È proseguita il 1° luglio la trattativa per il rinnovo del CCNL 2019/2021 del Comparto delle Funzioni Centrali.
Ieri sera (30 giugno) l’Aran ha inviato un testo, aggiuntivo a quelli inviati precedentemente e su cui si è riservata di dare successivamente risposte alle richieste sindacali, per proporre una integrazione all’articolo del ccnl 2916/2018 relativo ai Congedi dei genitori. Qui la contrattazione collettiva, su esplicita previsione del decreto legislativo n. 151/2001, deve declinare il congedo parentale (fino a sei mesi per la madre e per il padre del bambino nei suoi primi dodici anni di vita) in modo da poterlo utilizzare in maniera frazionata rispetto a quella mensile. Abbiamo giudicato la proposta dell’Aran non utile a risolvere i problemi riscontrati in alcune amministrazioni ma anzi rischia di accentuare dubbi interpretativi, nella sua applicabilità, soprattutto laddove, a torto o a ragione, si è impedito l’esercizio di un diritto sancito dalla legge per la impossibilità di tradurre in maniera coerente la fruizione del congedo in misura frazionata su base oraria o giornaliera. Per noi la soluzione più naturale continua ad essere quella che il “peso” del congedo mensile debba essere quantificato in misura oraria (un mese di congedo è pari a 156 ore lavorative) e se utilizzato in base giornaliera ridurre il monte ore della misura oraria della giornata ordinaria di lavoro del lavoratore.
L’altra novità del testo proposto ieri riguarda alcuni primi articoli di regolamentazione dello smart working. In proposito abbiamo riproposto la nostra linea, condivisa con CISL e UIL, per una regolamentazione di ogni forma di prestazione lavorativa diversa da quella in presenza: telelavoro, smart working, co-working, in forma esclusiva o mista (in parte in presenza e in parte da remoto), in ragione della diversa articolazione dei vincoli di tempo e di spazio.
Il Ccnl dovrà dare una cornice di riferimento entro cui circoscrivere i contratti individuali previsti dalla legge 81/2017; stabilire un sistema di relazioni sindacali utile a condividere la individuazione delle attività lavorabili da remoto e a permettere margini di volontarietà del lavoratore nell’accesso al lavoro agile; un sistema indennitario e diritti individuali specifici per il lavoro agile.
Infine, Aran ha illustrato le risorse economiche disponibili per il rinnovo contrattuale, declinandole nell’ambito del comparto alla luce dei dati presi a riferimento (al 31 dicembre 2018).
Questo il quadro descritto. Addetti: 224.738 (187.464 ministeri + agenzie fiscali, che gravano direttamente sul bilancio dello stato; 37.274 enti pubblici non economici e altri, i cui costi contrattuali gravano direttamente sui bilanci degli enti) – Retribuzione media di comparto (comprensiva di tutte le voci retributive fondamentali e accessorie): 33.456 euro – Percentuali di incremento complessivo: per il 2019 = 1,3%; per il 2020 = 2,01%; per il 2021 = 4,34 % (3,78% disponibili al ccnl + 0,56% per consolidamento elemento perequativo).
Ovviamente abbiamo preso atto del quadro descritto ribadendo che il negoziato sull’utilizzo delle risorse dovrà avvenire solo dopo aver valutato tutte le esigenze di miglioramento del ccnl 2016/2018 e aver definito la parte di contratto relativa a regolamentazione del lavoro agile e il nuovo sistema di classificazione del personale. E, nel rispetto del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, alla luce anche delle risorse che verranno messe a disposizione delle innovazioni contrattuali.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio