“Ricorrere alle graduatorie degli idonei e assumere personale a tempo indeterminato, garantendo le necessarie professionalità, per poter far fronte al processo legato alla sanatoria dei lavoratori irregolari, italiani o stranieri, varata dal cosiddetto decreto rilancio”. A chiederlo è la Funzione Pubblica Cgil nel passare in rassegna quanto previsto dall’articolo 103 del decreto 34/2020.
L’amministrazione che sarà al centro della procedura per la sanatoria, infatti, precisa il sindacato, “è quella del Ministero dell’Interno, con particolare riferimento ai lavoratori dell’amministrazione civile. I procedimenti richiederanno la necessaria presenza degli interessati presso gli uffici competenti ed è prevedibile un consistente accesso dell’utenza, in un ristretto lasso di tempo, presso lo Sportello unico per l’immigrazione e le Questure. Una concentrazione che inevitabilmente dovrà prevedere servizi di sanificazione e igienizzazione e che inciderà su uffici che soffrono da tempo di carenze organiche consistenti”.
Per queste ragioni, il punto di maggiore criticità per la categoria, “è il ricorso a prestazioni di lavoro a contratto a termine somministrato per un massimo 30 milioni di spesa, pari a circa 1.300 unità per 6 mesi ripartite tra Sportelli unici e Questure, così come previsto dal decreto e dalla relazione tecnica”. Una soluzione che non soddisfa la categoria perché “non tiene conto della necessità di fornire in modo strutturale un servizio quantomai delicato e necessario. Serve invece procedere a una ricognizione delle graduatorie degli idonei e assumere personale a tempo indeterminato anche con le procedure utili a garantire le professionalità che necessitano. Ad oggi sussistono graduatorie in corso di validità con oltre 4 mila idonei dalle quali è possibile reclutare personale e rendere strutturali servizi indifferibili che solo la pubblica amministrazione può erogare”, conclude la Fp Cgil.