Il Coordinamento Nazionale FP CGIL VVF analizza la nuova situazione politica

18 Luglio 2011

Il Coordinamento Nazionale FP CGIL VVF analizza la nuova situazione politica

Il 21 giugno u.s. si è tenuto il Coordinamento Nazionale della FPCGIL VVF, che ha dibattuto e condiviso all’unanimità l’analisi della situazione attuale e le strategie da mettere in campo – contenute nella relazione iniziale del Coordinatore Nazionale e nelle conclusioni della Segretaria Nazionale – anche a seguito del radicale cambio alla guida politica del Paese. E’ noto quanto la CGIL abbia lavorato per questo risultato, sia opponendosi alle politiche neo liberiste del governo Berlusconi, sia sostenendo l’Unione di centro sinistra guidata da Romano Prodi. L’avvento del nuovo vertice politico, anche nel Ministero dell’Interno, e la conseguente nomina del nuovo Sottosegretario di Stato, On.le Rosato, ha già prodotto qualche segnale positivo, costringendo il Vertice del Dipartimento ad abbassare i toni dello scontro, a ritirare provvedimenti presi unilateralmente ed a sospendere l’applicazione del decreto 217/05, nella sua attuale composizione. Ma non basta!!! Per quanto riguarda i Vigili del Fuoco è evidente che ci si aspetta un cambio di rotta radicale, soprattutto perché la legge 252/04 di riforma del rapporto di lavoro, con il ritorno al sistema pubblicistico, e il DL 217/05 che la attua, non solo non hanno portato benefici, ma stanno addirittura aggravando i problemi di servizio e le condizioni di lavoratrici e lavoratori. Di tale situazione iniziano ad accorgersi anche quei sindacati fautori del provvedimento, ma sembrerebbe si vogliano limitare ad una mera operazione di restauro del DL 217/05, lasciando la legge 252/04 inalterata. Per la CGIL, invece, è ancora più evidente che gli aspetti negativi contenuti in quel decreto non si risolvono con qualche modifica, ma con un pesante intervento abrogativo della legge stessa, della quale, non a caso, sono figli. Ci rendiamo conto delle difficoltà che può incontrare tale opzione, nel quadro più ampio degli orientamenti governativi in materia di riforme approvate dal centro destra (legge 30, Bossi-Fini, Moratti). Tuttavia, qualora si rendesse impraticabile la strada dell’abrogazione – ma sarà dura convincerci – l’unica mediazione possibile è il mantenimento, anche nel diritto pubblico, di tutti i diritti e le tutele precedentemente acquisiti, ovvero della possibilità di negoziare tutte le materie previste nel precedente sistema, a partire proprio dall’ordinamento professionale. La strategia rivendicativa, inoltre, dovrà necessariamente mettere al centro della discussione con il Governo anche il problema degli organici e di un loro consistente aumento. La priorità dovrà essere la stabilizzazione di tutti i posti di lavoro che risultano dalle risorse utilizzate per richiami di vigili discontinui/precari e straordinario (secondo i nostri calcoli circa 2.000 unità), mentre nell’arco dell’intera legislatura si dovrebbe raggiungere lo standard europeo (45.000 unità) e per due ottime ragioni: da un lato per dare una prospettiva alle migliaia di colleghi precari che ambirebbero all’assunzione, dall’altro per consentire ai Vigili del Fuoco di esercitare appieno il ruolo di componente fondamentale del sistema di Protezione Civile, in assoluta sinergia con le istituzioni territoriali ed il volontariato. Il contrario, quindi, di quanto prefigura la legge 252/04, la quale, non a caso, traccia un profilo istituzionale del Corpo impegnato più sui versanti della Difesa Civile e dell’Ordine Pubblico: se ai Pompieri viene attribuita un esclusiva competenza specialistica, l’attività ordinaria sarà sempre più affidata al volontariato e le dotazioni organiche subiranno inevitabili compressioni. Una partita che sta dentro la battaglia di tutta la CGIL contro il precariato alimentato dalla legge 30, ma anche della FPCGIL, per gli effetti negativi che il precariato sta producendo nei servizi pubblici e sulla qualità delle politiche sociali che gli stessi, loro malgrado, sono in condizioni di erogare. In tal senso, sarà fondamentale una massiccia vittoria del “NO” al referendum costituzionale che si terrà il 25 e 26 giugno p.v., poiché sarà una tappa fondamentale per riprendere e rilanciare concetti di equità e solidarietà, sia sul fronte delle tasse (pagare tutti per pagare meno), sia su quello dell’accesso a condizioni di maggior favore in campo scolastico, sanitario, abitativo (altro che devolution), sia, infine, sul fronte del recupero delle risorse evase al fisco, senza le quali, non ci potrà essere alcun rilancio della produzione industriale, tanto meno dei consumi. Sia chiaro, il cuneo fiscale non lo si realizza risparmiando in materia previdenziale, né sui rinnovi contrattuali, anzi, giusto per rigettare strane ipotesi di moratoria del biennio contrattuale in corso, va ribadito con forza che una simile soluzione renderebbe ancora più poveri le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati e le loro famiglie, oltre tutto, i medesimi soggetti che già molto hanno dato nell’opera di risanamento condotta dal 1° Governo Prodi, nella seconda metà degli anni 90. Così fosse, si sappia che un ulteriore peggioramento della qualità della vita, del Welfare, dei diritti e delle tutele, per la CGIL, non potrà essere, in nessun caso oggetto di mediazione.  
22 giugno 2006
 
(Franco Moretti – Adriano Forgione)

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