Ieri si è tenuta la riunione di insediamento del coordinamento nazionale FP CGIL del MIUR. La riunione, oltre a definire la delegazione trattante nazionale e riconfermare la nuova struttura organizzativa del comparto funzioni centrali è stata occasione di confronto e condivisione.
La prima e più grande criticità rappresentata dai compagni del coordinamento è stata la conica carenza di personale, che riguarda tutti i territori e la stessa amministrazione centrale.
D’altra parte la tabella allegata all’ultimo DPCM di riorganizzazione del MIUR (DPCM 4/4/2019 n.47 pubblicato in GU l’8 giugno 2019) definisce un organico teorico di 5.987 unità di personale nelle tre aree, al netto quindi dei dirigenti.
Dalla lettura del piano di fabbisogno elaborato dal MIUR si rileva che il personale effettivamente in servizio è pari a 3.181 unità, con una scopertura media del 46,79% dell’organico teorico.
Le risorse per le assunzioni, per una spesa pari al 100% delle cessazioni dell’anno precedente a partire dal 2019, integrata dalle risorse aggiuntive previste nella finanziaria 2018 (4.780.284 nel 2019 e 14.340.851 a partire dal 2020) consentiranno, secondo il piano predisposto dal MIUR, l’assunzione di circa 1200 dipendenti nel triennio 2019-2021.
Considerando che la stima delle uscite per i soli pensionamento nel triennio 2018-2020, fatta dal MIUR prima dell’entrata in vigore delle nuove norme in materia pensionistica è di 750 unità e che, a detta dello stesso MIUR, le nuove norme potrebbero determinare “un vero e proprio esodo di personale nella seconda metà del 2019” è evidente che le assunzioni previste nel triennio potranno a malapena coprire le uscite, lasciando quindi gli uffici del Ministero in gravissima sofferenza.
Non è mai superfluo sottolineare come un po’ in tutte le sedi la tenuta degli uffici si basa su un altissimo numero di ore di straordinario da parte dei dipendenti “superstiti” che solo in minima parte (si parla del 20% complessivamente) viene retribuito o utilizzato come riposo compensativo. Ma forse ancora più grave è la circostanza che in alcuni uffici continuano a lavorare regolarmente ex dipendenti in pensione, pare a titolo gratuito, sulla base di presunti accordi con i dirigenti delle rispettive sedi.
A fronte di tale disastrosa situazione, ogni giorno a rischio tracollo, con la possibile compromissione delle attività che garantiscono il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, da parte del governo non si registra la necessaria ed indispensabile attenzione.
Anche l’ultimo provvedimento in tema di lavoro pubblico, rappresentato dall’approvazione in via definitiva da parte del senato lo scorso 12 giugno del Disegno di Legge “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo” conferma un approccio ben lungi dalla consapevolezza che solo un potenziamento della pubblica amministrazione con un piano straordinario di assunzioni potrà portare al miglioramento della azione amministrativa e sceglie quindi ancora una volta la strada del controllo sui singoli lavoratori (con metodi sicuramente lesivi della dignità del lavoratore e a nostro avviso di dubbia legittimità) a cui si aggiunge il controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni da parte di uno specifico organismo con il singolare e preoccupante coinvolgimento del Ministero dell’Interno tramite i Prefetti.
Il provvedimento in oggetto, infatti,
– integra il D.Lgs. 165/2001 istituendo il cosiddetto “Nucleo della Concretezza” , di fatto un nuovo organismo di controllo delle attività delle pubbliche amministrazioni, compresi gli Enti Locali e gli Enti del Servizio sanitario Nazionale, anche in collaborazione con le Prefetture, che possono segnalare al Nucleo della Concretezza presunte irregolarità, e in questo caso partecipare con proprio personale ai successivi sopralluoghi.
– definisce le nuove misure per il contrasto all’assenteismo, tramite l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e videosorveglianza degli accessi.
All’attuazione del Nucleo concretezza, che sarà costituito da 53 “unità di personale” vengono destinati oltre 4 milioni annui a partire dal 2019, mentre per gli interventi per il contrasto all’assenteismo vengono destinati 35 milioni di euro nel 2019.
E’ chiaro che si sceglie di investire ancora una volta sulla vessazione del personale e sul controllo ossessivo anziché sul potenziamento della pubblica amministrazione e sulla valorizzazione del personale (già lo stanziamento di risorse per lo straordinario avrebbe costituito un segnale di attenzione).
