Ministero della Salute: Lettera Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Pa al Ministro Speranza

22 Aprile 2021

Al Ministro della Salute
On.le Roberto Speranza

Signor Ministro,
mentre prosegue senza soluzione di continuità la lotta al virus e al contenimento del contagio da SARS-CoV-2/COVID-19 con l’obiettivo di salvaguardare la salute e la sicurezza della collettività e liberare il paese dalla morsa devastante della pandemia, un nuovo passo nelle relazioni tra governo e parti sociali sembra ormai avviato significativamente anche nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, grazie al “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” sottoscritto il 10 marzo scorso dal presidente Draghi e i segretari generali di CGIL CISL UIL.
Il Patto riconosce l’importanza di funzione e ruolo delle organizzazioni di rappresentanza proprio per favorire quel processo di miglioramento della qualità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche verso la cittadinanza e il sistema delle imprese, utile a traguardare gli obiettivi che dovranno trovare realizzazione attraverso il prossimo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
In tale ottica e contesto richiamiamo la Sua attenzione sulla necessità di favorire, per il ruolo politico che ricopre da Ministro e per l’attenzione verso le prerogative delle organizzazioni sindacali che le riconosciamo, l’affermazione presso il Ministero della Salute di un modello di relazioni sindacali utile a consentire l’avvio di un confronto reale, e promuovere la partecipazione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori ai processi decisionali dell’amministrazione, nel rispetto delle reciproche prerogative ma anche in applicazione precisa e puntuale delle norme contrattuali che disciplinano i rapporti tra le parti.
Da troppi anni, infatti, continuiamo a registrare nella condotta dalla dirigenza politica incaricata, una intollerabile modalità di gestione del ministero che non prevede il reale coinvolgimento delle rappresentanze sindacali dei lavoratori e della dirigenza, che non ammette discussione e tanto meno dissenso, e che risulta totalmente irrispettosa delle prerogative sindacali, dei diritti e dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, anche della dirigenza amministrativa.
Seppure in costanza di un comprensibile aumento delle attività e delle funzioni garantite dal Ministero della Salute per effetto della pandemia, va in ogni caso riconosciuto e tenuto in debita considerazione il grande senso di responsabilità e forte spirito di appartenenza dimostrato dalle lavoratrici e dai lavoratori in presenza o in lavoro agile. Anche per questo riteniamo ingiustificabile che la governance del ministero continui ormai da anni a distinguersi per la pressoché totale assenza di attenzione e di politiche rivolte al personale in servizio negli uffici e sedi del dicastero.
Che dovrebbero riguardare l’assunzione di professionalità tecniche amministrative delle aree funzionali, alle quali trasmettere per tempo il prezioso know how acquisito dalle lavoratrici e dai lavoratori nel corso della propria carriera, che rischia invece di andare disperso per effetto dell’alto numero di pensionamenti raggiunti soprattutto in questi ultimi anni; ma anche la valorizzazione del personale dipendente, lo sviluppo giuridico ed economico delle alte professionalità presenti, l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei processi organizzativi e lavorativi, oltre a molto altro ancora.
Questioni per noi irrinunciabili, da affrontare prima possibile, che invero quasi mai hanno trovato spazio nell’agenda di una dirigenza politica che nell’ultimo ventennio ha sempre mostrato di essere concentrata esclusivamente su attività e dinamiche politiche e organizzative finalizzate a raggiungere altri scopi, ritenuti evidentemente più attrattivi.
Sulla dirigenza del ministero, in particolare, occorrerà avviare una discussione sulle richieste da tempo rappresentate e non ancora affrontate, con riferimento al superamento delle sperequazioni in atto tra le varie figure professionali, ottenibile, se del caso, anche attraverso l’adozione di corretti strumenti normativi, ovvero anche con il rifinanziamento dell’articolo 7 e la sua concreta stabilizzazione, alla luce dello squilibrio provocato tra i dirigenti sanitari medici di struttura complessa e i dirigenti amministrativi di II^ fascia; come pure ridefinire il fondo di risultato, in considerazione del suo sdoppiamento previsto a far data dall’anno 2019.
Ma servirà anche ridefinire le posizioni cosiddette variabili della dirigenza medica, per eliminare le differenze che allo stato intercorrono tra dirigenti medici/veterinari e dirigenti chimici/farmacisti/biologi e psicologi, e tra i dirigenti sanitari entrati nei ruoli del Ministero in anni diversi, causa tecnicismi e interpretazioni che hanno prodotto guasti e alimentato il contenzioso amministrativo, e riaprire il tavolo di confronto sull’orario dei dirigenti sanitari, e la sospensione della applicazione della circolare emessa dall’amministrazione per la definizione del vincolo dell’orario stabilito per i servizi che prevedono turnazioni.
La forzata equiparazione della dirigenza ministeriale con quella operante nelle aziende del Servizio Sanitario Nazionale, introdotta con l’ultimo rinnovo contrattuale della dirigenza delle Funzioni Centrali per inseguire illusoriamente una equiparazione dei trattamenti economici nella loro composizione formale (era infatti evidente agli scriventi che l’equiparazione non avrebbe potuto spingersi fino al riconoscimento dell’indennità di esclusività sbandierata dai sindacati autonomi dei medici), ha messo in discussione le caratteristiche proprie della dirigenza ministeriale costringendoci ora, in prossimità
dell’avvio di una nuova stagione di rinnovi contrattuali, a chiederle la disponibilità a un confronto di merito per comprendere se davvero si ritiene che l’organizzazione ministeriale debba essere assimilata a quella di un’azienda ospedaliera.
Per fare ciò, signor Ministro, occorre un approccio dinamico, costruttivo e realmente partecipativo alle relazioni sindacali. Oggi più che mai serve al Ministero della Salute mettere in pratica i principi e le direttive contenute nel “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, che impone il raggiungimento di obiettivi precisi nell’ambito di un disegno riformatore della P.A. che non può essere eluso o, peggio, disatteso.
Per questo Le chiediamo una disponibilità ad incontrarci nei tempi e nei modi che riterrà necessario adottare.
Con viva cordialità

FP CGIL                            CISL FP                                     UIL PA
F. Oliverio                        A. Marinelli                              A. Silvestri

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