Progressioni economiche
“Non è poco lo sconcerto, il disappunto fra le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente alle prese con le domande per le procedure selettive per l’attribuzione delle posizioni eco-nomiche.
A fronte delle lacunose, scarne informazioni sui titoli validi, e in assenza di qualsiasi indicazione sul valore che una misteriosa commissione vorrà loro attribuire, ci si af-fanna a rintracciare nella memoria e nei propri fascicoli qualsiasi elemento – un atte-stato, una lettera di attribuzione di incarico, il verbale di una commissione– che possa convincere i futuri valutatori, probabilmente ignari di quel che si fa ogni giorno in ognuno dei nostri uffici, del nostro meritare più di altri, o quanto meno ci faccia spe-rare di non finire penalizzati, schiacciati dalla mole dei titoli altrui.
Si concorre, fra rassegnazione speranza e un pizzico di cinismo, sapendo che i passaggi non saranno possibili per almeno un altr’anno, mettendo in conto che il caso, la for-tuna, l’arbitrio, il privilegio, la furbizia contribuiranno alla formazione delle graduato-rie almeno quanto capacità e merito, pur di non essere tagliati fuori da quella che potrebbe rivelarsi una remota possibilità, per molti l’ultima prima del pensionamento, di migliorare la propria condizione salariale.
Questa lotteria dai premi incerti è l’esito poco brillante – da noi non condiviso – di una vertenza sindacale…………….”.
Questo scriveva la FP CGIL nel dicembre 2014 a proposito delle procedure per la pro-gressione economica allora in corso. Non ci sembra vada meglio questa volta: all’in-certezza sui criteri di valutazione, che fa temere l’arbitrio, si sono aggiunti ostacoli “tecnici”, se non insormontabili impedimenti. Non è dato proporsi per i passaggi se il proprio nome non è fra quelli ammessi dall’applicativo. Non puoi vantare un’anzianità che non sia conforme ai criteri che il sistema riconosce, altrimenti il dato viene re-spinto e se non lo adegui devi rinunciare a presentare domanda perché l’applicativo non ti lascia procedere. Quanto al criterio relativo all’anzianità nella categoria, tocca accettare quello che, a cose fatte, il Direttore Generale “propone” alle OO.SS. firma-tarie di condividere: vale solo se maturata in ENAC. Il “perché” non è dato sapere, mai discusso e nemmeno illustrato durante il confronto tra le parti.
E che dire del link accessibile da fuori ufficio? Saranno altrettanto accessibili il proprio fascicolo personale, GEDOC, gli archivi cartacei dove forse si annida qualche utile carta? E ancora: da cosa è data l’ufficialità degli incarichi, dal fatto che siano registrati in GEDOC? Dalla natura dell’incarico? Forse può andar bene far protocollare oggi una mail ricevuta mesi fa, se ci assegnava un incarico di qualche tipo; nel dubbio conviene provarci…
Sembrava un’impresa impossibile ma, con un po’ d’ingegno, si è riusciti a far peggio del 2014!
Chiediamo, per tutelare i diritti e le aspettative di tutti, che l’Ente:
– chiarisca in dettaglio quali sono i titoli ammissibili, dando a tutti la possibilità di produrli in tempo;
– accolga, per una successiva valutazione, le domande presentate con altri canali dai “respinti” dall’applicativo;
– proroghi la scadenza per gli assenti, o permetta loro di integrare la domanda in un secondo momento.
Roma, 29 novembre 2019
p. la FP-CGIL ENAC
Maurizio Barberis