Uffici svuotati, servizi in crisi e graduale scomparsa di figure professionali qualificate. Lo Stato si ritira mentre avanza il privato. È l’immagine del declino che sta investendo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, seppur in condizioni di emergenza, continua ad erogare servizi cruciali ai cittadini, come ad esempio il rilascio petenti, le pratiche di revisione dei mezzi di trasporto o la gestione delle imbarcazioni, mentre perde progressivamente figure professionali di livello, quali ingegneri e tecnici specializzati. A denunciarlo è la Funzione Pubblica Cgil nel dare conto dell’avvio dello stato di agitazione del personale del ministero di Porta Pia.
Un declino che si raffigura nel venir mento di competenze, quelle specifiche che operano nel campo dei controlli sulle opere pubbliche e sulle infrastrutture ferroviarie e stradali, per arrivare a chi si occupa delle revisioni dei mezzi fino al rilascio delle patenti. Il tutto a favore di nuove agenzie e di privati. I numeri, infatti, spiega la Fp Cgil, ci dicono che al momento il Mit impieghi poco più di 7 mila addetti, con una grave carenza di organico pari a circa 500 unità, frutto del combinato disposto dato da pensionamenti e prolungato blocco del turn over.
Uno dei più importanti ministeri, quello di Porta Pia, rischia quindi di collassare per la forte riduzione di personale. Una realtà che emerge dai numeri e contro la quale i sindacati si oppongono proclamando lo stato di agitazione nazionale, per dire no al declino del Mit. Basti pensare al caso delle Motorizzazioni, tra i più gravi, che hanno un personale talmente ridotto che sta producendo difficoltà nell’assicurare le normali attività quali le pratiche di revisione dei mezzi o del rilascio delle patenti. I numeri, sul territorio nazionale, parlano chiaro. I casi più eclatanti sono quelli di Vicenza e Brescia, dove il personale a disposizione è appena la metà di quello previsto: 36 addetti dei 70 previsti in organico a Vicenza e 34 su 70 a Brescia.
Non va tanto meglio per le Capitanerie di Porto che dovrebbero occuparsi, ad esempio, delle patenti nautiche e della gestione delle imbarcazioni, che si vedono anch’esse svuotate di personale. A Genova sono presenti solo 12 lavoratori dei 20 previsti in organico, a Napoli 23 su 51 (meno della metà), a Trapani 9 su 17, fino ad arrivare al caso emblematico di Livorno dove è presente un solo lavoratori dei 5 previsti. Un rapido smantellamento dei servizi che è destinato ad acuirsi a seguito dell’introduzione di Quota 100 e dei pensionamenti già previsti.
Il declino de Mit, commenta il responsabile del ministero per la Fp Cgil Nazionale, Paolo Camardella, “è una emergenza che riguarda anche i Provveditorati, le Motorizzazioni e le Capitanerie di Porto. La situazione nella quale devono operare gli uffici è disastrosa, in assenza degli investimenti necessari per rafforzare le risorse infrastrutturali e umane. Molte sedi periferiche versano in condizioni indecenti mentre la situazione si aggrava di giorno in giorno”. Da qui l’impegno del sindacato: “Vogliamo contrastare questo declino – afferma Camardella – e per questo rivendichiamo un piano straordinario di assunzioni, certe e veloci; interventi per affrontare le inefficienze e i problemi, frenando l’espropriazione di funzioni del Ministero a vantaggio dei privati; maggiori risorse sul salario. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e andremo avanti per ottenere risposte. Perché questo pezzo cruciale dell’assetto istituzionale del paese continui a vivere. Servono occupazione e risorse per invertire il declino del Mit“, conclude.