Giustizia Angelino Alfano e le organizzazioni sindacali del personale di polizia penitenziaria, non possiamo che esprimere la nostra insoddisfazione per la poca concretezza delle risposte alle questioni da noi sollevate, e per l’intempestività dei provvedimenti presi.
Reputiamo insufficienti le misure adottate e gli interventi declinati dal Ministro con la dichiarazione di stato di emergenza ed il famoso piano carceri. Si tratta di risposte che a nostro giudizio rimandano la soluzione dei problemi, non offrono rimedi per l’immediato e gettano ulteriori ombre sulla tenuta del sistema penitenziario e del mondo del lavoro.
Benché sia ritenuto universalmente necessario un intervento, nulla di incisivo e tangibile è stato fatto per contrastare il sovraffollamento delle carceri, gravate da un surplus che supera ormai i 25 mila detenuti, a fronte di una carenza di organico di 6mila unità che non potrà mai essere colmata dall’annuncio del piano di assunzione di 2000 poliziotti, che peraltro – al di là delle dichiarazioni – a noi risulta essere ben più ridotto nel numero e spalmato nel quadriennio 2010-2013. Inoltre la nostra organizzazione non può accettare il silenzio del Ministro sull’innalzamento dell’orario di lavoro da 36 a 42 ore, elemento che rende ancor più difficile il nostro lavoro.
In una tale situazione la Funzione Pubblica Cgil conferma lo stato di agitazione proclamato l’11 Gennaio.
Roma, 26 Gennaio 2010.