Nella giornata di ieri è stata diffusa la circolare “Nuove norme in materia di presenza in ufficio
e lavoro agile – accesso ai luoghi di lavoro con il green pass”.
Per quanto ci riguarda sottoliniamo che:
1) il protocollo del 30 ottobre, per la parte relativa alla sicurezza, resta applicabile in quanto
vigente; pertanto sarà necessario verificare, su ogni singolo posto di lavoro, che il rientro
del personale avvenga mantenendo i livelli di sicurezza e assicurando la salute dei lavoratori,
così come tutelati dal predetto protocollo;
2) al netto dei lavoratori fragili, così come identificati dalla normativa vigente, almeno il 15%
del personale può essere autorizzato al lavoro agile;
3) le attività smartabili sono quelle individuate con le note allegate emanate dagli allora dirigenti
apicali;
4) i cosiddetti lavoratori “fragili” svolgono la prestazione lavorativa in modalità agile 5 giorni
su 5 fino al 31 dicembre 2021;
5) rimane la flessibilità in ingresso così come definita dal protocollo del 30 ottobre (dalle
7,00 alle 11,00).
Cogliamo l’occasione per ribadire quanto da tempo sostenuto come FP CGIL: lo smart working
va regolato dal contratto e non da disposizioni normative; milita, in tal senso, il Patto per
l’innovazione e la coesione sociale sottoscritto dal Governo con CGIL, CISL e UIL. E’ con il contratto
che si devono decidere i criteri per l’accesso al lavoro da remoto, i tempi di disconnessione,
la contattabilità.
Lo smart working è una modalità di lavoro, non un privilegio (o peggio, come definito dal
Ministro Brunetta, un lavoro a domicilio all’italiana) e pretendiamo che sia regolamentato, tutelato
e qualificato.
La Coordinatrice nazionale MIMS per la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella