Lo scorso venerdì, anche grazie alle nostre pressanti sollecitazioni, l’Amministrazione ha
comunicato, con un’informativa resa alle organizzazioni sindacali, la prossima
pubblicazione del bando nazionale relativo alle procedure di selezione per le progressioni
orizzontali all’interno delle Aree A e B con decorrenza al 1° gennaio 2021.
L’avvio dell’iter per le progressioni orizzontali a partire dalle Aree A e B, per l’area
C, lo ricordiamo, il CCNI 2020/2021, stante l’onere economico di circa 23 milioni di euro
che ne deriverebbe a carico del Fondo del personale delle Aree, prevede, con una specifica
dichiarazione congiunta, l’impegno tra le parti all’attivazione dei passaggi all’interno di
quell’area quale forma di utilizzo di eventuali risorse aggiuntive derivanti dal superamento
del tetto sulla costituzione dei Fondi, rappresenta non un atto dovuto, come qualcuno
potrebbe suggerire, ma la conseguenza dell’avvenuta sottoscrizione in via
definitiva del CCNI 2020/2021 che le organizzazioni sindacali firmatarie hanno portato
a casa ed i cui effetti si incominceranno a manifestare già con il cedolino del mese corrente
a dispetto dei proclami di illegittimità dello stesso contratto integrativo che qualche
improvvido dirigente sindacale, oggi silente sul punto, si era affrettato a lanciare
all’indomani della firma dell’ipotesi negoziale avvenuta lo scorso mese di luglio.
La procedura selettiva disegnata dal CCNI 2020/2021, anticipando sotto questo profilo i
contenuti della Legge n.113 del 6/8/2021 di conversione del DL n.80 del 9 giugno 2021,
non prevede la somministrazione di quiz, ma una valutazione che valorizza criteri quali
l’anzianità lavorativa, i titoli di studio ed i coefficienti di merito ossia parametri già utilizzati
nel recente passato per le progressioni orizzontali e verticali: a questo punto auspichiamo
una celere definizione della procedura, stante l’assenza dell’espletamento di prove, con la
pubblicazione dei relativi esiti entro il 31.12.2021 in modo da dare ai colleghi, le risorse
stanziate nel CCNI 2020/2021 sono sufficienti a coprire i costi per tutto il
personale interessato dalle riqualificazioni, la decorrenza del 1° gennaio di
quest’anno.
Con l’occasione sollecitiamo l’Amministrazione a farsi parte attiva presso i
Ministeri competenti affinché sia licenziato in tempi rapidi anche il D.P.C.M. che, in
applicazione del Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2021/2023, autorizza le
progressioni verticali in modo da inquadrare in Area C, sulla base di uno specifico
bando, i colleghi interessati da questa ulteriore procedura di riqualificazione professionale,
una procedura alla quale, allo stato degli atti, non sono interessati i colleghi di area A
stante la colpevole mancata previsione, da noi denunciata già ad aprile scorso,
di concorsi pubblici in area B da parte dell’Istituto nella programmazione delle
assunzioni per gli anni 2021, 2022 e 2023.
Per quanto attiene alle progressioni verticali, le Federazioni Nazionali del pubblico
impiego di CGIL, CISL e UIL sono impegnate da diversi mesi in un serrato confronto con
l’ARAN per il rinnovo del CCNL 2019/2021 del Comparto Funzioni Centrali e ci si augura
che anche sul questo tema, viste le aperture manifestate dal legislatore in sede di
conversione del DL n.80/2021 sulla possibilità di derogare al titolo di studio per l’accesso
all’area superiore, si possano individuare soluzioni capaci di dare risposte alle legittime
aspettative di colleghi il cui unico orizzonte professionale è, in alcuni casi, rappresentato
ad oggi dalle progressioni orizzontali.
Roma, 22 novembre 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo