Questo pomeriggio il presidente dell’Aran ha convocato nuovamente tutte le organizzazioni
sindacali della Presidenza del Consiglio per verificare se sussistano le condizioni previste dalla
legge per permettere la sottoscrizione di una intesa di rinnovo contrattuale.
Purtroppo, nulla è cambiato rispetto all’incontro del 23 dicembre scorso.
Snaprecom, Sipre e Ugl hanno confermato la loro indisponibilità alla sigla della pre-intesa (solo
con il 51 per cento di firmatari è possibile dichiarare raggiunta una intesa e avviare le procedure di
validazione da parte degli organi di controllo: Governo, MEF e Corte dei Conti) e, pertanto, il
presidente Naddeo ha dovuto dichiarare l’impossibilità di dare un contratto collettivo nazionale
di lavoro ai dipendenti della Presidenza del Consiglio.
Per parte nostra possiamo solo ribadire, per chiarezza nei confronti delle lavoratrici e dei
lavoratori, che non siamo in presenza di un contratto, cattivo e meno, ma di fronte al fatto, unico
nella storia dei contratti collettivi nel pubblico impiego, che un negoziato si esaurisce con
l’impossibilità di definire un ccnl.
Nel passato abbiamo assistito certamente a contratti collettivi non necessariamente sottoscritti
dall’unanimità delle organizzazioni sindacali ma a maggioranza. Oppure, all’impedimento di dare
vita ai negoziati per il blocco della contrattazione da parte dell’autorità politica (come è stato dal
2009 fino al 2018 per la generalità dei comparti pubblici).
Come Funzione Pubblica CGIL abbiamo sempre giudicato negativamente i governi che hanno
impedito l’esercizio della contrattazione perché hanno leso il diritto soggettivo e individuale non
dei sindacati ma dei lavoratori ad avere un contratto di lavoro.
Per questo possiamo solo dire che è singolare e paradossale che questo diritto venga negato ora
proprio da chi pretende di rappresentare proprio le lavoratrici e i lavoratori.
Non vogliamo giudicare il modo e le capacità delle altre organizzazioni sindacali nello svolgimento
del proprio ruolo. E’ uno stile che non ci appartiene e per questo non abbiamo partecipato nei
giorni scorsi allo scambio di comunicati tra organizzazioni sindacali.
Quello che di sicuro non tolleriamo è millantare ai lavoratori che siamo in presenza di un contratto
capestro (che non c’è: non certo per responsabilità di chi, invece, responsabilmente ma anche
facendo i conti con le regole e le condizioni date, ha cercato fino in ultimo di non danneggiare
oltre i lavoratori lasciati al palo dal 2009).
Abbiamo ribadito la nostra disponibilità a siglare una pre-intesa quando e se l’Aran dovesse
riconvocare le parti perché qualcuno ci avrà ripensato.
Alle lavoratrici e ai lavoratori possiamo solo ricordare, inviando nuovamente la nostra
comunicazione del 23 dicembre scorso, i contenuti di un testo che avrebbe potuto essere
un’ipotesi di accordo e che invece rimane l’ultimo atto dell’Aran a sancire l’incapacità del
negoziato di produrre risultati.
Rinnoviamo a tutte e tutti i nostri auguri di buon anno e confermiamo la nostra azione di
rappresentanza negli interessi concreti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio