A tutte le lavoratrici e i lavoratori della CRI
Dopo oltre mezzo secolo di assistenza rivolta ai bambini con disabilità motorie, da parte del personale CRI, caratterizzata da alto senso del dovere, grande abnegazione e totale dedizione, l’Amministrazione CRI chiude il Centro di Educazione Motoria (C.E.M) del Comitato Provinciale di Napoli.
La notizia è stata comunicata nel corso della riunione sindacale del 19/05 dal Direttore Regionale CRI Campania e dal Direttore Generale CRI.
La grave decisione è scaturita dall’incapacità dell’Amministrazione ad adeguare la struttura ai requisiti minimi previsti dalle nuove norme in materia di sicurezza. Ciò ha comportato il ritiro da parte della ASL competente per territorio, dell’autorizzazione a svolgere l’attività a carattere sanitario.
Ora, qualcuno dovrebbe spiegare ai lavoratori ed alla collettività, dove era l’Amministrazione e quali misure stava adottando allorquando, da oltre tre anni, denunciavamo lo stato di abbandono in cui versa il CEM di Napoli.
Quello che appare inspiegabile è anche il comportamento dello stesso Comitato Centrale che, nella questione, sembra aver perso la sua caratteristica di controllo sugli Organi Periferici dell’Ente.
In tale situazione di criticità ed emergenza si inserisce anche la struttura CEM di Roma che sarà, probabilmente, coinvolta nell’accoglimento degli utenti del CEM di Napoli.
Il CEM di Roma già oggi vive una situazione di emergenza economica e strutturale più volte da noi denunciata, continuando, nonostante ciò ad offrire ad oltre sessanta ragazzi con gravissime disabilità un servizio di eccellenza, grazie al solo senso di responsabilità del personale per la quasi totalità precario.
Per i motivi esposti, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione sull’attuale situazione che vive la CRI in generale e, quelle di Napoli e Roma in particolare. Non esiste un piano dei servizi da rendere alla collettività, manca una programmazione delle attività lavorative e le poche iniziative in corso sono a grave rischio di chiusura.
Non esistono certezze, non esistono pari opportunità, non esistono obiettivi per la stabilizzazione del lavoro e dei lavoratori precari. Esiste solo una grande confusione nell’ambito della quale le lavoratrici e i lavoratori riescono pur nelle difficoltà a garantire la prosecuzione dei servizi.
Abbiamo già programmato una serie di iniziative locali che coinvolgeranno i cittadini e i mezzi di informazione. Proseguiremo nella richiesta a Croce Rossa e al Governo di aprire un tavolo di confronto che possa affrontare e risolvere sia i problemi legati ai servizi che quelli relativi ai lavoratori che negli stessi operano.
Non può più sfuggire a nessuno che la stabilizzazione di 1894 precari di CRI, e le condizioni di lavoro di tutto il personale, sono strettamente legate alla stabilità dei servizi essenziali per la cittadinanza.
Roma, 21 maggio 2009
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL CRI
Pietro Cocco