Polizia Penitenziaria: Parità di genere nelle progressioni in carriera del personale

19 Aprile 2021

Alla Ministra della Giustizia

Prof.ssa Marta Cartabia

Oggetto: parità di genere nelle progressioni in carriera del personale di Polizia penitenziaria

Egregia Ministra,

Di recente, il Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione penitenziaria ha presentato una proposta di modifica della legge 395 del 1990, con la quale si chiedono pari opportunità di carriera per uomini e donne appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria per i ruoli di Ispettori e Sovrintendenti, ruoli che non prevedono un contatto diretto con i detenuti e non presentano quindi problemi legati al genere.

Ad oggi, infatti, l’organizzazione degli istituti penitenziari è basata sul genere . La normativa vigente, cui si riferisce la modifica richiesta dal CPO, asserisce che “il personale del corpo di polizia penitenziaria da adibire ai servizi in Istituto all’interno delle sezioni deve essere dello stesso sesso dei detenuti”. Nell’interpretazione della legge nel nostro Paese le donne subiscono limitazioni nell’accesso non solo ai ruoli che operano all’interno delle sezioni detentive, ma anche a quelli che non prevedono il lavoro in sezione: ispettori e sovrintendenti. Ne discende che, con una popolazione carceraria che conta ad oggi 2.239 detenute su un totale di circa 53.500 reclusi, la presenza maschile nel Corpo è quasi esclusiva.

In conseguenza di questo gran parte dei ruoli di coordinamento, viste le esigue assunzioni di personale femminile, sono affidati a personale maschile non solo all’interno degli istituti penitenziari, ma anche all’esterno, al punto che i cittadini si sono ormai abituati a non vedere sui nostri mezzi ispettori o sovrintendenti donne a capo delle scorte.

La FP CGIL ritiene che tale discriminazione debba essere superata al più presto, come già avvenuto in molti Stati Europei. In sistemi penitenziari di altri stati membri (come quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Francia e Germania) le donne sono ammesse anche nelle sezioni maschili, salvo che per le operazioni di perquisizione dei detenuti, e queste esperienze ci insegnano che aumentare il numero di donne nel corpo di Polizia Penitenziaria, se fatto con criterio, è possibile.

Ammettere pari opportunità di progressione in carriera per il personale di Polizia penitenziaria, non riguarda semplicemente la carriera, comunque importante per chi lavora, ma anche ciò che questo rappresenta: il fondamentale diritto di essere in grado di partecipare alle scelte del proprio futuro e a quello della propria comunità, senza vincoli legati al genere.

Per quanto sopra esposto la FP CGIL le chiede di prendere in considerazione la proposta presentata dal Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione Penitenziaria e di favorire iniziative di modifica legislativa finalizzate al superamento delle discriminazioni descritte.

Si coglie l’occasione per porre distinti saluti.

           

               Politiche di Genere Fp Cgil nazionale                    Il Segretario nazionale Fp Cgil
                                    Lara Verbigrazia                                                Florindo Oliverio

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