GESTIONE DELLA FASE 2: CALMA E GESSO!
Come avevamo richiesto in più occasioni all’Amministrazione, sin dallo scorso 21 aprile e successivamente ribadito con nota del 5 maggio, si è tenuto oggi il previsto incontro sulla cosiddetta “Fase 2” declinata in ambito INPS.
L’Istituto ha innanzitutto rappresentato la volontà, in applicazione delle norme che attualmente regolano l’esecuzione delle prestazioni lavorative nel pubblico impiego, di mantenere alta la percentuale di personale in smart-working, ma ritiene anche necessario avviare la discussione sull’ampliamento delle attività indifferibili che vanno svolte in sede, tema quest’ultimo affrontato dalla direttiva n.3/2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione e non interpretabile in termini esclusivamente “produttivistici”.
Da parte nostra abbiamo ribadito la necessità che ci venga sottoposto, come già accaduto in altre amministrazioni pubbliche, un documento quale base di discussione sul quale aprire un confronto, ricordando che le misure concernenti la salute e sicurezza sono oggetto di contrattazione e che il quadro normativo continua a prevedere il lavoro agile come modalità ordinaria di lavoro per i dipendenti pubblici.
Questo vuol dire che, come avevamo già chiesto, si deve arrivare alla sigla di un protocollo d’intesa che individui le misure di sicurezza da assumere e che disciplini organicamente il lavoro agile anche nella fase emergenziale, sancendo i principi che devono essere rispettati su tutto il territorio nazionale e garantendo la partecipazione sindacale a tutti i livelli di RSU.
In questo momento così difficile per il Paese, con l’Istituto in prima linea nell’erogazione di prestazioni a sostegno del reddito di famiglie, lavoratori e imprese, riaprire al pubblico in modalità fisica le sedi dell’INPS (ricordiamo che il nostro Ente non è mai stato chiuso in questi mesi, ma ha semplicemente modificato la modalità di relazione con il pubblico, da fisica in modalità remota, senza che ciò abbia inciso negativamente sulla produzione e sul rapporto con l’utenza), sia pure solo su alcuni servizi come da taluno prospettato, potrebbe non solo generare rischi di ordine pubblico fuori ed all’interno dei nostri uffici mettendo a repentaglio l’incolumità fisica dei colleghi e degli utenti, ma potrebbe creare anche occasioni di contagio in assenza di ferree misure igienico-sanitarie. Per questo diciamo: calma e gesso!
Non poniamo in essere decisioni avventate di cui ci si potrebbe pentire e che potrebbero ulteriormente sovraesporre l’INPS e i suoi dipendenti.
Al termine della riunione sono stati velocemente affrontati altri argomenti accantonati nei precedenti incontri e sui quali attendevamo un risposta:
• in merito alla corresponsione dei buoni pasto per chi lavora da remoto, colleghi in smart-working ed in regime di telelavoro domiciliare, l’Amministrazione, raccogliendo le nostre sollecitazioni, ci ha anticipato che a breve uscirà un messaggio per il loro riconoscimento con decorrenza 11 marzo 2020;
• sul tema delle assegnazioni temporanee, argomento sul quale avevamo in precedenza sollecitato l’Amministrazione a dare una risposta ai colleghi che avevano già presentato domanda con le causali in passato accolte, ci è stato riferito che, fino al perdurare dell’emergenza sanitaria in atto, stante lo svolgimento dell’attività lavorativa da remoto, non si adotteranno nuovi provvedimenti;
• sulla richiesta di interpretare in senso orientato favorevolmente al lavoratore la disciplina della sospensione dei piani di ammortamento dei mutui edilizi al personale per la nuova causale introdotta dal relativo regolamento (vedi nostro comunicato del 13 maggio) l’Amministrazione ha dichiarato di essersi uniformata alle indicazioni degli organi di controllo interno per cui se lo scenario cambia, e sono recepite le “controdeduzioni” presentate, le domande potrebbero essere riesaminate;
• confermata a maggio l’erogazione, rapportata al numero di giorni di lavoro, dei 100,00 € previsti dall’art.63 del “Decreto Cura Italia” per i colleghi che nel mese di marzo hanno svolto attività lavorativa con presenza fisica in ufficio;
• sul “congelamento” del credito e del debito orario, maturati dal personale prima dell’emergenza COVID-19, è stata confermata l’indicazione di differire al periodo post emergenza sanitaria, rispettivamente, la fruizione ed il recupero;
• confermata la soluzione a breve della problematica relativa all’erogazione periodica dell’indennità per i funzionari addetti al contenzioso dell’invalidità civile (corresponsione mensile come recita il CCNI);
• infine, a seguito della nostra richiesta, formulata dopo la sottoscrizione dell’ipotesi di CCNI 2019 per le aree A, B e C, l’Amministrazione ha confermato che con la retribuzione di giugno procederà all’erogazione di un pre-saldo dell’incentivo 2019.
Roma, 14 maggio 2020
FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella TREVISANI
CISL FP
Paolo
SCILINGUO
UIL PA
Sergio CERVO
CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA
CONFSAL-UNSA
CIARALDI
PEPPETTI