Min.Difesa – Lettera al Ministro su svendita arsenali e mancata attr.ne 21 milioni FRD

08 Marzo 2022

– Lettera aperta –

Dalla svendita degli Arsenali alla mancata riassegnazione dei
21 milioni di euro ai dipendenti civili: non ci siamo!

Al Ministro della Difesa
On.le Lorenzo Guerini

e, p.c.

Al Sottosegretario di Stato alla Difesa
On. Giorgio Mulè

Al Capo di Gabinetto
Gen. di Sq. Aerea Antonio Conserva

Al Capo di Stato Maggiore Difesa
Amm. Giuseppe Cavo Dragone

Al Capo di Stato Maggiore Marina
Amm. Enrico Credendino

Signor Ministro,
riteniamo fondate le preoccupazioni esternate dalla RSU e dalle strutture territoriali delle scriventi OO.SS. di Taranto con la nota allegata, legittimamente allarmate dall’incedere spedito e manifesto di aziende private che accompagnate nella circostanza dalla locale direzione non hanno fatto mistero dell’intenzione di sottrarre al lavoro e patrimonio pubblico officine, laboratori e strutture dell’Arsenale di Taranto.
Di rilievo nella vicenda è ancora una volta il silenzio opposto dal vertice della Forza Armata, che ormai da anni rifugge il confronto con le rappresentanze sindacali.
Il tema di una indiscriminata esternalizzazione dei servizi resi alle FF.AA., di norma affidati alla componente civile del Ministero della Difesa, posta in rilievo nella circostanza dalle nostre articolazioni territoriali di Taranto per sollecitare l’avvio di un’approfondita discussione tra le parti, non riguarda solo la condizione di quell’Arsenale, ma anche di quello di La Spezia, di Augusta, di Messina e, più in generale, di tutta l’area tecnico operativa e industriale della difesa.
Una situazione grave, che va affrontata prima possibile al tavolo di confronto, a maggior ragione dopo aver ascoltato le assicurazioni fornite dal Sottosegretario delegato nel corso della riunione tenuta lo scorso 17 febbraio, quando, in risposta agli interrogativi avanzati da FP CGIL CISL FP e UIL PA sul futuro degli insediamenti operativi e industriali della difesa, dichiarò la ferma intenzione del Ministero della Difesa di continuare a investire sul lavoro e l’occupazione pubblica.
Parole e impegni già registrati, che puntualmente si traducono in un nulla di fatto, mentre le realtà produttive industriali vedono sempre più compromesse le proprie ordinarie attività istituzionali, anche a causa del mancato avvicendamento della forza lavoro qualificata.
L’inerzia che da tempo registriamo su questo versante, conferma la tesi di chi sostiene si tratti di un preciso e articolato piano di disinvestimento, smobilitazione e svincolo dal perimetro pubblico posto in essere fin dall’approvazione delle legge 244/2012 per consegnare il patrimonio industriale e le sue preziose conoscenze alle grandi aziende e imprese private.
Ipotesi che atterrisce al solo pensiero, e che – sia chiaro – contrasteremo con tutta la forza, i mezzi e gli strumenti di cui dispone il Sindacato Confederale.
Nell’ambito della predetta riunione il Sottosegretario delegato, on. Mulè, sollecitato sulla mancata riassegnazione dei 21 milioni di euro da destinare al Fondo incentivante la Produttività dei lavoratori, riferiva che stava sostenendo e seguendo personalmente un emendamento al c.3431 di conversione in legge del dl 30.12.2021, n. 228 – cosiddetto maxi emendamento – appoggiato trasversalmente da diversi gruppi parlamentari, dicendosi convinto che sarebbe stato approvato.
Come è noto, però, l’emendamento che trattava di quelle risorse economiche non è stato poi approvato in aula, malgrado le convinte assicurazioni consegnate dal Sottosegretario delegato nel corso dell’incontro alle organizzazioni sindacali, e ciò ha legittimamente generato sdegno e scoramento tra i lavoratori, che si sono sentiti presi in giro.
Sappiamo che è stato invece approvato un impegno dell’esecutivo a riproporne il finanziamento con il primo strumento legislativo utile individuato, rispetto al quale – non rileva quale sia – La invitiamo però a far seguire e sostenere più e meglio nel suo previsto iter parlamentare.
In conclusione, Signor Ministro, tenuto conto della rilevanza dei temi trattati nell’occasione, FP CGIL, CISL FP e UIL PA Le chiedono di essere celermente convocate, preferibilmente a tavoli separati, atteso che nella difesa – come già in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati – è storicamente provato quanto sia sempre e solo il Sindacato Confederale a dimostrare la capacità di farsi carico, anche nei momenti più bui e drammatici della vita del nostro paese, delle questioni che riguardano le lavoratrici e i lavoratori civili con una visione d’insieme, l’unico in grado di individuare e proporre sempre soluzioni di interesse individuale e generale.
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro.

Con viva cordialità

FP CGIL                       CISL FP                     UIL PA
Francesco Quinti        Massimo Ferri         Carmela Cilento
Roberto De Cesaris      Franco Volpi

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