Per completezza di informazione va detto che il provvedimento:
– inserisce alcune misure per velocizzare le assunzioni e il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, anche tramite la previsione di un portale per la gestione delle domande di partecipazione e delle diverse fasi delle procedure concorsuali, e l’istituzione dell’Albo nazionale dei componenti delle commissioni esaminatrici di concorso. Nello stesso articolo inserisce una ulteriore modifica al D.Lgs. 165/2001 prevedendo la risoluzione dl rapporto di lavoro, in caso di mobilità, anche prima della scadenza dei 24 mesi nel caso il dipendente abbia rifiutato 2 volte l’assegnazione disposta nell’ambito della provincia dallo stesso indicata. Misure comunque insufficiente a realizzare quel potenziamento della pubblica amministrazione che sarebbe necessario per il rilancio di una efficace azione amministrativa.
– Inserisce una ulteriore modifica al D.Lgs. 165/2001 per quanto riguarda la mobilità tra pubblico e privato
– dispone che le pubbliche amministrazioni sostituiscano i buoni pasto non utilizzabili a seguito della risoluzione della convenzione da parte di Consip con altri buoni pasto di valore nominale corrispondente, e istituisce a questo scopo un fondo specifico.
Questo ultimo punto riguarda anche parte dei lavoratori del MIUR, nello specifico quelli che prestano servizio nei territori in cui CONSIP aveva stipulato la convenzione con QuiGroup!, successivamente entrata in procedura fallimentare.
Sarà nostra cura, non appena la legge entrerà in vigore, sollecitare l’amministrazione affinché il credito che vantano i lavoratori venga al più presto saldato.
I compagni del coordinamento hanno poi segnalato gli intollerabili ritardi nella corresponsione del FUA 2017. Su questo punto abbiamo provveduto a sollecitare la Direzione Generale competente che ci ha comunicato che l’OIV ha validato la relazione sulla performance 2017 ma manca il Decreto Ministeriale di riassegnazione delle risorse da parte del Ministero dell’Economia e Finanza .
Ovviamente continueremo a sollecitare per giungere al celere pagamento delle spettanze ai lavoratori.
E’ stata poi suggerito di attivare un confronto con l’amministrazione affinché siano ottimizzate le possibilità di far ricorso alle graduatorie degli idonei, con il coinvolgimento delle sedi decentrate dell’amministrazione, anche al fine di individuare i migliori criteri per poter procedere celermente all’entrata in servizio delle risorse già previste dal piano.
Infine è stata riconfermata la necessità di trovare una soluzione per il personale di altre amministrazioni che a vario titolo presta servizio presso gli uffici territoriali del MIUR.
Per quanto riguarda l’attività contrattuale in corso, abbiamo aggiornato il coordinamento sullo stato dell’arte della trattativa sul FRD 2018, (già oggetto di una precedente comunicazione) per il quale siamo in attesa di una ulteriore convocazione, (che auspichiamo risolutiva) la cui data sarà probabilmente subordinata all’eventuale avvicendamento nelle posizioni dei dirigenti competenti a seguito dell’entrata in vigore, il prossimo 23 giugno, del DPCM di riorganizzazione dell’amministrazione centrale e degli uffici di diretta collaborazione del Ministro.
Alla conclusione della trattativa sul FRD 2018 avvieremo il confronto sul CCNI triennale di ministero, che ci impegnerà come coordinamento nazionale e delegazione trattante nei prossimi mesi.
La situazione del Ministero, in particolare per quanto riguarda la grave carenza di organico, ci spinge a considerare l’opportunità di promuovere nel prossimo futuro azioni di mobilitazione del personale. Dobbiamo rivendicare il diritto per i dipendenti del MIUR di lavorare in modo dignitoso e non è da sottovalutare, peraltro, la circostanza che il mancato adeguamento degli organici, in particolare delle sedi territoriali, alle competenze loro attribuite, possa essere strumentalmente utilizzato per trovare giustificazione e sostenere le già esplicitate pretese di autonomia differenziata da parte di alcune regioni. Esemplificativo, a questo proposito, e senza metterne in dubbio la legittimità trattandosi di Regione a Statuto Speciale, il protocollo già sottoscritto all’inizio dell’anno tra il MIUR e la Regione Friuli Venezia Giulia., propedeutico “alla regionalizzazione del sistema scolastico”.
Ci sarà molto da fare a partire dai prossimi giorni.
Anna Andreoli Roberta Sorace
FP CGIL Nazionale Coordinatrice FP CGIL MIUR
Esecutivo Funzioni Centrali