“Il ministro Bonafede incontra tutti tranne i rappresentanti dei lavoratori della Giustizia. Si confronti con il sindacato e ascolti le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori”. Ad affermarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, aggiungendo che: “Stiamo assistendo in questi giorni a un tourbillon di incontri del Ministro della Giustizia con le varie associazioni professionali che ruotano intorno ai servizi giudiziari. Verso tutti ha avuto parole rassicuranti e in particolare si è soffermato sullo sforzo che si sta facendo per modernizzare il servizio, velocizzare le procedure e implementare le dotazioni tecnologiche degli uffici”.
Eppure, aggiungono i sindacati, “sin dall’inizio del dell’emergenza non si rintraccia purtroppo alcuna dichiarazione pubblica del Ministro che ringrazia i lavoratori per lo sforzo incredibile attuato, nella nota situazione di carenze organizzative e di organico, per garantire la continuità di un servizio essenziale per i cittadini. Persino nelle occasioni in cui i lavoratori sono diventati oggetto di attacchi odiosi e strumentali da parte di alcuni esponenti di categorie professionali, tanto più ingiustificati alla luce della grave emergenza vissuta dal Paese, non è arrivato alcun segnale ai lavoratori della Giustizia di solidarietà da parte del loro Ministro”.
In tale contesto, osservano i sindacati, “l’utilizzo dello smart working emergenziale si è anche rivelato una opportunità quasi unica per avviare nuovi modelli di organizzazione del lavoro che certo potranno consentire quella modernizzazione delle infrastrutture tecnologiche e dei sistemi informatici sempre invocata e mai attuata. A questo processo i lavoratori e le loro rappresentanze stanno contribuendo in modo responsabile, fattivo e costruttivo, come possono testimoniare gli accordi raggiunti sulla gestione dell’emergenza e sul lavoro agile ed il sacrificio delle migliaia di lavoratori presenti negli Uffici Giudiziari e negli Unep, negli Istituti e Uffici penitenziari, anche minorili, e negli Archivi Notarili, troppo spesso costretti ad operare in condizioni non rispettose delle procedure di sicurezza che lo stesso Ministero ha adottato, anche con applicazioni su tutto il territorio nazionale disposte d’ufficio. Si pensi poi a coloro che sono chiamati a svolgere il loro lavoro all’esterno degli uffici come gli ufficiali giudiziari e gli assistenti sociali i quali sono stati esclusi colpevolmente dai processi di innovazione tecnologica nonostante gli impegni assunti e con grave pregiudizio per l’efficienza della Giustizia”.
Per queste ragioni, osservano, “ci chiediamo allora perché il Ministro Bonafede non abbia trovato il modo ed il tempo di corrispondere alle ormai datate richieste di incontro inviate dalle Segreterie Nazionali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. Un incontro per fare il punto sulla gestione dell’emergenza, per discutere e confrontarsi sui piani di riqualificazione del lavoro e dei lavoratori, a partire dalla piena applicazione degli accordi sottoscritti nel 2017, di un piano di occupazione straordinaria che miri alla copertura totale delle carenze in organico, della necessità di mettere risorse fresche e aggiuntive sul salario di produttività dei lavoratori, anche in relazione alla necessità di utilizzo delle risorse provenienti dal Recovery Fund da destinare al funzionamento della Giustizia. Un confronto che riteniamo ineludibile: se veramente si vuole avviare e portare alla realizzazione un piano di modernizzazione dei servizi che abbatta i tempi della Giustizia allora è fondamentale rinnovare il patto con i lavoratori, riconoscere la funzione essenziale e il valore sociale del loro servizio”, concludono.