Al Ministro Della Difesa
On. Lorenzo Guerini
Sig. Ministro,
come è noto il riconoscimento economico accordato ai lavoratori civili della Difesa e contenuto nella
legge di Bilancio 2021, è stato conseguito attraverso la rinnovata attenzione della sua conduzione
politica e la tenacia del movimento dei lavoratori rappresentato dal sindacato confederale.
Questo spartiacque ha sicuramente alimentato le speranze dei dipendenti e ne ha ravvivato la
fiducia da tempo sopita ma, a distanza di 4 mesi, è ora necessario che le norme approvate si
trasformino in provvedimenti concretamente esigibili.
Peraltro, accanto alle predette iniziative di natura economica, FP CGIL CISL FP e UIL PA ritengono
essenziale che la crisi di sistema che avvolge il Ministero della Difesa, la rilevanza economica e
sociale che gli insediamenti del Ministero della Difesa hanno nei vari territori, siano affrontati con
la medesima determinazione, la tempistica e il metodo partecipativo che ha accompagnato
l’approvazione dei 50 milioni di euro.
In particolare, le scriventi OO.SS. ritengono sia giunto il tempo non solo di declinare le
problematiche ma di dare impulso alla loro soluzione, in particolare:
1. Rendere esigibili i 50 milioni di euro della Legge di Bilancio 2021 ai lavoratori civili
E’ necessario rendere immediatamente esigibili i 50 milioni di euro approvati dalla legge di
bilancio 2021 per i lavoratori civili, superando le incertezze interpretative e le lungaggini
burocratiche, per garantire gli sviluppi economici, compresa l’attribuzione di 1 milione di
euro per i dipendenti della prima area, e l’aumento dell’indennità di amministrazione per
tutti i lavoratori.
Occorre riproporre l’impegno finalizzato ad ottenere la conferma, anche per l’anno 2022, dello
stanziamento straordinario relativo ai 21 milioni di euro destinati alla performance
organizzativa.
2. Assumere 6.000 giovani
Gli attuali dipendenti sono già adesso al di sotto delle 20.000 unità previste per il 2024.
E’ necessario rompere gli indugi, differire gli effetti della L 244/12 e varare un piano di 6.000
assunzioni da distribuire in maniera organica in tutto il paese, con l’attenzione sui territori finora
esclusi. In tale ambito si ritiene opportuno valorizzare le proposte già formulate da FP CGIL CISL
FP e UIL PA con il coinvolgimento delle ex Scuole Allievi Operai nella formazione di giovani da
inserire nel lavoro attraverso corsi/concorso.
È poi indispensabile accelerare e dare concreta attuazione ai concorsi tuttora
incomprensibilmente sospesi, inclusi quelli recentemente approvati e inseriti nella legge di
bilancio 2021, di cui a tutt’oggi non si ha notizia.
3. Recovery Plan, infrastrutture e divari territoriali
È noto come le attività oggi svolte negli stabilimenti dell’area tecnico operativa e industriale,
comprese quelle assicurate dall’Agenzia Industria Difesa, siano state negli ultimi 20 anni
costantemente compresse, sia per effetto del blocco del turn over, sia in ragione dei tagli
destinati all’ammodernamento dei mezzi e degli strumenti necessari alle officine meccaniche
degli arsenali e dei centri tecnici.
Di fatto oggi registriamo la loro sostanziale incapacità di operare al meglio delle possibilità, a
vantaggio di un sempre maggior coinvolgimento delle imprese private i cui costi a carico della
collettività si sono rivelati molto superiori.
Per questo riteniamo che il “Recovery Plan” debba costituire per l’industria della Difesa una
irrinunciabile e straordinaria opportunità di rilancio del settore. Tornare ad investire sul
lavoro pubblico per rendere efficienti e produttive le infrastrutture dello Stato, innovandone
le tecnologie e i processi di organizzazione e digitalizzazione nel rispetto della sicurezza e
dell’ambiente, significa assumere l’obiettivo di valorizzare gli asset strategici di un settore che
può favorire la ripresa dell’occupazione e contribuendo allo sviluppo economico e sociale del
paese.
4. Aree e infrastrutture della Difesa in uso ai privati
È necessario rendere concreto, formalizzandolo, l’accordo sulle assegnazioni di aree e strutture
della Difesa in uso temporaneo ai privati attraverso la partecipazione e il confronto con le
OO.SS., per favorirne l’efficacia.
5. Diritto alle informazioni, trasparenza, tabelle organiche e mobilità.
Malgrado le garanzie più volte ottenute dal vertice politico, nonostante la definizione nei
primi incontri sul CCNI “parte normativa” con la delegazione presieduta da Persociv e alla
presenza di SMD, permangono incomprensibili ostacoli a fornire tempestiva e completa
informazione sulle tabelle organiche e sulla distribuzione del personale negli enti da parte degli
SSMM.
Questa violazione degli obblighi sulla trasparenza, l’aver fornito dati insufficienti, incompleti e
comunque non veritieri, ha fatto fallire tutte le procedure sulla mobilità, di fatto mai
applicata, con pregiudizio per chi da tempo attende di potersene avvalere.
La mancanza di unicità di visione in tema di fabbisogni del personale, anche nelle sedi
periferiche, ci consegna una frammentazione disfunzionale con 8 diverse articolazioni (SMD, SMA,
SME, SMM, C.C., Segredifesa, Consiglio Superiore della Magistratura, Persociv) che hanno concorso
al fallimento della legge 244/12.
E’ dunque necessario ricondurre anche nel Ministero della Difesa l’intera gestione dei
rapporti di lavoro del personale civile, compresi gli organici, ad un unico centro di
responsabilità amministrativa da attribuire alla Direzione Generale del Personale Civile.
6. Ex militari transitati
Permane irrisolta, nonostante le proposte avanzate da FP CGIL CISL FP UIL PA, la
problematica dei colleghi transitati per motivi di salute. Non è più rinviabile favorirne il
transito volontario in tutte le pubbliche amministrazioni, curandone l’assegnazione non
lontano dalle loro residenze ed evitandone, possibilmente, l’assegnazione nell’area industriale,
stante la difficoltà allo svolgimento di mansioni tecniche per motivi di salute.
È indegno che centinaia di colleghi, anche in condizioni di salute estreme, continuino a
mendicare trasferimenti trovando soltanto porte chiuse.
Le porte chiuse non servono a loro e neppure all’A.D. che ha generato questa assurdità, che
non può essere affrontata nell’ambito dei consueti schemi.
Anche per questo è necessario riformare una tabella di equiparazione anacronistica che genera,
fra l’altro, condizioni di sotto impiego per i transitati nella terza area.
7. Polverifici e lavori insalubri
Rimangono ancora inevase le richieste avanzate dalle OO.SS. sulla definizione del tema, in attesa
dei risultati che la commissione nominata 24 mesi fa avrebbe dovuto presentare per attualizzare
le disposizioni vigenti, che risalgono a più di 100 anni. E’ necessario trovare soluzioni che non
arrechino pregiudizio ai dipendenti alle porte della pensione, a cui però viene addirittura
impedito con effetto retroattivo il diritto già maturato. In proposito, data la gravità della
situazione che coinvolge migliaia di lavoratori, occorre aprire quanto prima possibile un
apposito tavolo di confronto.
8. Organismi di Protezione Sociale
Così come ripetutamente convenuto, per superare la deriva degli Organismi di Protezione
Sociale affidati a gestioni private, è necessario modificare il Codice dell’Ordinamento
Militare ripristinando l’affidamento prioritario alle associazioni di dipendenti.
Nel sottolineare che con l’attuale vertice politico si è aperta una nuova fase nella Difesa, e che hanno
trovato risposte istanze da tempo inascoltate, è altrettanto evidente che il ruolo e la
partecipazione dei lavoratori e del sindacato confederale abbiano assunto una rilevanza strategica per il
conseguimento dei risultati ottenuti.
Tanto premesso, nella convinzione che è ora indispensabile dare continuità alle iniziative
intraprese, FP CGIL CISL FP e UIL PA chiedono apposito incontro sugli argomenti rappresentati.
Cordialmente
FP CGIL CISL FP UIL PA
Francesco Quinti Massimo Ferri Carmela Cilento
Roberto De Cesaris Franco Volpi