Chiarimenti su campagna di adesione ad altro sindacato incentrata su vertenze nelle ARPA
Da alcune settimane, tra le lavoratrici ed i lavoratori del comparto delle Agenzie Regionali per la
Protezione Ambientale, stanno circolando alcune missive, diffuse via email, inerenti una campagna
di iscrizione promossa da ANAAO Assomed, sindacato della dirigenza medica e sanitaria,
incentrata su una vertenza per un presunto sotto inquadramento.
Questa vertenza riguarderebbe oltre 1500 professionisti delle ARPA (biologi, chimici, fisici
ed altre professionalità) laureati, abilitati ed iscritti all’albo, che questo sindacato ritiene “precari” e
“sottoinquadrati in posizioni del comparto”.
ANAAO ipotizza un progressivo travaso di tutte queste figure professionali dal comparto
alla dirigenza sanitaria e ambientale attraverso l’indizione percentualizzata di concorsi definendo
un modello che possa, in un tempo programmato e compatibile con le risorse disponibili,
consentire la ricollocazione dei professionisti sottoinquadrati.
Riteniamo che tutto questo sia oltremodo velleitario e non centrato sulle reali esigenze delle
lavoratrici e dei lavoratori.
Riguardo il presunto sotto inquadramento, è corretto rammentare che il comma 2 dell’art.
50 del CCNL integrativo del comparto sanità 20/09/2001 “tuttora vigente”, prevede: “Con
riferimento ai profili di collaboratore tecnico professionale e di collaboratore tecnico professionale
esperto le A.R.P.A., in relazione ai propri settori di attività e tenuto conto dell’autonomia
regolamentare in tema di reclutamento del personale, possono prevedere, tra i requisiti di
accesso, anche ulteriori corsi di laurea oltre quelli indicati per i succitati profili dalle declaratorie
allegato n. 1 al presente contratto.”
Questa disposizione contrattuale fu originata dall’esigenza di acquisire personale che
rispondesse ai bisogni delle allora neocostituite ARPA, al fine di poter svolgere attività e compiti
istituzionali, non necessariamente dirigenziali.
Alcuni di quei profili erano già allora presenti ed inquadrati anche come dirigenti di area
S.P.T.A.
Inoltre, per contemperare tutte le esigenze, con l’art. 5 del CCNL della Dirigenza S.P.T.A. fu
istituito il “dirigente ambientale”, permettendo alle ARPA, in analogia a quanto già fatto dal
Contratto del comparto, di individuare nei propri regolamenti concorsuali i requisiti specifici richiesti
per l’assunzione di dirigenti ambientali, in relazione ai propri settori di attività.
Per questi motivi, nelle categorie D e Ds del comparto ed anche nella dirigenza delle
Agenzie, sono oggi presenti lavoratrici e lavoratori di oltre 65 profili professionali e specializzazioni
diversi: biologi, chimici, fisici, geologi, ingegneri, agronomi, laureati in scienze ambientali e
forestali, ecc.
Possiamo quindi legittimamente affermare che non si tratta di sottoinquadramento, ma,
bensì, di una scelta delle parti negoziali operata per accompagnare la progressiva
contestualizzazione di quei servizi di prevenzione e protezione ambientale che, al momento, erano
appena stati resi indipendenti a seguito del referendum del 1993.
A quel primo passo, però, non è seguita la necessaria riorganizzazione delle Arpa affinché
fosse possibile promuovere il lavoro in contesti integrati e collaborativi per assicurare servizi
sempre più efficaci e rispondenti ai bisogni dei cittadini.
Noi riteniamo che ci sia bisogno di atti concreti e, anche per concretizzare l’area tecnico
ambientale che abbiamo introdotto nel nuovo CCNL, siamo in campo per:
– rivitalizzare le politiche della prevenzione e riconoscere il valore strategico delle attività
di controllo, di monitoraggio e di formazione ambientale, puntando sulla prevenzione
primaria in stabile interazione con il SSN
– rivedere e riconoscere i diversi ruoli professionali, l’autonomia e la responsabilità, gli
ambiti operativi, le competenze e le esperienze, tra loro non sovrapponibili né
intrecciabili, ma necessariamente complementari e coesistenti nei servizi
– analizzare, rivedere e adeguare gli istituti contrattuali affinché possano rispondere
adeguatamente alle specificità delle attività nelle agenzie per la prevenzione e la
protezione ambientale
Con questa nostra azione, a partire anche dalla commissione paritetica per la revisione del
sistema di classificazione professionale istituita dall’art. 12 del CCNL, vogliamo completare il
processo di innovazione del sistema per individuare soluzioni che consentano il reale
riconoscimento dell’autonomia, della responsabilità, del ruolo, delle competenze, delle esperienze
e della complessità, al fine di valorizzare tutte le professionalità:
– individuando una possibile diversa articolazione delle categorie, dei livelli economici e
delle fasce, rendendo coerente il nuovo sistema con quello degli incarichi organizzativi
e professionali
– effettuando un’analisi critica delle declaratorie, tenendo conto delle specificità
professionali, delle competenze di base e di quelle avanzate, ai fini di una loro
valorizzazione
– individuando eventuali nuovi profili
– rivedendo i criteri di progressione economica, anche in relazione allo sviluppo delle
competenze, all’aumento dell’esperienza e riconoscendo su base selettiva il loro
accrescimento
– adeguando il sistema indennitario all’evoluzione del modello di classificazione e del
ruolo nei modelli organizzativi
Vi chiediamo, pertanto, di informare le lavoratrici ed i lavoratori della differenza che passa
dal seguire chi propone progetti vertenziali parziali, al condividere, invece, un percorso di riforma
articolato, strutturale e di crescita di tutto il sistema.
Gianluca Mezzadri
Comparto Sanità e SSAEP
FP CGIL Nazionale