Mai come oggi, in Italia e nel Mondo, dovremmo essere capaci di celebrare la Giornata Mondiale della Salute tentando di andare oltre la retorica e oltre la semplice denuncia.
Oggi, più che mai, tocchiamo con mano l’importanza del diritto alla salute, al quale i nostri Costituenti e le nostre Costituenti, nella loro lungimiranza, garantirono un rango Costituzionale, con l’articolo 32 della nostra Carta.
Oggi, più che mai, tendiamo la mano agli operatori e alle operatrici del Servizio Sanitario Nazionale, cui dovrebbe andare molto di più di un sentimento di gratitudine o di un riconoscimento pubblico.
Oggi, più che mai, dobbiamo difendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale, che va sostenuto e cui vanno garantite le condizioni per poter migliorare e per poter dare, a tutte e tutti, le migliori risposte possibili ai bisogni di salute, vecchi e nuovi.
Oggi, più che mai, dovremmo essere capaci di ragionare non in emergenza ma con lungimiranza, perché può accadere di nuovo, perché il Covid-19 ha fatto emergere tutta la nostra fragilità e quella di un Servizio Sanitario Nazionale per anni depauperato di risorse, finanziarie e professionali. Sono oltre 45mila, negli ultimi dieci anni, gli operatori che il SSN ha perso, tra cui 7000 medici e quasi 35mila operatori del comparto. Ben 44mila sono i precari che lavorano in sanità.
Oggi, e sempre, dovremmo essere grati a tutte le operatrici e agli operatori della sanità privata e dei servizi socio-sanitari privati e del privato sociale che col loro lavoro rendono esigibile il diritto alla salute e all’assistenza spesso in condizioni difficili e senza che sia loro garantita parità di diritti col sistema pubblico.
Agli infermieri e alle infermiere, alle ostetriche cui è dedicata quest’anno la Giornata Mondiale della Salute, vogliamo dire che la Funzione Pubblica Cgil c’è, è al loro fianco, soprattutto in questo periodo drammatico.
Oggi più che mai, e sempre.