MOBILITÀ DEL PERSONALE: ALCUNE PROPOSTE
“La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge
la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. Così recita l’art.
31 della nostra Costituzione, a proposito della tutela della maternità.
A seguito del concorso da consulente della protezione sociale, sono diverse le lavoratrici madri o
lavoratori padri che hanno dovuto lasciare parte della famiglia per poter lavorare. Sarebbe bello se
l’istituto che eroga prestazioni in favore delle famiglie tuteli anzitutto quelle dei propri dipendenti,
individuando modalità che consentano di conciliare il lavoro con la famiglia.
Evidenziamo inoltre, che vi sono ancora pochissimi colleghi, vincitori del concorso, che erano già
dipendenti e che sono stati costretti a cambiare Città e Regione, per poter migliorare le proprie
condizioni lavorative.
Risposte sono iniziate ad arrivare, invece, solo per i colleghi e colleghe che devono assistere
parenti bisognosi di cure.
Rispetto a queste situazioni l’amministrazione potrebbe intervenire, se davvero lo volesse. Non si
tratta di attivare solo la mobilità nazionale – a volte attivata a intermittenza, dall’amministrazione –
ma anche altri strumenti come le assegnazioni temporanee o il telelavoro satellitare nazionale, che
farebbero salve le esigenze dell’amministrazione e degli uffici di provenienza con quelle dei
lavoratori.
Come diceva uno slogan pubblicitario: basta poco che ce vo’?
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano