In questi giorni di graduale (e speriamo definitivo!) ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia, non mancano interpretazioni creative e puramente formalistiche del concetto di “presenza in servizio”.
Così, ci risulta che alcuni dirigenti sul territorio e perfino alcuni Direttori Centrali sostengano che le ferie, le assenze ex L. 104 siano giorni da dover recuperare, ai fini del calcolo della prevalenza della presenza in servizio.
Ricordiamo che il concetto di “prevalenza della presenza” è stato inventato di sana pianta dal Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta nei mesi scorsi e tradisce il solito pregiudizio culturale verso il lavoro agile: se non sei in ufficio, allora non stai lavorando e quindi dovrai recuperare questi giorni di non lavoro.
Questo ragionamento diviene ancora più inaccettabile se rivolto alle ferie (che sono un diritto del lavoratore) e alle giornate di permesso prese per assistere un familiare bisognoso di cure.
Chiediamo che simili interpretazioni creative cessino e che la Direzione Risorse Umane intervenga per chiarire in modo definitivo che l’esercizio di un diritto non possa essere considerato come un privilegio da recuperare.
Chiediamo inoltre di chiarire la situazione del personale con assegnazioni temporanee(ex art. 42 bis e L. 104)ancora sospese, per arrivare finalmente ad una uniformità all’interno dell’istituto anche in merito all’accesso allo smart-working che qualche direttore inizia a negare, e alla gestione dei lavoratori fragili onde evitare interpretazioni creative e diversificate sul territorio.
Roma, 29 marzo 2022
FP CGIL INPS
Antonella Trevisani