In seguito all’approvazione in Senato del testo di Legge Delega sugli Appalti, FP CGIL, CISL FP e UIL FPL denunciano l’eliminazione dell’obbligo di inserimento della clausola sociale negli appalti prevista nel codice degli appalti. L’eliminazione dell’obbligatorietà si lascia alla volontà delle stazioni appaltanti che potranno decidere di inserire o non inserire questo importante strumento di tutela occupazionale del personale impiegato negli appalti. Per le scriventi Organizzazioni Sindacali è assolutamente necessario prevederne il ripristino obbligatorio nel testo attualmente all’esame della Camera dei deputati.
La nuova previsione, se confermata, inficia la giusta tutela dei livelli occupazionali con evidenti e drammatiche ricadute per moltissime lavoratrici e lavoratori che lavorano nei servizi negli appalti che ad ogni successione di datore di lavoro potranno perdere irrimediabilmente la propria occupazione.
La politica, in nome della semplificazione, riduce ulteriormente diritti e tutele a danno delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti che proprio per la natura dei servizi in cui operano vivono già una constante precarietà, la quale senza il ripristino dell’obbligo della clausola sociale si trasformerà in una sicura e certa disoccupazione. Le funzioni pubbliche di CGIL CISL e UIL unitariamente chiedono al Parlamento e al Governo di confermare e non cancellare l’obbligo di inserimento della clausola sociale negli appalti labour intensive.
La nostra richiesta è che la Camera dimostri la giusta sensibilità verso le lavoratrici e i lavoratori e ripristini l’obbligo dell’inserimento delle clausole sociali nei bandi di gara da parte dei committenti, a tutela della continuità, delle retribuzioni e dei livelli occupazionali di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori occupati in servizi essenziali per il settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo.
FP CGIL
M. Vannini
CISL FP
F. Berardi
UIL FPL
B. Perna