All’On. Roberto SPERANZA
Ministro della Salute
Al Presidente Goffredo ZACCARDI
Capo di Gabinetto del Ministro della Salute
Al Dr. Giuseppe RUOCCO
Segretario Generale del Ministero della Salute
Oggetto: Emergenza sanitaria e mancato avvio attività lavorative
in regime di lavoro agile.
On. Ministro,
dopo l’incontro avuto con Lei il 25 novembre, molte cose sono accadute sullo
scenario nazionale e internazionale, che hanno coinvolto pesantemente questo
Dicastero.
Più volte queste OO.SS. Le hanno chiesto un incontro per approfondire le
ricadute sulla organizzazione delle attività del Ministero, a seguito dell’impatto, prima
internazionale e poi domestico, dell’emergenza sanitaria in atto.
Non dubitiamo che l’affollarsi degli eventi abbia indotto, Lei e i suoi
Collaboratori, a dedicarsi completamente a partecipare alla redazione dei vari atti
emergenziali, assunti ai vari livelli istituzionali nelle ultime settimane.
Con tre precisi atti, il Decreto Legge 2 marzo 2020, n.9, la Circolare del Ministro
per la pubblica amministrazione del 4 marzo 2020, n.1 ed il D.P.C.M. 4 marzo 2020,
sono state assunte iniziative di forte impatto sulla vita di tutti i cittadini italiani che
lavorano nella Pubblica Amministrazione.
Di conseguenza, molte Amministrazioni pubbliche oltre a dare il massimo risalto
alle iniziative utili a ridurre le occasioni di contatto fisico e di prossimità e, quindi, di
potenziale contagio, hanno dato l’avvio alle attività lavorative con la modalità del
lavoro agile.
Nella nostra Amministrazione oltre alla collocazione dei dispenser del liquido
disinfettante e alla chiusura del centro congressi, si è fatto ben poco per aderire alle
disposizioni del Governo.
Vale la pena ricordare la citata Circolare del Ministro P.A., a firma della sua
collega di Governo On. Dadone, che oltre a rammentare i già previsti profili di
responsabilità dirigenziale per il mancato avvio delle sperimentazione dello Smart
Working, invita le stesse Amministrazioni ad acquisire ulteriori apparecchiature
informatiche, in convenzione Consip, o ad autorizzare l’uso di apparati e connessioni
personali dei dipendenti al fine di dare un decisivo impulso all’istituto del Lavoro Agile
nelle PP.AA..
Si rileva, altresì, che il già citato D.L. n.9/2020, considera lo smart working un
istituto giuridico di organizzazione della prestazione lavorativa a regime ordinario,
superando la già prevista fase di “sperimentazione”.
Infine, si osserva che il D.P.C.M. 04.03.2020, all’articolo 4, dispone che sull’intero
territorio nazionale, la modalità di lavoro agile, disciplinata dagli articoli da 18 a 23
della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di
emergenza dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei
principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi
individuali ivi previsti.
Ma evidentemente sono disposizioni poco comprensibili ai Direttori generali del
nostro Ministero che continuano a non attuare quello che altre Amministrazioni hanno
già avviato da tempo.
Eppure i solleciti non sono mancati, da ultimo la nota di queste OO.SS. del 25
febbraio u.s., con la quale è stato richiesto per l’ennesima volta l’avvio dello smart
working, richiesta ribadita nel comunicato unitario di ieri 4 marzo 2020.
On. Ministro, siamo pertanto a chiederLe un suo personale e rapido intervento,
su tutte le strutture del suo Dicastero, per dare finalmente avvio anche al Ministero
della Salute, a distanza di anni dall’entrata in vigore delle norme su telelavoro e lavoro
agile fin da subito, con una disponibilità di almeno 500 posti, per attuare le previste
misure di profilassi sanitaria e per dare una possibilità in più alle lavoratrici ed ai
lavoratori che hanno dei figli in età scolare, i quali con la improvvisa chiusura di tutte
le strutture scolastiche si trovano ad affrontare una difficoltà aggiuntiva riferita alla
propria organizzazione famigliare .
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro o convocazione.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Lupi Garroni Ausanio
Fabio Fabrizio Massimo