Polizia Penitenziaria: delegazione Fp Cgil incontra il sottosegretario di stato alla Giustizia.

14 Maggio 2021

Delegazione FP CGIL Polizia Penitenziaria incontra il sottosegretario di stato alla Giustizia.

Questa mattina una delegazione della FP CGIL Polizia Penitenziaria, formata dal Coordinatore Nazionale Stefano Branchi e dal Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali Massimiliano Prestini, ha incontrato il sottosegretario di Stato alla Giustizia Francesco Paolo Sisto per il primo di una serie di confronti sui temi di maggior rilevanza per tutto il personale che opera nel sistema penitenziario.
Oggi abbiamo parlato del personale di Polizia Penitenziaria e abbiamo rappresentato al sottosegretario come gli interventi normativi, attuati a seguito della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dell’8 gennaio 2013, abbiano portato ad una modifica del modo di lavorare della Polizia Penitenziaria. Tale volontà si è tradotta, all’interno delle mura, nell’istituzione della cosiddetta “vigilanza dinamica” e, all’esterno, nella nascita del nuovo Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC), con cui si voleva potenziare il sistema dell’esecuzione penale esterna. Purtroppo, all’interno degli istituti l’istituzione della vigilanza dinamica si è tradotta in un’operazione di apertura delle celle che poco ha a che fare con il progetto iniziale e le aggressioni subite dal personale di Polizia Penitenziaria sono aumentate copiosamente di anno in anno. Su questo tema abbiamo illustrato la nostra proposta di modifica delle attuali modalità custodiali che è già all’attenzione del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dallo scorso anno.
Nell’area dell’esecuzione penale esterna, il progetto introdotto rischia invece il fallimento soprattutto
a causa di una dotazione organica sottodimensionata, che non consentirebbe neanche di svolgere i compiti affidati alla Polizia Penitenziaria all’interno delle carceri. Compiti che, invece, sono aumentati nel tempo senza che alcun governo si facesse carico di prevedere, parallelamente all’aumento dei carichi di lavoro, un piano straordinario di assunzioni che potesse colmare le carenze di organico e far fronte alle nuove esigenze.
La pianta organica del Corpo di Polizia Penitenziaria è stata dapprima fissata, con un Decreto Ministeriale del 2013, in 45.325 unità, poi ridotta a 41.595 con un decreto del 2017 e, comunque, il
personale amministrato risulta di circa 36.600 poliziotti, di cui entro un anno ne andranno in pensione
circa 1.300. Tra l’altro, tale organico è formato solo in minima parte da personale femminile, non solo nei ruoli esecutivi, ma anche in quelli di concetto come quello degli ispettori, dove da anni chiediamo di unificare le dotazioni organiche, superando la distinzione di genere, cosa tra l’altro già prevista per la Polizia di Stato. Con queste carenti dotazioni organiche il personale in servizio negli istituti penitenziari è costretto ad effettuare turni massacranti, che arrivano anche a 16 ore al giorno, e quello impiegato nelle traduzioni dei detenuti viene continuamente utilizzato in ulteriori viaggi al termine del turno di lavoro. Situazione ulteriormente aggravata durante il periodo della pandemia, in cui a causa dei contagi e delle necessità di isolamento precauzionale il personale in servizio nelle nostre carceri è diminuito ulteriormente. Per questo abbiamo chiesto al sottosegretario di farsi carico di chiedere al Governo un piano straordinario di assunzioni che possa colmare la carenza di organico nel minor tempo possibile.
Inoltre, gli istituti penitenziari sono diventati luoghi insicuri, obsoleti e fatiscenti, con scarse risorse
a disposizione per consentirne un’adeguata ristrutturazione e messa in sicurezza. Tra l’altro, in
questi posti di lavoro si utilizzano tecnologie ormai superate, che portano ad aumentare ulteriormente i carichi di lavoro del personale e necessitano di un immediato ammodernamento. Da questo punto di vista abbiamo ribadito che a nostro parere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’opportunità unica per ammodernare tutto il sistema giustizia e quindi auspichiamo che non si limiti ad un solo settore del Ministero, ma possa riguardare anche il sistema penitenziario.
La situazione descritta tende a far aumentare i casi di stress correlato al lavoro e i casi di suicidio, che meritano un’attenzione maggiore da parte dell’amministrazione penitenziaria, anche attraverso l’istituzione di figure di supporto che possano assistere il personale e contrastare il fenomeno. Tra
l’altro abbiamo già presentato al tavolo del rinnovo del contratto del comparto sicurezza e difesa una serie di proposte per istituire commissioni che possano monitorare il fenomeno e fornire proposte di soluzione del problema.
Infine, abbiamo evidenziato la necessità non più rinviabile di dare la possibilità di aderire a forme di
previdenza complementare anche ai lavoratori del Comparto sicurezza e difesa, unico comparto
del pubblico impiego a non avere questa possibilità, e di rivedere il sistema della misurazione della
rappresentatività sindacale, istituendo le Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), elette a suffragio
universale come per gli altri comparti pubblici contrattualizzati.

Il Coordinatore nazionale                                       Il Coordinatore nazionale
Fp Cgil Funzioni Centrali                                  Fp Cgil Polizia penitenziaria
Massimiliano PRESTINI                                          Stefano BRANCHI

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