Lettera al Dr. Befara

18 Luglio 2011

Lettera al Dr. Befara

Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate

Gentile Dr. Befera, abbiamo letto con molta attenzione la lettera che ha inviato il 21.07.2008 a tutte le colleghe e i colleghi dell’Agenzia delle Entrate. Ci ha fatto piacere ricevere i saluti di chi dirigerà l’Agenzia da oggi agli anni a venire.
Lei, gentile Dr. Befera, afferma di ” conoscere il grande patrimonio di professionalità che custodisce la nostra organizzazione; di fare affidamento sul nostro senso civico; che la nostra organizzazione può rappresentare un punto di riferimento nel processo di ammodernamento del sistema istituzionale; che l’Agenzia deve continuare la sua ferma azione di contrasto all’evasione fiscale.”

Tutte cose che condividiamo.

Gentile Dr. Befera, Lei sa che l’Agenzia, la nostra Agenzia, è diventata un’istituzione importante per il nostro Paese grazie al senso civico e allo spirito di sacrificio dei suoi dipendenti, dal più piccolo al più grande.
Per questo non ci spaventano le innovazioni, tanto meno quelle introdotte in altre organizzazioni e nelle amministrazioni finanziarie dei paesi più avanzati. E Lei sa di quale considerazione sociale e di quali stipendi godono i funzionari del fisco di queste organizzazioni e di questi Paesi avanzati.
Abbiamo usato i nostri mezzi privati per fare i controlli esterni. Lo facciamo tuttora.
Abbiamo acquistato con i nostri soldi i testi che ci servono per svolgere con efficienza ed efficacia il nostro lavoro. Lo facciamo tuttora.
Abbiamo speso la nostra faccia per spiegare ai cittadini che un fisco più equo era nell’interesse di tutti. Lo facciamo tuttora.
Abbiamo lavorato con la stessa operosità, chiunque fosse il soggetto politico a dirigere la Nazione. Lo facciamo tuttora.
In cambio, però, stiamo ricevendo soltanto epiteti offensivi: fannulloni, assenteisti …
In cambio ci stanno togliendo il salario accessorio, che rappresenta per molti di noi l’unico mezzo per avere una vita dignitosa. E Lei sa, Gentile Dr. Befera, che il nostro salario accessorio non è un regalo che ci viene cordialmente elargito, ma rappresenta solo il compenso legato ad obiettivi prestabiliti da accordi presi precedentemente che ora vengono disconosciuti.
In cambio ci segregano in casa decurtandoci il già misero salario, come se essere ammalati fosse una colpa e non una condizione di malessere.

E INOLTRE
Sul sito del Ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione sono in evidenza una foto ed una vignetta che, in modo ignobile, ironizzano sui dipendenti pubblici.
Dalle Istituzioni pretendiamo rispetto per il lavoro e la professionalità che milioni di lavoratori pubblici ogni giorno mettono al servizio del Paese. E noi siamo fra questi in prima linea.
Il Ministro afferma che i “fannulloni” nelle Pubbliche Amministrazioni sono da 100 a 150 mila. Questo vuol dire che stiamo parlando del 3%, 4% del personale. E noi non siamo fra questi.
Vorremmo che il Ministro mettesse la stessa energia, la stessa foga per parlare, premiare, difendere l’altro 96%, 97%. E noi siamo fra questi in prima linea.
Fare di ogni erba un fascio, usare campagne di stampa arrivando a pubblicare vignette e foto, parlare solo alle viscere dei cittadini per ottenere successi di sondaggio utili solo alla propria immagine, non serve a superare le inefficienze (dove esistono) delle Pubbliche Amministrazioni.
È più semplice indicare “il nemico”, colpire gli stipendi, i diritti, la carriera dei lavoratori, arrivando a penalizzare in maniera indiscriminata ed anticostituzionale chi si ammala, che presentare veri e propri “piani industriali”ed idee innovative che risolvano i problemi delle Pubbliche Amministrazioni. Problemi che, vorremmo ricordare, nascono principalmente dalle scelte della Politica e non certo da quel 96%, 97% di lavoratrici e lavoratori pubblici che ogni giorno svolgono, seriamente, con dignità e professionalità il proprio lavoro. E noi, ripetiamo, siamo fra questi in prima linea.
Avremmo tante altre cose da dirLe, gentile Dr. Befera. Ce le riserviamo per un’altra occasione.
Ma una cosa non possiamo sottacere: ci saremmo aspettati dalla Sua lettera un minimo di incoraggiamento, data la situazione di malessere di tutto il personale, e perché no, anche un minimo di solidarietà. Magari iniziando a far togliere, da subito, quella vignetta e quella foto, pubblicata sul “non suo” sito del Ministro Brunetta. Ricordando al nostro “caro” Ministro di chiederci scusa.

Confidiamo nella sua sensibilità e attenzione.

La RSU e i Lavoratori dell’Agenzia delle Entrate di Carrara
I sindacati CGIL CISL UIL RdB

Carrara, 04.08.2008

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto