CRONACA DI UNA EVASIONE ANNUNCIATA
Nel comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate del 15 giugno si legge: stop alle compensazioni indebite. Per la prima volta in campo una task force contro i fenomeni fraudolenti.
L’art.33 della legge 133/2008 inizia a dare i primi risultati: aumento dell’evasione IVA, utilizzo delle compensazioni in maniera patologica, aumento dei fenomeni fraudolenti. Invece di apprezzare l’ottimo risultato ottenuto, l’ennesimo regalo agli evasori, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, dott. Attilio Befera, urla il suo dolore per le minori entrate fiscali: – 3,5% rispetto al 2008, – 3,9 miliardi di euro.
La preoccupazione maggiore è suscitata dal calo delle entrate IVA, vera regina delle imposte evase.
Da studi effettuati risulta, infatti, che l’IVA è l’imposta più evasa e rappresenta un indicatore attendibile per quantificare il fenomeno dell’ economia sommersa . L’ imponibile IVA evaso corrisponde a circa 270 miliardi di euro (anno 2004) equivalente al 33,00% della base imponibili totale, calcolata in circa 818 miliardi di euro. Per il soggetto economico evadere l’IVA è più conveniente, determina oltre al non pagamento dell’imposta anche la possibilità di occultare i ricavi e ridurre il pagamento delle altre imposte. Al fenomeno dell’evasione IVA è collegato anche quello relativo alle frodi IVA, su cui il precedente Governo Prodi aveva puntato una attenzione particolare. Da analisi effettuate risulta ( dati 2005 ) che il numero dei contribuenti che vantano un credito IVA è essenzialmente uguale al numero di coloro che dichiarano un debito.
Per rendere più efficiente la lotta all’evasione fiscale e recuperare gettito, il precedente Governo aveva posto come uno degli obbiettivi strategici la riduzione dell’abuso del sistema delle compensazioni e dei rimborsi, particolarmente in ambito IVA. L’aumento consistente del gettito IVA a partire da agosto 2006 è stata la dimostrazione della validità delle scelte effettuate.
I dati dei primi quattro mesi del 2009 evidenziano un crollo delle entrate per quanto riguarda l’IVA:
– 10,2%, di cui – 5,8 % scambi interni e – 32,5 % sull’importazioni. Il risultato risente sicuramente del contesto economico e del calo dei consumi ma è certamente legato anche alle modifiche normative introdotte dall’ art. 33 c. 3 della l. 133/2008 che ha cancellato l’obbligo per i possessori di una partita IVA di presentare l’elenco clienti e fornitori nella dichiarazione dei redditi, obbligo reintrodotto nella manovra dell’estate del 2006 (decreto Bersani). L’obbligo era un forte deterrente ai fini della presentazione di fatture false e relativa richiesta di rimborso, con la sua abrogazione si è tornati alla situazione del 2005, quando era più facile utilizzare falsi crediti IVA per compensare gli importi delle II.DD dell’IRAP e dei contributi sociali dovuti. L’obbligo, contestato e fortemente osteggiato da diversi soggetti economici e dai loro rappresentanti legali, fu abolito la prima volta da Tremonti nel 1994 e ripristinato, come ricordato, dal governo Prodi nel 2006. L’attuale abrogazione, voluta fortemente dal Ministro Tremonti non trova basi logiche neanche prendendo in considerazione la volontà di non stressare le imprese nella lotta all’evasione fiscale come sottolineato recentemente dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Uno studio effettuato dall’Agenzia delle Entrate nel 2007, che analizza il fenomeno dell’evasione IVA nel periodo 1980-2004, evidenzia una diminuzione di evasione negli anni 1991, 1992, 1994, 1997, 1999 e 2002. Si è invece assistito ad una crescita dell’evasione negli anni 1984, 1989, 2000, 2001, 2003 e 2004 ( Marigliani e Pisani ). I risultati dimostrano che l’evasione IVA risente particolarmente del clima socio politico del paese. Non crediamo sia superfluo ricordare che quanto affermato recentemente da Berlusconi ” se lo Stato ti chiede il 50% del tuo reddito ti senti giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione” sia un chiaro invito ad evadere. Con simili dichiarazioni è difficile credere al Governo quando assicura di voler condurre una seria ed efficace lotta all’ evasione fiscale.
Dopo il calo delle Entrate Fiscali, è ancora convinto il Direttore dell’Agenzia della necessità impellente di modificare l’organizzazione degli uffici delle Entrate, avviando l’attivazione delle Direzioni Provinciali con il risultato di bloccare nell’immediato ogni attività di controllo?
E’ convinto il Direttore dell’Agenzia che il clima di ostilità che il Ministro Brunetta ha generato nel paese nei confronti dei dipendenti pubblici non ostacoli l’attività accertatrice dei funzionari del fisco?
Come crede il Direttore dell’Agenzia di risolvere il problema della disapplicazione del comma 165 /2008 che decurta il salario dei lavoratori e ne offende la dignità e la professionalità, dopo gli eccellenti risultati raggiunti dagli uffici delle Entrate negli anni passati?
I LAVORATORI ATTENDONO RISPOSTE.
Roma, 16/06/2009
FP CGIL Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali
Coordinatore Agenzia delle Entrate
Luciano Boldorini