Se da una parte è sacrosanta la necessità di uno stanziamento economico adeguato da parte del Governo al fine di raggiungere una armonizzazione retributiva e previdenziale del personale e riconoscerne la professionalità e la specificità dall’altra, come Organizzazione sindacale, non possiamo esimerci nel rivendicare con forza i diritti e le tutele di tutti, quelle acquisite e che pian piano vengono messe in discussione per pochi spicci.
La pubblicizzazione del contratto di lavoro non ha portato i benefici auspicati, questo è evidente a tutti, Amministrazione compresa.
La c.d. delega Madia non ci ha consentito di modificare l’impianto già sbagliato del decreto legislativo 217/05. Il risultato è stato il decreto 127/18 voluto dall’Amministrazione e avallato da talune organizzazioni sindacali. Questo ha peggiorando di fatto l’impianto organizzativo del Corpo mettendo in discussione tutto anche la mobilità del personale.
Un Dipartimento completamente fermo, ingessato da norme sbagliate, scritte male e inapplicabili che obbligano le lavoratrici e i lavoratori ad avvalersi del legale per affrontare i necessari ricorsi.
La Fp Cgil VVF rivendica almeno 600 euro di aumenti mensili per il personale del Corpo, in linea con le retribuzioni dei Vigili del Fuoco dei Paesi del Nord Europa più evoluti. Chiede il rinnovo del Contratto Nazionale, la delegificazione del rapporto di lavoro, l’ingresso nel sistema assicurativo INAIL, la previdenza complementare e più diritti e tutele per le lavoratrici e i lavoratori.
Nel documento che abbiamo presentato al Presidente del Consiglio c’è una proposta di FUTURO del Corpo, fuori dalle logiche della sicurezza, FUORI dal Ministero dell’Interno.
Chiediamo un cambio di rotta, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di collocare i Vigili del Fuoco sotto le dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dove le risorse economiche, quando necessarie, ci sono sempre.