L’11 marzo del 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava la pandemia globale di COVID-19. A un anno da quel giorno emergono amplificati i punti di forza e di debolezza delle nostre società. In Europa la pandemia ha messo a nudo la fragilità dei sistemi sanitari pubblici e la totale mancanza di capacità di rispondere a un tale shock socio-sanitario ed economico.
Come sindacati dei servizi pubblici europei da tempo protestiamo per la carenza di personale, il sottofinanziamento e le risorse inadeguate, da molto prima dello scoppio della pandemia. Quando la prima ondata ha colpito, perciò, non ci ha meravigliato che i sistemi sanitari e le case di cura ne fossero completamente sopraffatti.
È triste ammettere, riflettendo sulle politiche neoliberiste, che ci voglia un momento di svolta come una pandemia globale per riconoscere la necessità di servizi pubblici ben finanziati e il riconoscimento dei lavoratori che li erogano.
La pandemia ha reso chiari gli svantaggi della privatizzazione e dei tagli di bilancio: la priorità è quella di rafforzare la salute pubblica e i sistemi di assistenza, attraverso politiche fiscali più eque ed inclusive, affinché chi ha di più contribuisca maggiormente al finanziamento del welfare nazionale.
È un dovere verso i nostri operatori sanitari e assistenziali, molti dei quali sono in cura per stress post-traumatico.
Ci sono stati più di 100 scioperi nei settori della sanità e dell’assistenza in Europa poco prima dello scoppio della pandemia, per rivendicare aumenti salariali, migliori condizioni di lavoro, più assunzioni e servizi di supporto.
Insieme alla sanità e al settore dell’assistenza sociale anche altri servizi pubblici sono stati in prima linea nella crisi. Dai settori dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia, alla sicurezza sociale e ai servizi per l’impiego, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici sono stati cruciali per far funzionare la società e per affrontare le ricadute socioeconomiche delle misure di lockdown.
Il loro ruolo diventerà ancora più cruciale per la ripresa economica: maggiori investimenti per garantire la disponibilità e la qualità dei servizi, per assicurare l’accesso al welfare, agli alloggi, all’acqua, all’energia e all’istruzione, così come il finanziamento degli enti locali.
Il settore pubblico ha un ruolo unico da svolgere nella ricostruzione di società più resilienti per promuovere un’economia circolare ai sistemi di trasporto verdi e alle infrastrutture pubbliche “pulite”. I fondi nazionali ed europei destinati alla ripresa dovrebbero essere usati per questo, rinunciando a quei miopi processi di privatizzazione dei servizi pubblici che penalizzano i cittadini.
Questa crisi sanitaria senza precedenti dimostra che l’UE deve pensare a riacquisire alcuni settori che garantiscono la sicurezza dei cittadini europei, come la farmaceutica o la produzione di dispositivi di protezione individuale, con un maggior coordinamento per la campagna vaccinale ed un’autonomia produttiva, garantendo così copertura a tutti i cittadini ed evitando speculazioni sulla salute.
Le carenze rilevate durante questa crisi sottolineano che gran parte del fondo di ripresa dell’UE deve essere destinato all’investimento nei servizi pubblici, che rappresentano i valori universali alla base della stessa Europa.
Come segretari generali dei sindacati del servizi pubblici, lotteremo con molti altri per l’uguaglianza del mercato del lavoro, per migliori condizioni di lavoro e più investimenti pubblici. Insieme a un movimento in crescita, ci battiamo per la giustizia fiscale, per garantire che le aziende paghino la loro giusta quota e per invertire la crescente disuguaglianza. È fondamentale che nella ripresa da quella che si prospetta come la peggiore crisi economica di sempre, le lavoratrici e i lavoratori, le comunità e il nostro pianeta abbiano la priorità sui profitti di pochi.
Jan Willem Goudriaan, segretario generale Epsu
Mette Nord, presidente di Epsu
Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil
Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp
Michelangelo Librandi, segretario generale Uil Fpl
Sandro Colombi, segretario generale Uil Pa