Accordo sui progetti locali 2019
Nella giornata di ieri abbiamo siglato l’accordo sui progetti locali 2019. L’accordo impegna complessivamente 10 milioni 350mila euro e ricalca nelle sue modalità quelli sottoscritti negli anni precedenti. In verità vi è stato un tentativo di introdurre nell’accordo una sorta di pagellina di valutazione individuale, un tentativo che noi abbiamo considerato del tutto improprio sia per le motivazioni addotte, che si riferiscono alle prese di posizione degli organi di controllo, che pretenderebbero la valutazione individuale in ogni dove, che per la natura stessa di questi accordi di produttività collettiva volti al miglioramento ed alla qualificazione dei servizi.
Non sono motivazioni serie: la questione della valutazione della produttività è certamente uno dei punti
su cui la nuova stagione contrattuale, che sarà avviata dal nuovo integrativo, affronta una delle sue sfide
più qualificanti in un Ministero dove la cultura della valutazione è del tutto assente, a partire dalle
modalità con le quali si valuta la produttività dei dirigenti. Inserirla in un accordo che ha altre finalità
senza una regolamentazione a monte e solo per fare contenti organi esterni a cui interessa solo un
esercizio stilistico e non certo la qualità dei livelli di produttività che gli stessi accordi producono è un
esercizio inutile e controproducente.
Noi ribadiamo che gli accordi di produttività firmati in questo Ministero a partire dal 2000 hanno prodotto risultati più che tangibili nei termini di ampliamento degli orari e di qualificazione dell’offerta culturale ai cittadini. In tale contesto è opportuno che si introducano strumenti di apprezzamento degli impegni individuali, ma solo nell’ambito di un processo che determini la riconoscibilità preventiva degli obiettivi assegnati, la loro corretta parametrazione alle condizioni organizzative, la possibilità di verifica e di contraddittorio e soprattutto definisca una stretta correlazione tra la valutazione del dirigente e quella dei lavoratori che operano alle sue dipendenze. Operazione che sta all’interno del nuovo contratto integrativo e che da questo verrà demandato ad un accordo specifico coerentemente con le previsioni del nuovo CCNL. L’accordo sui progetti locali adesso affronta l’iter di certificazione e solo dopo la sua conclusione si attiveranno le contrattazioni locali nella modalità ormai note. L’accordo lo trasmetteremo quando ci verrà inviato dall’Amministrazione.
Sempre ieri abbiamo sollecitato l’avvio del confronto finalizzato alla chiusura del nuovo Contratto integrativo, la cui definizione è quasi giunta al traguardo: resta da definire il capitolo sul welfare contrattuale, i limiti delle ore fruibili in banca ore e aggiustamenti di minore valenza. La sigla dell’ipotesi di nuovo integrativo aprirà una fase di consultazione unitaria dei lavoratori con la quale sottoporremo all’approvazione degli stessi i contenuti del nuovo accordo.
Ci è stato comunicato inoltre nel corso della riunione che le preselezioni per il concorso dei 1052 AFAV
partiranno molto probabilmente non prima di gennaio prossimo. Confermando la previsione, anche in
relazione al numero enorme di domande di partecipazione (209 mila circa), di una gestione assai difficoltosa e dilatata di un processo che al momento peraltro non prevede nemmeno una graduatoria di
idonei anche se il nuovo Governo ha annunciato una misura di ripristino di una quota del 30%. Nel contempo i dati sulle uscite per cessazioni confermano ed anzi peggiorano le previsioni fatte dalla stessa
amministrazione: una vera e propria emorragia che ha visto quest’anno uscire più di 1000 lavoratori e
che nei prossimi due anni assumerà caratteri ancora più imponenti. Anche in questo caso non possiamo
che sottolineare che il piano assunzioni previsto appare del tutto insufficiente a ridare fiato ad organici
ormai allo stremo e che le tempistiche che si possono ipotizzare per l’espletamento dei nuovi concorsi
sono tali da determinare una fase di desertificazione degli Uffici. Da qui il senso della proposta generale
che noi avanziamo da tempo, purtroppo inascoltati, di un piano straordinario di assunzioni che
affronti e risolva una volta per tutte le carenze strutturali che si sono create per effetto dei blocchi prolungati del turn over. Carenze che all’interno del MIBACT si possono quantificare in almeno 3000 posti che non saranno coperti dalla programmazione assunzionale attuale.
Ci è stato comunicato infine che la prima settimana del mese prossimo saranno convocati per la scelta
della sede i funzionari che hanno avuto lo scorrimento di area con decorrenza 15 luglio scorso. Gli altri,
ovvero i passaggi restanti dalla prima alla seconda area e l’ulteriore scorrimento dei funzionari a copertura delle graduatorie regionali rimaste senza idonei, saranno avviati a partire dal 15 novembre prossimo.
Relativamente al FUA 2019 ci è stato comunicato che sono state assegnate le risorse e che pertanto si possono attivare le procedure per il pagamento di quanto dovuto ai lavoratori.
Al riguardo, sempre restando in attesa di avere le dovute comunicazioni della parte politica sul destino
della restante graduatoria, abbiamo sollecitato l’applicazione della famosa norma Madia con l’attivazione di un nuovo corso concorso che riguardi il passaggio dalla prima alla seconda area e dalla seconda alla terza e una nuova fase di passaggi orizzontali. Per i quali abbiamo rappresentato la necessità per l’Amministrazione di dare riscontro alle istanze presentate dai lavoratori, considerato che il diritto al passaggio orizzontale secondo noi il lavoratore lo matura al compimento dei tre anni di svolgimento delle mansioni del profilo verso il quale intende transitare e che l’unica condizione che la norma contrattuale impone è la verifica della carenza nell’organico. Processi che l’Amministrazione ha invece annunciato di volere intraprendere non prima della chiusura di questa fase di scorrimenti e pertanto se ne parlerà con il nuovo anno. Vedremo, ma per noi questi restano obiettivi irrinunciabili.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni