Si pubblicano gli articoli dei quotidiani La Repubblica e il Sole 24 Ore che riportano la posizione della FPCGIL Medici in merito alla proroga della libera professione.
Due precisazioni
Prima precisazione
L’emendamento sulla libera professione – approvato ieri al Senato, e che deve passare ancora alla Camera – proroga dal 31 gennaio 2009 al 31 dicembre 2012 (quasi 4 anni) il tempo per le Regioni per rendere disponibili i locali destinati alla libera professione intramoenia, e dal 31 gennaio 2009 al 31 gennaio 2010 (1 anno) la possibilità per i medici in rapporto di esclusività di continuarla negli studi privati.
Appare a noi chiaro che tra un anno, se la legge non dovesse cambiare, avendo le Regioni altri 3 anni per garantire i locali, non si potrà che dilatare anche la proroga per gli studi privati di altri 3 anni. Pertanto nella sostanza si tratta di una proroga di ben 4 anni.
Seconda precisazione
A fronte di strumentali polemiche di qualche altra organizzazione sindacale medica, vogliamo ricordare che noi abbiamo sempre rivendicato, e con coerenza continuiamo a rivendicare, la possibilità di esercitare la libera professione intramoenia. Chiediamo però che siano le aziende ad avere l’obbligo di reperire locali adeguati, in primo luogo all’interno degli stessi ospedali e servizi territoriali dove il medico lavora, a prendere le prenotazioni e a riscuotere gli onorari per ritrovarli direttamente nelle buste paga.
In altre parole il medico in rapporto di esclusività che sceglie la libera professione intramoenia non deve essere costretto a trovarsi e a pagarsi studio e segretaria, a riscuotere e poi a versare gli onorari.
Pensiamo poi che potendo svolgere la libera professione in modo adeguato all’interno del proprio ospedale, il medico non sarà più obbligato a continui spostamenti, migliorando la qualità della vita lavorativa.
Infine, con coerenza, continuiamo a chiedere una rivalutazione della indennità di esclusività ferma ai valori del 2000.
Non vorremmo che per favorire chi ha interesse per gli studi privati, venga penalizzato chi ha scelto l’esclusività di rapporto, lasciandolo senza la possibilità di una libera professione organizzata dall’azienda e senza rivalutazione della indennità di esclusività.