Si sbloccano i comandi: in numeri ridotti e ‘sperimentali’ e nuovi bandi ripetitivi per AFAV e operatori Ancora lontano l’accordo sui passaggi orizzontali
Care compagne e cari compagni, care lavoratrici e cari lavoratori
Abbiamo avuto una informativa su sblocco comandi e nuove (vecchie) autorizzazioni ad assumere. Lo sblocco dei comandi concordato con gli occhiuti organi di controllo prevede la possibilità di avviare una fase sperimentale con l’acquisizione di 60 comandi in entrata che sono stati salomonicamente distribuiti sulle Direzioni Generali e Segretariati, con valenza che riguarda tutti gli uffici sul territorio. La procedura paventata è quella di predisposizione di un portale dedicato a cui gli interessati faranno pervenire le loro istanze, che saranno valutati dalle Direzioni competenti sulla base dei curricola. Anche prevedendo un colloquio, se necessario. Noi non riusciamo veramente a comprendere il senso della sperimentazione. L’amministrazione ha un disperato bisogno di lavoratori, e quindi dovrebbe procedere di conseguenza. Non lo può fare per una impuntatura degli organi di controllo, che ha di fatto trasformato in una selezione una procedura tutto sommato semplice. Sulla base di gestioni pregresse dei comandi, certamente scellerate, ma di fatto non più presenti. I costi riguardano solo i comandi provenienti da comparti diversi dalle Funzioni Centrali e sono costi che l’amministrazione può sopportare.
Sempre nel segno della moltiplicazione delle procedure sono i bandi straordinari annunciati per 100 assistenti alla vigilanza e 50 operatori alla vigilanza, previsti dalla legge 132/2019, che risultano un duplicato per le procedure in corso e saranno oggetto delle medesime modalità di svolgimento delle prove. La norma in questione ha previsto queste ulteriori assunzioni da definire con apposite procedure. Un paradosso burocratico che comprensibilmente ha fatto infuriare i 7mila idonei al concorso AFAV, in attesa ormai da 15 mesi di effettuare la prova scritta che, secondo quanto ci ha comunicato l’amministrazione, si dovrebbe tenere alla fine del mese di luglio, e il condizionale a questo punto è d’obbligo, visti i precedenti. Ci è stato detto che contestualmente alla nostra si è tenuta una riunione tra Ministero e Formez per definire gli aspetti organizzativi e incrociamo le dita. Per quanto riguarda gli operatori noi abbiamo suggerito il metodo usato alla Giustizia per selezionare gli operatori, ovvero una selezione nazionale con titoli e colloqui di idoneità, nei quali riconoscere servizi prestati a vario titolo per l’amministrazione. Ci è stato obiettato che la legge non lo prevede, ma veramente è una procedura utilizzata da altre parti e la norma prevede apposite procedure selettive.
Venendo alla dibattuta questione dei passaggi orizzontali noi riteniamo che, rispetto al primo confronto, si sono registrati passi in avanti per quel che riguarda il riconoscimento dell’anzianità della istanza e la valutazione sulla base dell’organico regionale nel caso, assai improbabile, in cui non si trova collocazione nel proprio istituto. La questione più dibattuta è stata la procedura che si intende seguire, con l’amministrazione che intende ribadire quella seguita 5 anni fa, ovvero riproposizione di istanza tramite portale e attestazione del dirigente, sulla base degli atti d’ufficio, delle mansioni effettivamente svolte. A cui si contrappone una proposta di una parte del tavolo sindacale tesa più ad identificare una sorta di sanatoria automatica basata sulla ricognizione delle istanze presentate. A nostro avviso quest’ultima rischia di escludere a priori le nuove istanze che potrebbero provenire da chi ha maturato i tre anni in questo ultimo periodo e/o non ha mai presentato istanza. Secondo noi un bando ed una procedura non possono non essere previsti, tenendo conto dei criteri di precedenza solo nei casi in cui il passaggio determinerebbe un soprannumero, che noi riteniamo molto residuale, considerata la carenza di personale ed il trend di uscite per cessazioni e riconoscendo tutte le altre. Restano invece per noi due nodi importanti e riguardano il problema del diritto al passaggio orizzontale degli operatori verso il profilo di assistente e quello della tempistica di attuazione, che l’amministrazione insiste per rinviare a dopo le nuove assunzioni. La stessa si è comunque impegnata a proporre una nuova bozza di accordo e vedremo. Per noi è importante arrivare ad una soluzione che sblocchi finalmente questa annosa questione e consenta il riconoscimento formale delle mansioni effettivamente svolte dai lavoratori. E lavoreremo per questo.
Cari saluti
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale Mibact