Al Ministro
delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibilità
Dott. Enrico Giovannini
Al Capo di Gabinetto
Dott. Alberto Stancanelli
Al Capo Dipartimento
per la mobilità sostenibile
Dott. Mauro Bonaretti
Al Dipartimento per la programmazione strategica,
i sistemi infrastrutturali, di trasporto a rete, informativi e statistici
Dott.ssa Daniela Marchesi
Al Capo Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane,
le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali
Dott.ssa Ilaria Bramezza
Al Direttore del Personale
Dott. Massimo Provinciali
Al Ministero del Lavoro
D.G. Tutela delle condizioni del lavoro
e relazioni industriali
Al Dipartimento della Funzione Pubblica
Alla Commissione di Garanzia sugli Scioperi
Gentilissimo Ministro,
in molte occasioni abbiamo rappresentato la situazione in cui versa il MIMS, che vede una progressiva riduzione del personale e un continuo depauperamento di competenze a favore di altri Enti e strutture private.
Il trend non sembra fermarsi, conseguenza di una serie di scelte sbagliate che hanno visto come obiettivo, nel corso degli anni, esclusivamente la riduzione della voce relativa al costo del personale. Anche dai dati dell’ultima Relazione al Parlamento e al Governo 2021 sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle PA centrali e locali alle imprese e ai cittadini, curata dal CNEL, emerge un quadro allarmante. Di fatto, tutte le pubbliche amministrazioni hanno subìto una radicale riduzione del numero del personale e degli investimenti per formazione e riqualificazione. Ciò ha reso i nostri uffici pubblici sempre meno appetibili per i giovani che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro. Non Le sfuggirà di certo il fenomeno che vede, un po’ in tutte le amministrazioni, ma in particolare nella nostra, i giovani professionisti recedere dal contratto sottoscritto, dopo poco tempo, o rinunciare una volta venuti a conoscenza delle condizioni di lavoro.
Anche i dati del Conto Annuale, recentemente pubblicati dal MEF, mostrano analoga preoccupazione: è vero che si assiste in media a un cambio di rotta nel numero dei lavoratori della PA (+0,18%), ma è anche vero che il dato è frutto di una media che vede salire i lavoratori del comparto scuola e scendere quelli delle Funzioni Centrali e Locali che costituiscono il vero motore della macchina amministrativa italiana che dovrebbe realizzare gli obiettivi fissati dal PNRR. In particolare, nei Ministeri, prosegue la perdita di risorse umane con un -2,45%. Altrettanto preoccupante appare il dato che vede l’Italia in testa alla classifica OCSE per quota di dipendenti over 55 e il MIMS non si discosta molto con un dato che attesta l’età media a 54,2.
Se analizziamo la tabella allegata all’ultima riorganizzazione (DPCM 190 del 23/12/2021), il Ministero dovrebbe disporre di un organico di 8.046 lavoratori, di cui 233 dirigenti e 7813 personale delle aree. Attualmente risultano in servizio circa 5.800 unità, con gravissime carenze nelle periferie. Evidenziamo il dato: al MIMS ci sono circa 2.000 lavoratori in meno rispetto a quelli previsti. A titolo di esempio riportiamo la situazione della sede del Provveditorato di Roma che, in soli 4 anni, ha visto ridursi il personale assegnato da 161 unità a 128 o la Motorizzazione di Napoli che, nello stesso periodo, è passata da 228 a 189 unità. Per non parlare delle Capitanerie di Porto dove si assiste ad una lenta, ma continua riduzione del personale, e, di fatto, al passaggio di tutte le competenze al personale militare: anche qui a titolo esemplificativo possiamo citare il caso della Capitaneria di Porto di Palermo che nel 2018 contava 39 unità ed oggi solo 25. Gli esempi, purtroppo, potrebbero continuare riguardando nel concreto ogni singolo ufficio che sia UMC, Provveditorato o Capitaneria.
Se ancora oggi il MIMS riesce a garantire all’utenza un servizio adeguato è solo grazie all’abnegazione dei suoi lavoratori che, ogni giorno, sono chiamati a fare di più di quanto dovrebbero e ricoprono, a seconda del caso, mansioni superiori o addirittura inferiori (un ingegnere può sostituire il dirigente ma anche fare lo sportello di una motorizzazione), assumendosi spesso responsabilità soverchianti rispetto a quelle che gli competerebbero senza alcun ritorno di carriera o di remunerazione. A tal proposito evidenziamo come, quotidianamente, ci giungono grida di allarme dei lavoratori dei territori che, nonostante l’ impegno profuso, non riescono più a far fronte alle richieste dell’utenza e di altre istituzioni.
I concorsi e il reclutamento, avvenuto tramite scorrimento di graduatorie di idonei, non sono stati assolutamente sufficienti a coprire la progressiva e preoccupante riduzione del personale per collocamento a riposo a cui assistiamo quotidianamente. Considerata l’età media dei lavoratori in servizio e la concentrazione del 29% di questi nella fascia over 60, se non si interviene in modo deciso e strutturale, la situazione non potrà che peggiorare e si rischierà la chiusura di alcune sedi penalizzando gli utenti che saranno costretti a spostarsi per fruire dei servizi, arretrando quindi nell’offerta del servizio pubblico.
Nel tempo abbiamo assistito a una continua perdita di funzioni e centralità del Ministero attraverso l’esternalizzazione di alcune attività. In tal senso segnaliamo la decisione del legislatore, a nostro parere assolutamente censurabile, assunta con legge 145/2018 che prevede la possibilità della revisione dei mezzi pesanti anche presso le officine private. Riteniamo sia totalmente sbagliato voler affidare a terzi la verifica del parco veicolante pesante, che potrebbe ridurre i tempi di attesa a discapito però della sicurezza stradale.
Anche il Decreto di febbraio scorso che istituisce il Registro Unico degli Ispettori (RUI), prevedendo che accanto agli ispettori del Ministero vi siano privati autorizzati e ispettori in quiescenza retribuiti in modo diverso, determina non solo aumenti dei costi per l’utenza, ma un’abissale disparità di trattamento a parità di svolgimento delle stesse mansioni, assolutamente intollerabile e ancora una volta a danno delle professionalità del Ministero, disparità che va assolutamente corretta con nuove modalità remunerative. Reputiamo la soluzione adottata, per sopperire alla carenza di personale, illogica e non conforme ai principi di buon andamento della pubblica amministrazione, una soluzione che non garantisce la tutela dei cittadini nel diritto costituzionale alla sicurezza stradale.
A nostro avviso non sono le esternalizzazioni la soluzione del problema, che in molti casi rendono il servizio meno qualificato e più costoso, ma solo un grande piano assunzionale straordinario e una serie di azioni volte alla valorizzazione del personale quali l’incentivazione di alcuni incarichi e la revisione della L.870/86.
Con riferimento agli sviluppi di carriera, il nuovo CCNL Funzioni Centrali, recentemente firmato, attraverso il nuovo ordinamento professionale offre la possibilità di riconoscere la professionalità del personale interno; al riguardo vanno approntate subito politiche di progressione di carriera per il personale del Ministero, anche per riallineare le responsabilità di fatto assunte e la complessità delle attività espletate al livello funzionale più appropriato, nonché per offrire un riconoscimento dovuto a molti lavoratori che servono lo Stato da anni con abnegazione e professionalità.
Per noi la situazione descritta è inaccettabile e determina danni e rischi per la sicurezza dei cittadini del nostro Paese; pertanto proclamiamo lo stato di agitazione del personale del MIMS e, nel contempo, chiediamo di incontrarLa il prima possibile per poterLe illustrare le nostre posizioni e avviare un confronto proficuo su tutte le criticità esposte.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFINTESA CONFSAL UNSA FLP USB PI
Camardella De Vivo Lichinchi Crocchiolo Cipolla Caiazza De Mellis
Sabbatella Casamassima Trastulli Lobrisco Saraceno Campopiano Picucci