“Vogliamo il rinnovo di un contratto definito in tutte le sue parti: quella delle relazioni sindacali, quella normativa e, infine, quella economica. Rispetto al passato rinnovo oggi non abbiamo limiti temporali oggettivi e bisogna essere consapevoli che la parte economica deve essere il risultato delle scelte che faremo sulla parte normativa”. Questo il commento della Fp Cgil al termine della riunione di oggi sul rinnovo del contratto di lavoro del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa.
“Le relazioni sindacali – spiega il sindacato – dovranno dare il segno tangibile di un rinnovato valore del confronto tra le parti, come sancito nel patto del 10 marzo, aumentando la democrazia e la partecipazione. Dobbiamo dare voce ai lavoratori in divisa, consentendogli di eleggere a suffragio universale i propri rappresentanti all’interno di ciascuna unità operativa e dando la possibilità di poter revocare la propria adesione al sindacato in qualunque momento. Come dobbiamo fornire strumenti per prevenire il fenomeno del burn out e quello dei suicidi, ad esempio con comitati paritetici che possano fare analisi, studi di fattibilità e proposte che possano migliorare il benessere organizzativo sui posti di lavoro. Dobbiamo inoltre rafforzare la contrattazione decentrata e il ruolo del dirigente sindacale in ogni istituto penitenziario”.
Nella parte normativa, prosegue la Fp Cgil, “dobbiamo adeguare a questo mondo del lavoro quelli che sono i diritti di cittadinanza evoluti nel tempo: le unioni civili, la parità di genere, le ferie solidali, i congedi per le donne vittime di violenza e per la genitorialità. Per non dimenticare il tema del patrocinio per la tutela legale, della copertura assicurativa Inail e della previdenza complementare, che dovrà essere esigibile dal primo gennaio 2022 anche per i lavoratori di questo comparto”.
Affrontati questi capitoli, continua il sindacato, “possiamo ragionare sulla parte economica, che è il risultato delle scelte che si fanno sulla parte normativa. Voler discutere oggi di quanto spendiamo sul salario fondamentale e quanto sull’accessorio significherebbe non consentire di utilizzare il contratto per risolvere i problemi dei lavoratori. Dobbiamo verificare se le risorse economiche appostate sono sufficienti per consentire gli adeguamenti tabellari, la modifica degli istituti previsti, la revisione del sistema indennitario e per regolamentare la retribuzione del lavoro straordinario. Tempo e covid non devono condizionare questa trattativa, dobbiamo fare un confronto vero e approfondito”, conclude la Fp Cgil.