Da molto tempo non partecipavo ad una manifestazione.
Decido di aderire alla manifestazione organizzata da CGIL -CISL-UIL per sollecitare il governo al rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti.
È la prima volta che indosso un indumento che dichiara l’appartenenza non solo ad una classe lavorativa ma soprattutto a una parte politica: è una POLO ROSSA con la scritta, a sinistra – sarà
voluto? – FP CGIL.
Ora capisco che questa esperienza non sarebbe stata la stessa senza quella POLO ROSSA.
Il punto di ritrovo è al parcheggio di un supermercato e quando sono non troppo distante, subito avvisto altre polo rosse; agiscono tra di loro e con me come forze gravitazionali: si attraggono tra di loro e mi attraggono a formare una massa critica che, nelle tappe successive del viaggio, attrarrà altre polo e via via la massa critica aumenterà.
Il viaggio è piacevole, il treno – Freccia Argento – è puntualissimo per cui nell’arco di tempo che un qualsiasi milanese, romano, napoletano impiegherebbe per spostarsi dall’estrema periferia al
centro città, in orario di punta, noi arriviamo a Roma.
La mia POLO ROSSA segue la forza gravitazionale di altre polo rosse e più la massa cresce più diventa preponderante la forza gravitazionale e così, sospinti da un venticello leggero, procediamo verso la meta. Talvolta il vento cessa improvvisamente e allora l’afa e la calura prendono il sopravvento quasi a ricordarci che lottare è fatica e sudore, bisogna avere un fisico bestiale e sopratutto “resistere, resistere, resistere”.
Su palco si avvicendano esponenti delle tre sigle sindacali, parlano del servizio pubblico, di quanti siano pochi i lavoratori a presidiare tali servizi e altre cose.
Quello che mi colpisce è il tono che ciascuno di loro usa nel proprio intervento, è un tono arrabbiato, direi addirittura rissoso, ma non è un tono da COMIZIO.
Questo pensiero lo formulo quando alla fine di quella carrellata d’interventi, con la mente altrove, con il caldo che oramai ha definitivamente preso d’assedio la piazza e tutti noi, si fanno strada
dentro le mie orecchie e nella mia testa parole, pezzetti di frasi, e poi, piano piano a ridestarmi dal mio ottundimento da calura, la voce di una donna che parla di lavoro come mezzo di riscatto e di dignità, con un tono non rissoso ma forse dolente e fermo di chi sa dove vuole andare e conosce la fatica che bisogna fare; ormai sono di nuovo lucida e la osservo, la sua immagine proiettata sul mega schermo, T-shirt rossa i capelli raccolti in una coda di cavallo e labbra rosse, come la T-shirt e come la passione che la sostiene.
Le sue narici vibrano, sono le narici di un cavallo di razza e quando conclude il suo intervento ancora vibrante dello sforzo e della risonanza delle sue parole, si abbandona all’abbraccio affettuoso e protettivo di Landini, un uomo che conosce il suono che le parole producono e che per questo riesce a essere in risonanza con lei.
Ecco, penso, si è compiuta la magia del COMIZIO.
Applausi.
Si torna indietro.
La mia POLO ROSSA con la scritta FP CGIL ispira confidenza e simpatia al cameriere che ci serve al tavolo di un bar dove ci fermiamo per uno spuntino veloce.
Quando usciamo ci saluta: “ ciao, compagni”.
Di nuovo sul Freccia Argento dove, per l’ultima volta la POLO ROSSA attira verso di me una signora che, spostandosi dal suo posto, mi si siede di fronte per chiedermi: “Su cosa avete
manifestato?”
EPILOGO
Oggi la mia POLO ROSSA sventola mestamente all’aria aperta dopo un breve passaggio in lavatrice. Non avendo un programma per indumenti “magici”, l’ho lavata con il programma per “delicati”.