Roma, 16 marzo 2020
Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini
Oggetto: COVID-19 (Coronavirus) – Richiesta provvedimenti d’urgenza
Dalla fine di gennaio si sono susseguiti numerosi interventi normativi che hanno avuto – e avranno, nelle prossime settimane – come filo conduttore quello di contenere il rischio da contagio anche, ma non solo, limitando gli spostamenti delle persone. In ambito Pubblico il Governo ha stabilito che le forme di lavoro da remoto rappresentano la modalità ordinaria per rendere la prestazione lavorativa. È chiaro che, in via residuale, per le attività indifferibili per le quali è necessaria la presenza fisica del dipendente in sede, il superiore gerarchico dovrà autorizzare preventivamente ed in maniera esplicita il singolo dipendente a recarsi presso la sede di lavoro. L’Agenzia, nel suo Vertice, non ha dimostrato fino ad oggi di saper e poter governare la complessità del momento attraverso il coordinamento delle proprie strutture di centro e periferiche lasciando, come conseguenza, ampi margini di attuazione ai Responsabili regionali e provinciali. In questo “margine di attuazione” si è manifestata in tutta la sua prepotenza una visione burocratica e ostativa delle modalità di lavoro da remoto, in palese violazione della normativa vigente, esponendo ampie fasce della popolazione aziendale a rischi per la salute propria e dei propri cari. Per stigmatizzare questo aspetto si moltiplicano gli interventi ad opera delle Segreterie territoriali delle ooss nei confronti di una
cultura aziendale che, mettendo in secondo piano la salute dei propri dipendenti, ancora una volta, anche di fronte alla pandemia, mette sopra a tutto il raggiungimento degli obiettivi. Per la FpCgil, due possono essere le ragioni di questa situazione: o le articolazioni dell’Agenzia agiscono su un Suo preciso mandato, oppure il Vertice non è in grado di coordinare l’applicazione uniforme di una norma. In questo secondo caso lo riterremmo un segno di disordine organizzativo. Davanti a questa situazione e all’obiettivo generale di limitare i rischi da contagio agendo sul piano organizzativo delle PA, le chiediamo di riportare i comportamenti delle Sue strutture al significato della norma, abbandonando fantasiose e restrittive interpretazioni. Tra queste, i lavoratori da noi rappresentati segnalano da ultimo la curiosa individuazioni di presidi fisici per ogni Area delle DP e DR, mai citati nei provvedimenti emessi a Sua firma, che devono garantire la presenza – persino con due rientri in alcuni casi – e senza che a questa presenza/presidio venga agganciata un’attività indifferibile. Ancora una volta, nonostante i maggiori chiarimenti da Lei forniti, Direttori Provinciali e Regionali fanno distorto uso del loro arbitrio, contraddicendo con queste generiche e generalizzate disposizioni (per altro nemmeno esplicitate ma fornite verbalmente alle POER) le indicazioni di codesta Direzione nonché la stessa ratio legislativa.
FP-CGIL Coordinamento Nazionale Agenzia delle Entrate